Cominciamo bene. Filippo Ganna, 24 anni di Verbania, è il nuovo campione del mondo di ciclismo su una bicicletta “Bolide” Pinarello, fatta dall’industria di Treviso. Nessun atleta italiano c’era mai riuscito. Su pista si è laureato iridato dell’inseguimento individuale nel 2016, nel 2018, nel 2019 e nel 2020.

Inizia così la collaborazione con www.enordest di uno dei più famosi giornalisti di ciclismo e volley: Sandro Bolognini, trevigiano. Lo fa raccontando e commentando la prova di ciclismo su strada che si correrà oggi a Imola. Eccezionalmente www.enordest apre le pagine in edizione speciale in serata. I mondiali, i primi e speriamo gli ultimi nel tempo del Covid, si corrono in Italia che si è mostrata l’unica nazione in grado di ospitare le prove con organizzazione e in assoluta sicurezza. Si corre a Imola a distanza di 52 anni dai mondiali vinti sullo stesso circuito da Vittorio Adorni. Scappato a 90 km dal traguardo, e arrivato solitario con quasi 10 minuti di vantaggio. Il distacco più grande nella storia iridata. Alla fine cinque italiani nei primi sei: terzo Dancelli e a seguire Bitossi, Tacconi e Gimondi.
Filippo Ganna, il ciclismo e la vittoria femminile

Altra medaglia dalle donne: l’azzurra Elisa Longo Borghini ha vinto il bronzo nella prova su strada dopo una volata faticosa. Dopo la maglia rosa, Anna van der Breggen indossa quelle iridate della cronometro individuale e su strada. Nella prova a cronometro, viaggiando a 47,154 km/h ha avuto la meglio sulla svizzera Marlen Reusser e sulla connazionale Ellen van Dijk. Sfortunata la prova della campionessa mondiale uscente, l’americana Chloé Dygert, finita fuori strada per una caduta. Decimo posto per l’azzurra Vittoria Bussi.
Non vinciamo da 12 anni
Su strada non vinciamo il Mondiale di ciclismo da dodici anni, da quando cioè Alessandro Ballan vinse sul traguardo di Varese (anche quella volta in Italia…).
Da quel 2008 neppure un podio, fino alla beffa atroce dello scorso anno, quando Matteo Trentin a Yorkshire crollò sul finale lasciando la maglia iridata al danese Mads Pedersen. Ecco perché l’Italia del ciclismo, sempre al secondo posto nell’albo d’oro “all-time” della rassegna mondiale, a Imola – dove Adorni trionfò nel 1968 – spera di interrompere lo storico digiuno. Doveva svolgersi in Svizzera il mondiale, ad Aigle-Martigny. Alla consolle organizzativa di questo Mondiale “low cost” (1,2 milioni di euro circa il budget, contro i 4,5 richiesti solitamente dall’UCI) la coppia Marco Pavarini (presidente del Comitato Imola 2020) e l’imolese Marco Selleri (direttore generale).
Filippo Ganna e Pavarini
Pavarini e Selleri sono ai vertici della Nuova Ciclistica Placci 2013 e hanno coordinato lo staff di Extragiro, ovvero la divisione operativa che ha rilanciato il Giro d’Italia Under 23 e ha messo in piedi il Warm Up Ciclismo 2020 (sempre all’autodromo di Imola) lo scorso luglio per far ripartire il ciclismo in Italia.
L’impresa di Vittorio Adorni prima di Filippo Ganna

Vittorio Adorni torna sul “luogo del delitto”. Il grande campione italiano ha fatto visita all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari per ricordare la sua impresa di 52 anni fa. Una fuga di 230 chilometri iniziata con Rik Van Looy ed altri corridori, per poi affrontarne 90 in solitaria, prima di tagliare il traguardo a braccia alzate con 9’50” di vantaggio su Herman Van Springel. «A ripensarci mi vengono ancora i brividi. Feci qualcosa di irripetibile, al giorno d’oggi è impensabile un distacco di quasi 10’ tra il primo e il secondo arrivato a un mondiale. L’emozione fu eccezionale perché non ero più un ragazzino e correvo il mondiale “in casa” (Parma dista 120 km da Imola, ndr). Il 1968 fu un anno particolare, non solo per il ciclismo. Erano i tempi dei movimenti studenteschi, c’era grande fermento sociale. Anche se nessuno potrà eguagliarmi, a Imola sono sicuro assisteremo ancora a un grande mondiale». Parola di campione.
Il percorso e la squadra
L’iride si giocherà su un circuito di 28.8 chilometri con due salite impegnative (Mazzolano, massime del 13%, e Galisterna, massime del 15%). La gara maschile sarà di 258 chilometri. Lo spettacolo è assicurato anche se dalla cima dell’ultima salita al traguardo mancheranno circa 11 chilometri prevalentemente in discesa. In ogni caso, arrampicarsi nove volte sulle rampe di Mazzolano e Gallisterna alla fine peserà sulle gambe e questo può fare il gioco di ciclisti resistenti e d’esperienza.
Davide Cassani ha motivato così le sue scelte: “Non siamo la Nazionale favorita, ma abbiamo dalla nostra coesione e siamo abituati alle grandi sfide. Nelle ultime settimane ho perso Ciccone e Formolo, che in un percorso del genere sarebbero stati molto utili. L’incertezza sull’assegnazione del mondiale non ha giovato, ma sapevamo che in qualsiasi caso sarebbe stato un tracciato simile a quello svizzero, quindi l’idea di gruppo più o meno è rimasta la stessa. La gara sarà dura, i favoriti sono altri, ma noi possiamo puntare su qualcosa che nel ciclismo è sinonimo di Italia: la squadra”.
Vincenzo Nibali: Entro in questo Mondiale un po’ in punta di piedi, non penso di essere la punta di diamante di questa trasferta, ma sicuramente penso che la Nazionale che Davide ha selezionato ha molte frecce nel suo arco. E’ stato un anno molto difficile, non è stato semplice essere subito in condizione, con questo tipo di ripartenza ho sofferto parecchio ma ho sempre cercato di lavorare con determinazione e consapevolezza che le cose possono cambiare da un giorno all’altro”.
Diego Ulissi: “Percorso esigente e impegnativo con uno scenario aperto. Rincorrere eventuali fuggitivi sarà veramente difficile. Chi si muove con decisione riuscirà a fare la differenza. Le due salite nel finale di gara si faranno sentire”. Tra le possibili sorprese: il vincitore del Fiandre 2019 Alberto Bettiol e Andrea Bagioli, 21 anni, uno dei nomi nuovi del ciclismo italiano, già protagonista in questa stagione nella Coppi e Bartali e che domenica proverà a staccare la sua prima maglia azzurra al mondiale. Ancora: Fausto Masnada, anche lui in lizza per l’esordio al Mondiale.
I favoriti dopo Filippo Ganna

Parte in pole position il belga Wout Van Aert, il quale, al Tour de France, oltre a vincere due tappe, ha sorpreso per la sua tenuta sulle salite lunghe. Il fuoriclasse proveniente dal ciclocross è per distacco il più forte in volata tra i corridori che dovrebbero giocarsi la maglia iridata. Inoltre, ha doti formidabili sia in discesa che sul passo, grazie alle quali può pensare di vincere anche con l’azione in solitaria.
Tanti saranno i corridori che proveranno a mettere i bastoni tra le ruote a Van Aert. Da Julian Alaphilippe, tra tutti quello in possesso dello scatto più letale, a Marc Hirschi, autentico fuoriclasse sbocciato definitivamente al Tour de France, passando per specialisti di rango delle classiche delle Ardenne come Michal Kwiatkowski, Jakob Fuglsang e Maximilian Schachmann.
La nazionale più temibile, però, è la Slovenia:annovera il primo ed il secondo classificato del Tour de France, Tadej Pogacar e Primoz Roglic. Ambedue sono corridori completi, esplosivi, veloci, forti sul passo e in discesa. La possibilità di trovarsi in superiorità numerica nelle fasi calde della gara darà loro, oltretutto, un’arma in più.
La situazione italiana
Non ha dalla sua un vero e proprio leader, invece, l’Italia. I nomi più quotati sono Vincenzo Nibali, che potrebbe emergere in caso di gara particolarmente dura e magari piovosa, e Diego Ulissi, in forma smagliante, dato che ha di recente dominato il Giro del Lussemburgo. Così la nazionale italiana: Andrea Bagioli (Deceuninck-Quick Step), Alberto Bettiol (EF Pro Cycling), il vicentino Gianluca Brambilla (Trek-Segrafredo), Damiano Caruso (Bahrain-McLaren), Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step), Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM).
Il borsino dei mondiali di Imola

*** Wout Van Aert.
** Julian Alaphilippe, Marc Hirschi, Primoz Roglic, Tadej Pogacar, Jakob Fuglsang, Maximilian Schachmann, Michal Kwiatkowski.
* Vincenzo Nibali, Diego Ulissi, Greg Van Avermaet, Tom Dumoulin, Daniel Martinez, Sergio Higuita, Rigoberto Uran, Esteban Chaves, Miguel Angel Lopez, Alejandro Valverde, Enric Mas, Mikel Landa, Michael Matthews, Richie Porte, Tom Pidcock, Richard Carapaz, Rui Costa, Alexey Lutsenko, Michael Woods.
