È indubbiamente tra gli scienziati più autorevoli in prima linea nella lotta al Covid. Tra i più esposti, anche tra quelli che hanno più coraggio nel dire pure ciò che alla gente e ai politici non piace o piace poco. Tra i non molti che sanno assumersi nel responsabilità nei momenti critici. Questo ne ha fatto anche un personaggio discusso, lo ha esposto a critiche. Ma è andato avanti, forse della sua autorevolezza e del prestigio internazionale. Spesso, drammaticamente, i fatti gli hanno dato ragione. Andrea Crisanti, 66 anni, è professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova e direttore del Centro di genomica funzionale dell’Università di Perugia e presidente del gruppo scientifico del programma Marie Curie dell’Unione Europea. Tra i primi e più attrezzati ad affrontare un anno fa l’epidemia da Covid che ha investito il pianeta. Esemplare lo studio condotto sui cittadini di Vo’ (primo paese in cui il virus si è manifestato in Veneto) che ha portato alla scoperta che la maggior parte delle persone infette era costituita da portatori asintomatici, ma in grado di diffondere il virus. Nella primavera del 2020 è stato nominato dalla Regione Veneto consulente tecnico. È stato tra i primi a rilevare la contagiosità degli infetti asintomatici e a far effettuare i tamponi, superando anche certe indicazioni dell’Oms.
Nel maggio scorso ha ricevuto il Sigillo della città di Padova, per i suoi meriti nella gestione della pandemia; in giugno la magistratura di Bergamo lo ha nominato consulente speciale sulle indagini delle morti per COVID-19 nelle RSA e nella sanità lombarda. Adesso segue anche la situazione in Sardegna. Qualcuno lo ha inserito nella lista dei ministri nel nascente governo Draghi, naturalmente alla Sanità.
Noi di https://www.enordest.it lo abbiamo intervistato per i nostri lettori.
Professor Crisanti, si fa un gran parlare di vaccino anti Covid, ma qual è la situazione oggi?
“I vaccini sembrano funzionare, basta guardare quello che succede in Israele con il 20% della popolazione già vaccinato. Quasi un quarto della popolazione e non penso subiranno ritardi. Dati importanti per noi perché emerge che dalla prima vaccinazione c’è una protezione di circa il 35% che è nel trend che aveva previsto la Pfizer quindi siamo in linea. I dati sulla seconda vaccinazione sono ancora da valutare, ma è netto il calo dei ricoveri negli ospedali. Contemporaneamente hanno un lockdown e in più stanno gestendo bene anche il problema legato alla popolazione ortodossa non molto disposta alla vaccinazione. In Italia siamo solo al 2% e con questo passo non siamo nemmeno a 1/3 dell’obiettivo e quindi c’è bisogno di un cambio di marcia repentino”.
In tempi non sospetti lei aveva messo in guardia sulle possibili varianti. Questo significa che i vaccini in circolazione potrebbero rivelarsi inutili?
“Più che inutili inefficaci. I virus cambiano durante il processo di replicazione e questo processo non è esente da errori che possiamo definire casuali, alcuni sono positivi per il virus e possono farlo propagare più velocemente facendo superare le altre varianti creando anche un problema sulla neutralizzazione degli anticorpi del vaccino. Sarebbe buona norma non vaccinare in presenza di una trasmissione elevata. Più si trasmette più sono pericolose le varianti”.
Prof. Crisanti, come funziona esattamente il vaccino?
“In base alla risposta immunitaria. È un sistema di protezione molto complesso che ha diversi strumenti che ha diversi strumenti per eliminare i microorganismi. Si tratta di cellule che hanno la capacità di riconoscere e catturare e distruggere batteri e virus: i macrofagi. Questa è la prima linea di difesa poi questi macrofagi hanno la capacità di reclutare altre cellule e queste inducono la risposta anticorpale. Ma questo richiede un po’ di tempo tra i 7 e i 10 giorni ed è un tempo lungo perché la malattia in questo periodo transitario può mutare. In varie patologie precedenti però le cellule del sistema immunitario non riescano a debellare. Ma se invece riescono ad adattarsi allora aumenta anche la forza dell’immunizzazione e stimola il sistema immunitario a prepararsi alla seconda copertura: il cosiddetto secondo richiamo. Perché la seconda è molto più veloce nella seconda esposizione”.
Perché questi ritardi annunciati dalle aziende farmaceutiche nella distribuzione dei vaccini?
“Parliamoci chiaro. La narrativa dovrebbe essere ribaltata. Bisogna anche dare responsabilità a chi dà annunci che non sono reali. Si tratta di vaccinare miliardi di persone. Le aziende non possono tenere il ritmo e soprattutto ci sono le fragilità dalla creazione alla conservazione quindi i problemi sono enormi”.
Lei si è vaccinato: possiamo tutti essere sicuri?
“Questi vaccini sono stati verificati e quindi problemi non ce ne sono per cui la vaccinazione è più che consigliata. Siamo in una situazione di emergenza. I dati parlano chiaro e sono contrario a cambiare i protocolli già approvati perché si rischia di fare una sperimentazione sulle persone. Sono sempre stato coerente con il mio pensiero. Ecco anche perché mi sono vaccinato, anche come esempio per gli altri”.
Alcune regioni si sono irritate per i ritardi e chiedono di portare in Italia vaccini russi e cinesi. Ci sono rischi? C’è incompatibilità tra la prima vaccinazione e il richiamo se si cambia vaccino?
“La procedura deve essere la stessa se si inizia con un vaccino si deve continuare con lo stesso vaccino. È una questione etica, non si possono cambiare i protocolli così come se niente fosse o si arriverebbe ad usare l’essere umano come cavia”.
Prof. Crisanti, cosa pensa della situazione delle scuole?
“È l’emblema del dilettantismo di come viene affrontata tutta questa situazione. Non esiste alcuna informazione sulla quale basare una decisione. L’unica cosa che si sa con lo studio fatto a Vo è che i bambini fino ai 10 anni non trasmettono il virus. Anche in presenza di persone infettate i bambini non prendono il virus. Situazione completamente diversa con gli adolescenti e qui non abbiamo alcun dato. Per questo parlavo di dilettantismo. È un problema di spinta sociale”.
Se si riuscisse a vaccinare almeno il 70% della popolazione si potrebbe tornare alla normalità? A quando senza mascherine?
“Difficile rispondere. Ancora non sappiamo se chi si vaccina è davvero fuori rischio perché tra i due richiami potrebbe essere un portatore sano. Tutto dipende da quanto si sta con l’Rt. Con un Rt da immunità di gregge si arriva a un R1 ma poi il mantenimento della mascherina serve per portare l’Rt a zero. L’Immunità di gregge è importantissima, uno dei passi fondamentali ma dopo bisogna per altro tempo mantenere le stesse modalità per arrivare a Rt 0. Credo che ne saremo fuori onestamente se ci va bene in due anni se il cronoprogramma riprende a girare come dovrebbe”.
Cosa pensa del passaporto vaccinale?
“Dipende per cosa si usa. Io ho una certa età. Il passaporto vaccinale come viene chiamato nelle generazioni fino al 1980 è sempre stato una pratica in uso per parecchio tempo che ha salvato molte vite dal vaiolo alla poliomielite. E non mi preoccuperei di averlo. Anzi sarà molto utile per avere un data base ma anche per studiare le risposte e favorire gli spostamenti delle persone”.
Quanto c’è di vero sul fatto che potrebbe essere Andrea Crisanti il prossimo ministro della Sanità?
(Sorride ndr) “Se le offrissero il posto da direttore del Washington Post, lei accetterebbe?”…credo di aver capito. La mia risposta è stata “Senza pensarci due volte”. Crisanti mi guarda e sussurra “Appunto”.