Da giorni si assiste alla Russia che sta attuando quella che viene chiamata operazione speciale militare su larga scala sul territorio ucraino. Anche se nella realtà dei fatti è una guerra a tutti gli effetti contro la sovranità, l’integrità e l’indipendenza di un altro Stato. Le truppe russe sono entrate nel territorio dell’Ucraina non attraverso le due repubbliche separatiste o la Crimea, ma transitando dal territorio bielorusso. Va ricordato che l’Ucraina ha rifiutato l’invito ad avviare i negoziati con la delegazione russa nella città di Minsk. Solo dopo che un referendum-farsa aveva cancellato ogni riferimento alla neutralità del Paese come, invece, dettato dalla Costituzione. I Paesi occidentali stanno introducendo sanzioni alla Russia che saranno estese probabilmente alla stessa Bielorussia non più neutrale. Quello che qui interessa è il tema della responsabilità bielorussa per il suo ruolo nell’invasione delle truppe russe contro il territorio ucraino.
L’ok all’invasione russa


Dando il parere favorevole all’uso del suo territorio, le autorità di Minsk potrebbero essere ritenute complici dell’uso illecito dell’azione coercitiva militare russo. E potrebbero figurare come rei nella commissione dell’atto di genere aggressivo. Con l’attacco contro l’immenso territorio ucraino, Mosca ha violato il divieto di ricorrere allo jus ad bellum, bandito dalla Carta delle Nazioni Unite, commettendo un atto di aggressione. In risposta all’attacco e alla violazione di una disposizione fondamentale del diritto internazionale, dal canto loro gli Stati membri dell’Alleanza atlantica hanno deciso di applicare le sanzioni più severe nei riguardi del Cremlino.
Sanzioni anche contro chi aiuta l’invasione


La Casa Bianca ha incluso anche la Bielorussia nelle prime contromisure, mirando su alcune entità e individui nei settori della difesa e della finanza bielorussa. In seguito, sia l’intera Unione Europea, sia la Gran Bretagna hanno intrapreso ogni atto sanzionatorio contro il governo di Minsk.
Il no di Mosca all’ingresso dell’Ucraina sia nella NATO sia nell’UE non è un fatto recente


Subito dopo che la Russia ha messo in moto la sua macchina bellica contro l’Ucraina, è parso evidente che l’obiettivo è quello di decapitare l’intero apparato del governo di Kiev. Tanto è vero che una parte delle truppe russe sono entrate molto celermente nel territorio ucraino attraverso la frontiera settentrionale con la Bielorussa. Anche se il governo Minsk ha respinto ogni sospetto di coinvolgimento, è indiscutibile che Minsk abbia acconsentito alle truppe militari russe di transitare nel territorio della Bielorussia. E, quindi, di attraversare il confine con l’Ucraina.
Bielorussia complice dell’invasione
In una minuziosa analisi si asserisce che alle forze militari russe è stato ulteriormente concesso l’ingresso ai sistemi di difesa aerea e di controllo del traffico bielorusso. Nonché alle sue stazioni di rifornimento di gas. In realtà, gran parte delle truppe russe erano già stanziate sul territorio bielorusso ancor prima di sferrare l’attacco. Tale presenza poimotivata dalle autorità di Minsk come una mera esercitazione militare congiunta.
Bielorussia responsabile?


Tali accadimenti suggeriscono il tema se lo Stato bielorusso possa essere considerato responsabile nel fornire assistenza all’attacco coercitivo militare della Russia. E se questo possa essere considerato coinvolgimento diretto delle proprie forze militari. In tal caso, senza ombra di dubbio, rappresenterebbe un’illegittimità dell’azione coercitiva bellica e un atto di aggressione sullo stesso piano della Russia.
Secondo il Progetto di articoli relativi alla responsabilità degli Stati, la Bielorussia si sarebbe addossata la responsabilità di essere complice nell’impiego illegale dell’azione coercitiva militare russa.
L’articolo 16 stabilisce l’inibizione di uno Stato di aiutare o assistere altri Stati in contrasto con il diritto internazionale. La Bielorussia supportando chi commette un illecito internazionale, automaticamente ne assume la responsabilità.
Chi presta aiuto è colpevole dell’invasione in egual modo
La stessa Corte Internazionale di Giustizia, attorno alla sentenza relativa al genocidio bosniaco, ha considerato che la norma citata è primaria del diritto internazionale consuetudinario. La disposizione richiede che uno soggetto statale fornisca assistenza o aiuto che favoriscono la violazione del diritto internazionale da parte di un altro soggetto statale. Chi presta assistenza lo fa consapevolmente. Nel caso dell’Ucraina, le autorità bielorusse hanno fornito una sostanziale assistenza da rendersi a tutti gli effetti complice dell’attacco russo.
Il supporto della Bielorussia


Non si può non tenere conto del fatto che, nel momento in cui la Bielorussia forniva assistenza per consentire ai russi l’attraversamento delle sue frontiere, il governo di Minsk era già stato informato da Mosca dell’attacco all’Ucraina. In questo caso è evidente che la Bielorussia è considerata responsabile del supporto assistenziale all’atto aggressivo russo contro lo Stato ucraino.
Pertanto, l’obbligo di non far ricorso allo strumento della forza armata può essere violato anche da uno Stato che presta assistenza. Permettendo l’uso del proprio territorio da pare di un altro Stato per concretizzare un attacco militare contro uno Stato terzo.
La Bielorussia viola la risoluzione 3314


Ancora. Altra responsabilità bielorussa deriva dalla ragione che Mosca non solo ha violato la gamma di disposizioni del diritto internazionale generale, ma anche l’inibizione dell’impiego dello strumento bellico. Il concetto di aggressione ha la sua chiara definizione nella ben nota Risoluzione 3314 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Essa non è de jure vincolante. Ma rappresenta un cardine fondamentale nello statuire quali atti di condotta possono essere cernierati come aggressione, ossia delle possibili modalità dell’atto aggressivo.
In questa Risoluzione si prevede che un atto di aggressione consista anche nell’azione di uno Stato di permettere che il proprio territorio, che ha messo a disposizione di un altro Stato, venga utilizzato per porre in essere l’azione aggressiva contro uno Stato terzo. In poche parole, nulla, nemmeno la minaccia della Russia, possa giustificare la complicità della Bielorussia nella condotta di aggressione di Mosca nei confronti dello Stato ucraino.
Le contromisure
Per poter rispondere al comportamento intransigente della Russia, occupando il territorio di uno Stato sovrano e indipendente come l’Ucraina, adottate dalla gran parte della comunità internazionale delle contromisure diplomatiche, economiche e finanziarie contro il governo di Mosca per rispondere alla sua aggressione. Che si fondano sulla totale condanna dell’atto aggressivo in contrasto con la violazione del diritto internazionale. Non solo, ma che condannato dall’Assemblea Generale delle Nazioni richiamando la Russia al ritiro immediato delle proprie truppe dal territorio ucraino.
Sanzioni anche contro la Bielorussia colpevole di aver aiutato la Russia nell’invasione


Tali sanzioni o contromisure possono essere intraprese anche nei confronti della Bielorussia. In quanto complice dell’uso della forza militare da parte sia della stessa Ucraina pedina principale del conflitto bellico, sia dagli Stati terzi che dalla stessa UE.
I più commentati 1