Il campionato di Eccellenza è giunto alla sua sesta giornata, non tutte le squadre hanno però deciso di ripartire. Tra queste troviamo l’Union Pro, storica società del territorio. Marino Brocca, direttore generale dei biancoblu, spiega le motivazioni di questa scelta, commentando le conseguenze dell’autoesclusione, con un occhio rivolto anche verso il futuro.

Direttore, ci spiega gli svincoli ed i numerosi prestiti a cui siete stati costretti per l’eccellenza?
“Quando abbiamo deciso di non partecipare al nuovo campionato di Eccellenza, la Federazione ha imposto alle società che non avevano aderito alla ripartenza un automatico svincolamento dei giocatori di queste squadre con il contratto in scadenza. Il 30 giugno, finita la stagione, saranno poi liberi di cercare squadra. Ovviamente il discorso è diverso per i giocatori di nostra proprietà che abbiamo prestato, i giovani dell’Union Pro sono tesserati con noi fino al loro venticinquesimo anno di età”.

La società è ancora convinta della scelta di non ripartire presa mesi fa con l’eccellenza?
“Pensiamo di aver preso la decisione corretta, ci sono state date poche indicazioni sul come sarebbe ripreso il campionato e quali sarebbero stati i protocolli sanitari da rispettare. Le partite del nuovo girone si stanno svolgendo adesso e possiamo affermare, viste le modalità del nuovo torneo, che la nostra scelta sia stata ulteriormente rafforzata. Si tratta di un surrogato del campionato originale e pertanto non mi ha appassionato. Mancano poche giornate e a breve vedremo gli esiti, noi rimaniamo convinti della scelta di non ripartire”.

Direttore, state già progettando il futuro dell’Union Pro?
“Le condizioni dettate dalle esigenze legate alla pandemia sembrano ormai delineate. Sperando dunque che non ci sia un altro peggioramento della situazione sanitaria, si riprenderà con il campionato. Noi continueremo con la nostra politica che vede nei giovani il punto di forza dell’Union Pro. Come sempre, faremo giocare i ragazzi che sono cresciuti nel nostro settore giovanile, d’altronde nelle ultime due stagioni regolari abbiamo vinto in entrambe le occasioni il premio fairplay,. Ossia un riconoscimento da parte della Federazione destinato alla società che nel corso del campionato ha schierato in campo il numero maggiore di giovani”.

Direttore, il blocco dei campionati, soprattutto quelli giovanili, che danni ha procurato all’eccellenza?
“La nostra prima squadra è la punta dell’iceberg dell’Union Pro, che dietro di sé ha 300 tesserati del settore giovanile. La situazione è stata del tutto straordinaria e, come ovvio che sia, ci ha danneggiato notevolmente. Purtroppo non c’era la possibilità di abbracciare altre situazioni. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo giocato pochissimo e per questo è venuto a mancare il completamento di un percorso per i ragazzi. Tra allievi e juniores, sarebbero stati già pronti per la prima squadra”.