Non si placano le polemiche nei confronti di alcune case farmaceutiche che stanno producendo dosi di vaccino anti-covid, dopo l’arretramento parziale di alcune di esse che comunicavano la diminuzione di forniture di dosi per contrastare il covid-19. Non soltanto l’Italia e altri Stati, ma la stessa Unione europea hanno contestato duramente il comportamento delle aziende farmaceutiche nella mancanza di rispetto di contratti già stipulati. Sono state minacciate azioni legali. Un vero banco di prova per tutti.
UE alla prova contro il tempo
Le autorità di Bruxelles hanno lavorato celermente per la realizzazione di una strategia europea per far sviluppare la produzione e la distribuzione dei vaccini efficaci e sicuri a tutti i cittadini degli stati membri dell’UE. Per Bruxelles, conta il fattore tempo, tanto da averlo evidenziato alle case produttrici negli accordi preliminari di acquisto.
La richiesta di chiarezza


Quello che l’UE ha chiesto è il pieno impegno e trasparenza. Come pure la totale responsabilità nel contesto di una partecipazione all’attuazione dell’obiettivo di tutelare la salute dei 27 Paesi parti dell’Unione. La stessa Commissione UE ha anche ricordato che il principio di rendere tutto chiaro alla luce del sole e la responsabilità di addivenire agli accordi intrapresi sono di rilievo fondamentale per evitare che si spezzi quel filo di fiducia nei riguardi dei cittadini europei.
La tutela della salute, come diritto umano, e la percezione crescente di epidemie di malattie infettive, non da ultimo il coronavirus, come minacce sia per la sicurezza sanitaria, sia per la sicurezza politica interna e internazionale, vanno risolte con la massima cooperazione tra istituzioni statali e non solo e le grandi industrie farmaceutiche senza alcun distinguo, dato che la salute è un diritto fondamentale della persona e che va garantita con ogni strumento.
L’UE messa alla prova del 9


A parere delle istituzioni europee, la garanzia della salute pubblica e la conclusione di accordi che devono essere rispettati ed onorati con le aziende produttrici del vaccino anti-covid, costituiscono pilastri rilevanti e che non vanno trascurati. I contratti dell’UE, assieme agli Stati membri servono proprio come sostegno finanziario a favore del sostegno emergenziale che stiamo attraversando. In virtù di tali contratti, ogni Stato membro può acquistare trecento milioni di dosi vaccinali.
Garantire la sicurezza e la tutela della salute pubblica a livello europeo, come pure a livello nazionale, costituisce in questo momento particolare una delle sfide più impegnative per l’Europa.