Sono stati svelati, al Centro Culturale Candiani, i titoli e gli autori finalisti de Il Città di Mestre, il premio letterario che da tre anni sceglie il miglior romanzo per conto di Mestre Domani. Quest’anno tre i romanzi inediti pubblicati a cura e spese della Fondazione Mestre Domani per i tipi di Mazzanti Libri.
Il città di Mestre

Il Premio, giunto quest’anno alla terza edizione, ha il patrocinio della Regione Veneto. I romanzi verranno distribuiti agli aderenti alla Fondazione Mestre Domani, che costituiranno così la Giuria Popolare. Che assegnerà a settembre il premio al vincitore nel corso di una serata di gala che si terrà all’Hotel Bologna. E’ possibile aderire alla Fondazione rientrando così tra i componenti della giuria popolare.
La proclamazione

Alla proclamazione dei finalisti hanno partecipato Gianfranco Bettin, Carlo Mazzanti di Mazzanti Libri, Ivo Prandin; ha coordinato il Presidente della Fondazione Mestre Domani, Ugo Ticozzi.
La terna de Il Città di Mestre
Questo concorso si distingue dagli altri perché accoglie romanzi inediti che pubblica a proprie spese. Una giuria popolare ha poi tempo tutta l’estate per scegliere il vincitore della terna, composta quest’anno dai romanzi: Orlando Ciprian, Nizhnevartovsk. Bassopiano Siberiano; Andrea Gheduzzi, Dove si va. Lucia, l’Arciprete e la slava; Amilcare Stocchetti, Il tramonto delle mille barene.
Vediamo nel dettaglio queste tre proposte narrative

Nizhnevartovsk. Bassopiano Siberiano, di Orlando Ciprian, è un romanzo dichiaratamente autobiografico e racconta l’esperienza dell’autore che il 29 settembre del 1992 è partito per la Siberia. Tecnico dell’impresa specializzata ITALTEL, era stato incaricato di collaudare un’importante centrale nella città di Nizhnevartovsk, sita, come recita il titolo del libro, appunto, nel Bassopiano Siberiano. Un’esperienza forte in cui il lettore si ritrova a vivere assieme all’autore in questa città fondata soltanto settant’anni prima sulle rive del fiume Ob, il più grande della Siberia.
Ciprian condivide con lui, infatti, una sorta di diario in cui sono rievocate le difficoltà di adattamento a un ambiente inospitale. Gelido e immerso in una miseria inimmaginabile. Che racconta in modo vivido la vita degli abitanti di quella terra costretta a subire la difficile situazione determinata da un clima estremo e da privazioni causate da un periodo politico di transizione. Citiamo dalla motivazione scritta da Ivo Prandin.“Il libro si raccomanda per lo stile disinibito, con un fondo di amara ironia. E in particolare per l’accurata descrizione degli usi e costumi quotidiani nella Russia degli anni Novanta. E’ la transizione faticosa di un popolo dal comunismo sovietico a un ‘dopo’ dove ‘niente è garantito come allora’. Un reportage letterario che ha i toni corrucciati di un pamphlet”.

Dove si va. Lucia, l’Arciprete e la slava, di Andrea Gheduzzi, è invece ispirato a una storia realmente accaduta. Narra la vicenda di una famiglia contadina della bassa ferrarese durante i due conflitti mondiali che hanno devastato l’Italia. I destini dei protagonisti si intrecciano con quelli di soldati e nobili della provincia estense. Nel romanzo dunque si racconta una saga padana, “l’evoluzione di una famiglia e del suo rapporto con la società novecentesca, carica di contraddizioni, lutti e speranze”, come si legge nella motivazione di Ivo Prandin. Che continua: “Come su un ideale proscenio, appaiono continuamente figure nuove legate da un filo invisibile ma forte”. E questo filo è nient’altro che la Storia, che tesse le sue trame e che l’autore sa bene gestire e raccontare.

Il protagonista del romanzo Il tramonto delle mille barene, di Amilcare Stocchetti, invece è un giovane professore universitario di filosofia, con origini armene, Mosè Yaritzan Molin. Già sofferente per un doloroso divorzio, tenta di ricomporre i suoi affetti cercando la ex moglie, contattando i suoi familiari e ritrovando alcuni amici. Ma deve rendersi conto che il tempo ha ormai scavato tra lui e gli altri un vero e proprio abisso. Tornare alle origini della propria vita, tornare a Venezia potrebbe essere una soluzione. Ma a volte il destino ci riserva delle amare sorprese. Un male incurabile lo porterà a vivere il tempo che gli resta con intensità e a reagire alla sorte senza soccombervi passivamente.
Dalla motivazione di Ivo Prandin: “Il romanzo è insieme descrittivo e simbolico. L’autore accompagna Mosè con attenzione affettuosa. E narra la ricerca del passato e le sue tappe fra scoperte e delusioni. Facendo emergere figure importanti del suo vissuto che sembravano perdute nell’ombra della dimenticanza. E invece, il suo ultimo tempo gli farà ri-scoprire valori perenni come l’amore e l’amicizia.”
I tre romanzi saranno presentati al Centro Culturale Candiani, Mestre, nei giorni 14, 21 e 28 giugno, alle 18.
Gli autori finalisti de Il Città di Mestre

Orlando Ciprian è nato a Mestre nell’agosto del 1948. Dopo 32 anni di impiego come tecnico collaudatore di centrali telefoniche nella accreditata Società italiana di Telecomunicazioni ITALTEL, una volta andato in pensione si è dedicato ai suoi hobby preferiti: la pittura e la scrittura.

Andrea Gheduzzi è nato a Bologna, città dove lavora. Spinto dalla compagna ha cominciato a scrivere racconti qualche anno fa. Dove si va è il suo primo romanzo.

Amilcare Stocchetti è nato a Brescia il 24 marzo 1972. Laureato in matematica e fisica nel 1995, è docente di ruolo dal 2000 e al momento insegna presso un liceo linguistico della sua città.