La ripresa dei campionati dilettantistici ha riportato scout, direttori e allenatori sugli spalti, con i primi alla ricerca di giocatori promettenti e gli ultimi con l’occhio sempre attento per tenersi aggiornati e migliorarsi. In attesa del prossimo incarico, Gianni Grigni, ex tecnico dello Zero Branco e di San Biagio, Cimapiave e Postioma, ci spiega come si è evoluto il ruolo dell’allenatore e ci offre un qualificato parere sul livello dei campionati del nostro territorio.
Mister Grigni, cosa sta facendo adesso?

“Dopo che i campionati sono ripartiti, ho ripreso ad assistere alle partite per tenere l’occhio allenato e vado allo stadio ogni domenica. Ho visto il Treviso, la Prima Categoria e la Promozione, tralasciando per ovvi motivi il Girone D che è quello dove allenavo fino a qualche tempo fa. Credo che un allenatore debba tenersi sempre aggiornato, anche se ad oggi non ho avuto nessun contatto ufficiale con altre squadre”.
Come ci si tiene al passo nel calcio odierno?
“Vedendo più match possibili, ogni partita regala spunti che ti portano a studiare meglio una situazione e a perfezionarsi. Anche dalla sfida della domenica mattina tra due squadre giovanili si può apprendere molto, soprattutto nel calcio di adesso”.
Ha visto molte partite del Girone C di Eccellenza, cosa ne pensa del livello?

“Ci sono tante squadre ambiziose e di alto livello, penso al Treviso in Eccellenza che non riesce ad esplodere come vorrebbe e che fatica più di quanto dovrebbe per la qualità della rosa. Ho visto anche il Portogruaro e il PortoMansuè, squadre altrettanto attrezzate e che hanno giovani preparati e di categoria. È un campionato equilibrato e di buon livello, specialmente nelle zone alte”.
Grigni, lei ha allenato anche durante la pandemia. Com’è lavorare con tutte le varianti e le complessità del caso?

“L’allenatore e la squadra si devono abituare in fretta ai protocolli che vengono stilati. Cambiano le regole e anche le abitudini di spogliatoio, penso alle classiche riunioni postpartita che per un po’ non sono state permesse. Bisogna attrezzarsi e trovare nuovi rimedi, anche se nel mondo dei dilettanti non è sempre così facile”.
Cosa cerca nella sua prossima avventura?

“Alleno da tanti anni e spero di trovare qualcosa che mi faccia battere il cuore, come dico io. Non ne faccio una questione di categoria, mi piacerebbe iniziare un nuovo capitolo della mia vita con un club che abbia un progetto e con un gruppo sano. Chi allena le prime squadre deve fare anche il gestore, ecco perché penso che avere in rosa giocatori disposti a seguire il proprio Mister sia molto importante”.
Grigni, come è andata con lo Zero Branco?

“Quando le strade tra allenatore e club si separano c’è sempre del dispiacere, ma nessuno strascico con la società. Noi avevamo allestito una squadra per fare la Prima Categoria, poi siamo stati ripescati in Promozione e ci siamo ritrovati a giocare in un’altra categoria con grande entusiasmo. Se i risultati non arrivano, però, nel calcio a pagare è l’allenatore”.