Marco Ballestracci nato in Svizzera nel 1962 ma da anni residente a Castelfranco Veneto, una laurea in economia e commercio, apprezzato musicista blues e autore di numerosi libri tra questi citiamo “L’ombra del cannibale” (dedicato al grande Eddy Merckx) e “1961. L’anno in cui vinse il fantasma di Coppi”, oggi ci regala un libro dedicato alla storia dei Vigili del Fuoco di La Spezia che nel 1944 vinsero inaspettatamente il campionato di calcio di guerra del 1944.
I vigili del fuoco e La Spezia

Il libro edito da “Mattioli 1885” si sviluppa in quasi trecento pagine dove l’autore si diletta nel passaggio tra episodi storici legati al periodo fascista ed episodi strettamente legati al mondo del calcio, il tutto con una buona punta di “romanzato”. Sin dalle prime pagine scritte in “punta di penna” il lettore viene a trovarsi di fronte o al fronte del secondo grande conflitto mondiale. Diciamo che i calciatori assoldati dai Vigili del Fuoco di La Spezia fanno un po’ da “trait d’union” a quelli che sono i dialoghi narrati dei vari personaggi storici in primis Alessandro Pavolini, famoso segretario del Partito Fascista Repubblicano.
Un’impresa storica

Però il “cuore” di questo romanzo, perché in fondo di romanzo si tratta, resta l’impresa storica della squadra dei Vigili del Fuoco di La Spezia (molto bella la narrazione di come vennero scelti i giocatori, in base a quale criterio che li vide poi come militari a tutti gli effetti evitando così di poter essere mandati nei Lager in Germania) guidati dal tecnico Ottavio Barbieri che nella finale del 16 luglio 1944 riuscirono a battere all’Arena di Milano per 2-1 il Torino che per l’occasione schierò anche il grande Silvio Piola da tutti definito come il più forte centravanti del mondo.
Vigili del fuoco contro i campioni
Una finale che Ballestracci nel libro paragona come sorpresa alla finale dei famosi campionati del mondo del 1950 dove a Rio de Janeiro con grande stupore di tutti l’Uruguay superò il Brasile con l’identico punteggio di 2 a 1. Per l’occasione non si contarono i morti brasiliani a seguito di quella sconfitta.

L’impresa
L’impresa della squadra dei Vigili del Fuoco di La Spezia, viene descritta con il quadro dell’Italia distrutta dai bombardamenti e dove se vogliamo l’autore trova una bella chiave di ricerca storica spostando gli eventi drammatici verso quelli più divertenti dettati dal gioco del calcio. In mezzo un “caleidoscopio” di nomi famosi e non che è veramente difficile poterli citare tutti o meglio ricordarli tutti anche a libro appena chiuso.
Campionato di calcio ‘43/44
Comunque la narrazione fondamentale è quella del campionato di calcio che si svolse tra la fine del 1943 e il 1944. Un campionato diviso per zone e deciso allora dai vertici del regime di Salò proprio per spostare l’occhio della popolazione dalla guerra verso un divertimento sportivo. A quel campionato presero parte tutte le squadre del centro Italia e del nord con l’esclusione di quelle del Sud, praticamente dove non erano arrivate le “forze militari” degli Alleati.
Tre finaliste: Venezia, Torino e…vigili del fuoco
Alla fine della storia, dopo molti ritiri, di fatto quel campionato si disputò con una sorta di finale a tre che vedeva protagoniste il Venezia, il Torino FIAT (l’ossatura del famoso Grande Torino con un Silvio Piola in più) allenato dal grande Vittorio Pozzo e per l’appunto la squadra dei Vigili del Fuoco di La Spezia.
Un favola dal finale amaro
Morale della “favola” gli spezzini pareggiarono la prima partita con il Venezia e successivamente superarono il Torino per 2 a 1 aggiudicandosi così il titolo di campioni d’Italia. Che però venne subito “degradato” a vincitori del campionato di guerra. Tanto che in tutti gli almanacchi del calcio italiano quel titolo non figura nell’albo d’oro di serie A.
Magra consolazione per i vigili del fuoco

A titolo puramente onorifico la Federazione Gioco Calcio italiana nel 2002 ha inteso consegnare una medaglia d’oro ai Vigili del Fuoco di La Spezia.
Sono pagine da leggere con attenzione. In particolare quando Ballestracci si sofferma sulla violenza dei fascisti e dei nazisti ma anche della violenza dei gruppi partigiani che sfociò dopo la fine della seconda guerra mondiale.
“Giocare col fuoco” di Marco Ballestraci edito Mattioli 1885 pag.286 Euro 14