Un dipinto affascinante e misterioso che nella sua lunga storia ha viaggiato tra Madrid, Roma e Venezia. Camminando per la città lagunare in questi giorni c’è un’immagine affissa sui muri che cattura l’attenzione anche dei passanti più distratti. Una bambina che ti osserva con lo sguardo fisso e magnetico, una severità quasi iconica nonostante indossi una bella cuffia con camiciola bianca tipica dell’infanzia. Si intravedono anche degli orecchini d’oro ad anello con pendente. Luccicano con lo splendore che solo il talento di un grande artista sa imprimere sulla tela.
Chi è questa bambina, da dove viene?
Andiamo per ordine, si tratta dell’opera di Lorenzo Tiepolo: “Ritratto di bambina”, prezioso olio su tela che possiamo ammirare a Palazzo Vendramin Grimani, splendido edificio sul Canal Grande. Nella storia della ritrattistica, i soggetti con bambini protagonisti non hanno mai incontrato una grande fortuna in Italia a differenza di altre aristocrazie europee. Questo dipinto si avvicina molto ai ritratti degli infanti di Spagna, il soggetto in primo piano, la posizione frontale, lo sguardo fisso come un automa e al tempo stesso conturbante.
La bambina e i talismani
Scopriamo che non c’è nulla di casuale, molti oggetti hanno una valenza simbolica, sono dei portafortuna, veri talismani. Si tratta di amuleti che in passato venivano usati per tenere lontani gli spiriti maligni, assicurando contro il malocchio e le pericolose malattie dell’infanzia. Ecco perché la bambina regge con la mano destra un rametto di corallo attaccato a una catenella che è fissata al grande fiocco rosa sulla spalla. Alla catenella sono appesi anche un sonaglio d’argento e una zampetta di coniglio. Particolari e annotazioni importanti che troviamo in una preziosa guida realizzata per l’occasione con il contributo di due studiosi dell’arte veneta del Sei e del Settecento come Massimo Favilla e Ruggero Rugolo.
Di origine spagnola?
Molto probabilmente l’opera è stata dipinta in Spagna, contesto culturale nel quale la rappresentazione degli amuleti era tenuta in grande considerazione a differenza della ritrattistica veneziana e del Nord Italia. Nell’antica Roma si chiamavano Crepundia (voce latina, da crepo – faccio rumore), pendaglietti che venivano appesi ad una catenella al collo o trasversalmente sul petto dei bimbi.
La bambina e le metafore
La nostra severa bambina poggia su un seggiolone dalla foggia barocca sontuosa. Una struttura lignea massiccia con le zampe di grifone, animale mitologico attribuito a Minerva. Figura chimerica che unisce il leone all’aquila e simboleggia vigilanza e custodia. Non solo, dato che rappresenta l’animale dominante della terra e quello del cielo, esprime perfezione e potenza. Una bambina non avrebbe potuto chieder di più come auspicio per un felice ingresso nel mondo.
Il ritratto
“Ritratto di bambina” appartiene ad una collezione privata di Venezia e fino al 10 marzo abbiamo l’opportunità di ammirarlo in questo contesto affascinante, scoprendo anche le indagini accurate fatte al dipinto, dalla fluorescenza ultravioletta, all’analisi riflettografica ai raggi infrarossi.
La figlia del pittore?
L’ipotesi più affascinante sull’identità della protagonista è che si tratti della stessa figlia del pittore. Lorenzo Tiepolo è il secondogenito di una grande famiglia. Artista sfortunato e dalla vita breve. Nasce a Venezia l’8 agosto 1736, viene battezzato nella chiesa di San Silvestro. Muore il 2 maggio 1776 a Somosaguas nei pressi di Madrid.
Che nel ritratto sia effigiata la figlia appare plausibile anche se nei documenti non risulta abbia avuto dei figli. Con certezza c’è un matrimonio celebrato a Madrid nel 1773 con Maria Corradi, di origini genovesi. Un matrimonio breve, lui morirà tre mesi prima di compiere quarant’anni.
La sfortuna di avere un fratello “ingombrante”
Il suo talento sarà oscurato dall’oblio per molto tempo, a differenza degli altri celebri Tiepolo come il fratello maggiore Giandomenico. Una famiglia decisamente strepitosa dove si incrociano vite di artisti universalmente noti.
Lorenzo è figlio di Giambattista Tiepolo e di Cecilia, bionda e affascinante sorella di Francesco Guardi. Era rimasta orfana e non avendo una dote, a soli 17 anni sposa Giambattista con una cerimonia segreta a Venezia in una chiesa che purtroppo non esiste più: Santa Ternita (vulgo di Santissima Trinità), nella zona di Castello.
Dalla loro unione nascono dieci figli, oltre a Lorenzo, il famoso Giandomenico. Cecilia Guardi poserà molte volte per il marito prestando il suo volto a diverse figure femminili della storia, come Cleopatra o Bithia la figlia del Faraone che salva Mosè dalle acque.
Lorenzo e la bambina
Ma torniamo a Lorenzo, il pittore era giunto giovanissimo in Spagna con il padre e il fratello nel 1762, collaborando alla realizzazione degli affreschi del Palazzo Reale di Madrid. In seguito sviluppa una sua originale visione pittorica nel genere del ritratto.
I Tiepolo rappresentano culturalmente la fine di un’epoca ma anche il preludio di un nuovo mondo e sono spesso degli innovatori. Lorenzo con il suo ritratto psicologico alla Rosalba Carriera elabora personaggi dallo sguardo fisso e inquietante simile a Goya e Munch. Giandomenico, grazie ai personaggi dipinti di spalle, anticipa Caspar David Friedrich.
Il Mondo Novo
Al Museo del Settecento veneziano Ca’ Rezzonico, è possibile comprendere queste dinamiche grazie al meraviglioso “Mondo Novo” l’affresco di Giandomenico che rappresenta nobili e popolani intenti a guardare uno strano dispositivo ottico che permetteva di proiettare immagini partendo da quadri o disegni. I protagonisti stupiti da questa lanterna magica sono tutti ritratti di spalle. Ca’ Rezzonico custodisce anche un pastello di grande raffinatezza opera di Lorenzo, “Ritratto di Cecilia Guardi Tiepolo”.
Il palazzo
A proposito di mondo, Palazzo Vendramin Grimani è una vera finestra sul mondo. Già noto come Grimani – Marcello è uno degli edifici più belli affacciati sul Canal Grande. La Fondazione dell’Albero d’Oro, dopo uno straordinario restauro, lo ha aperto al pubblico nel maggio del 2021, onorando lo spirito collezionistico delle grandi famiglie veneziane che hanno vissuto in questa residenza. Una selezione di opere d’arte mai esposte e l’intervento di grandi artisti contemporanei rendono questo luogo prezioso e imperdibile. La Fondazione, nata nel 2019, è sorta per favorire l’arte e la cultura in collaborazione con prestigiose istituzioni pubbliche e private italiane e internazionali. Un sistema di governance composto da professionisti francesi e italiani amanti di Venezia con una profonda conoscenza nel mondo dell’arte.
Una bambina scoperta grazie alla Fondazione dell’Albero d’oro
Grazie a loro abbiamo scoperto questa gemma del collezionismo, percorrendo itinerari insoliti di una Venezia segreta molto lontana dalle mappe turistiche. Fidatevi, la magia è assicurata.
Anche per una navigata veneziana come me, il percorso è stato una vera scoperta, a cominciare dall’ubicazione di Palazzo Vendramin Grimani. Partendo da quell’immenso anfiteatro che è Campo San Polo, dobbiamo imboccare una piccola calle nascosta e poco battuta dal traffico pedonale giornaliero. Qualche metro che sembra avvolto da passaggi segreti: un ponte e ‘na cae, si direbbe in veneziano, e poi il palazzo si manifesta con tutto il suo splendore affacciato sul Canal Grande.
Qui si sente il respiro delle nobili famiglie che ci hanno abitato come i Vendramin e i Grimani
Tutto inizia nel 1449 quando Andrea e Luca Vendramin acquistano una casa fondaco dalle forme bizantine situata in contrada San Polo. In seguito i due fratelli dividono le proprietà lasciando la casa ad Andrea che diventerà doge nel 1476.
I Grimani entrano nella storia nel 1517 grazie ad un matrimonio. La definizione Albero d’Oro prende il nome proprio da questo ramo chiamato così in virtù della purezza del casato. I Grimani dell’Albero d’Oro daranno un doge alla Repubblica di Venezia: Pietro Grimani, già ambasciatore in Inghilterra dove aveva conosciuto il leggendario Isaac Newton.
La Fondazione e il salotto culturale
Dagli antichi splendori ai giorni nostri, quando nel 2018 inizia il piano di salvaguardia dell’immobile con importanti interventi di restauro. Oggi la Fondazione dell’Albero d’Oro invita il visitatore a riscoprire questo salotto culturale, crocevia di scambi e creatività regalandoci la sensazione di salire su una macchina del tempo tra ambasciatori, dogi, letterati e grandi artisti. Come un’antica sinfonia che si apre al nuovo mondo.
Conosco il Palazzo e la Fondazione!
Molto interessante la tua presentazione!
Grazie Elisabetta!
Dott.ssa Elisabetta, oggi, partendo da questa bella bambina figlia di Lorenzo Tiepolo, abbiamo potuto conoscere meglio questa grandissima famiglia di artisti veneziani. La bambina, collocata in un box di lusso, ci rivela tante informazioni sull’infanzia della seconda metà del Settecento. Oltre al ritratto storico, possiamo sapere come erano vestiti i bambini della media borghesia, quali ornamenti le guarnivano le orecchie, ma su tutto è interessante la Sua analisi degli oggetti che la bambina ritratta teneva in mano. Per ognuno di essi ha trovato un significato: talismani per un futuro protetto. Ancora più interessante, almeno per me, è stata la presentazione del Palazzo Vendramin Grimani. Le bellissime foto che illustrano l’articolo rendono merito alla Fondazione dell’Albero d’Oro che si è fatta carico di uno degli “infiniti” monumenti della splendida Venezia. Dott.ssa Elisabetta ogni domenica ci offre uno spunto e un motivo per venire in visita nella Sua adorata Serenissima.
Bello ed intenso questo “Ritratto di bambina” di Lorenzo Tiepolo! Di lui ricordo alcune opere dipinte durante il suo soggiorno spagnolo, molti ritratti ed alcuni pastelli particolarmente significativi, conservati al “Prado” di Madrid. Rammento la vivacità sorprendentemente realistica con cui il pittore tratta scene di genere e figure popolari madrilene. Ma sono alcune opere del padre Gianbattista che rimangono ferme nella mia memoria, tra le quali, gli affreschi di Villa Valmerana presso Vicenza e “L’Apoteosi della famiglia Pisani”a Villa Pisani a Stra. Grandissmi pittori che con le opere di un un’altro componente della famiglia, Giandomenico, hanno contribuito a rendere grande il mondo pittorico di Venezia e dell’Italia.
Come al solito la nostra cara Elisabetta ci presenta una storia sempre interessante e particolare. È un grande piacere venire a conoscenza di fatti storici di cui non si sapeva nulla o molto poco. Quindi con gran gusto leggo il suo articolo sulla figlia del Tiepolo. Grazie ancora una volta e alla prossima puntata.