So che moltissime persone sono scettiche e pensano che addestrare un animale per individuare un virus sia fantascienza, ma vi posso assicurare che l’olfatto del cane è così potente, preciso e selettivo che, se ben indirizzato, può fare veramente miracoli! D’altronde, se quella dei “Covid dog” è una novità, i loro colleghi che fiutano i tumori o i cani-allerta sono invece ben noti da diversi anni.
Mi rendo conto, comunque, che questo argomento è scarsamente conosciuto, e genericamente le cose sconosciute o poco note destano perplessità e dubbi. E allora venite con me a scoprire i cosiddetti “cani che fiutano le malattie” o “detection dogs”!
Prima dei Covid dogs

Tutto è nato grazie ad alcuni episodi domestici inglesi in cui il cane di casa dimostrava un particolare interesse nei confronti di zone del corpo del proprietario (ad esempio leccandole o annusandole insistentemente) dove, senza saperlo, si erano formate forme tumorali localizzate. Una volta rimossa la parte malata il cane perdeva l’interesse precedentemente dimostrato. A partire da questo, si è ipotizzato che i cani distinguessero l’odore delle particolari sostanze prodotte dalle cellule neoplastiche, e, da più di 30 anni a questa parte, in alcuni Paesi europei ed extraeuropei si sono avviate ricerche e studi sulla capacità olfattiva del cane nella ricerca oncologica.
Sono nati così i “cancer detection dogs” e poi anche i “medical alert dogs” cioè i cani da allerta che riescono a percepire l’imminente arrivo di una crisi nel paziente-proprietario affetto da malattie come il diabete o l’epilessia. Si, lo so che vi sembra impossibile, ma la spiegazione tutto sommato è semplice: il nostro corpo è sostanzialmente chimica, e ogni sostanza che circola possiede o sviluppa un determinato odore, che naturalmente noi non percepiamo, ma che il potente tartufo del cane invece distingue e discrimina. Nel caso dei cani allerta diabete, ad esempio, il fiuto dell’animale riesce a percepire in anticipo le variazioni metaboliche che precedono i picchi di glicemia, e ad avvisare quindi in tempo il proprietario o i suoi famigliari.
L’addestramento nella segnalazione di un virus
Un po’ diversa è la questione dei virus, che, a differenza di malattie come tumori o diabeti, sono “mobili”, cioè si trasmettono e diffondono molto velocemente; per questo è fondamentale indentificare in tempo reale gli individui infetti, sintomatici e asintomatici.

I cani fiuterebbero non il virus bensì alcune sostanze secrete dagli individui positivi al contagio anche se asintomatici: i composti organici volatili prodotti durante le infezioni respiratorie, infatti, posseggono particolari impronte olfattive che possono essere riconosciute da cani appositamente addestrati. Il Sars-Cov2, in particolare, viene individuato attraverso campioni contenenti il sudore dei pazienti, presi tramite auto-prelievo con una garza e chiusi ognuno in un contenitore anonimo dotato di numero identificativo.
Il training è molto simile a quello per l’individuazione delle altre malattie: fondamentale è avere a disposizione i campioni biologici, positivi e negativi, che, possedendo odori diversi, possono venire distinti dal cane. Il metodo di addestramento è quello del rinforzo positivo, che prevede di premiare il cane quando si sofferma o si siede (segnalazione passiva) in prossimità del campione positivo (comportamento gradito) e di ignorarlo per quello negativo. In questo modo il cane, che ben conosce la differenza di odore tra il campione positivo e quello negativo, cercherà il primo e si soffermerà davanti ad esso perché avrà capito che, esibendo quel comportamento, riceverà il premio.
I progetti cinofili anti-Covid: l’Italia in prima fila
Uno studio pilota dello scorso luglio di un gruppo dell’Università di Medicina Veterinaria di Hannover (Germania), ha dimostrato che, dopo poche settimane di training, i cani distinguevano i campioni infetti con una precisione pari al 94% (https://bmcinfectdis.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12879-020-05281-3). A settembre i finlandesi hanno sperimentato con successo i cani all’aeroporto di Helsinky, con uno studio dell’Università Veterinaria che ha documentato una precisione nell’individuazione del virus pari al 100%, e iniziando poi a cooperare con molti altri Paesi che hanno voluto seguire il loro esempio. Tra questi vi è anche l’Italia che, tra settembre e dicembre 2020, ha avviato la sperimentazione nell’aeroporto di Cuneo. A marzo sono iniziati i test del progetto “CaniAntiCovid” presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, con un campione statistico di oltre 1000 pazienti, e il progetto prosegue in varie località italiane come ad esempio Ozieri (SS) dove è stata testata l’intera popolazione del Comune. Anche a Milano è partito un progetto di ricerca della Medical Detection Dogs Italy, con i cani che annuseranno direttamente i pazienti, bypassando il prelievo del sudore.

I risultati
Nella fase sperimentale, la veridicità delle segnalazioni dei cani viene, naturalmente, controllata anche attraverso i tamponi. Gli studi effettuati finora, sia quelli esteri sia quelli italiani, dimostrano che i risultati sono molto incoraggianti, per non dire eccezionali, con un successo nelle segnalazioni compreso tra il 98% e il 100%. La sperimentazione è in fase avanzata e promette miglioramenti nelle percentuali.
I vantaggi

- Enorme PRECISIONE nell’individuare i positivi.
- RISPARMIO enorme sui tamponi, che potrebbero essere effettuati in quantità decisamente minori e in modo mirato.
- Possibilità di effettuare SCREENING RAPIDI, pressoché in tempo reale, in contesti con un GRANDE AFFLUSSO DI PERSONE: aeroporti, stadi, grandi eventi, cinema ma anche scuole, case di riposo ecc.
- Metodo non invasivo, con un miglioramento dell’IMPATTO PSICOLOGICO degli utenti.
- È stato testato che i cani riescono a segnalare il virus PRIMA DELLA COMPARSA DEI SINTOMI Covid, con almeno 5 giorni di anticipo, facendo un lavoro di prevenzione, prezioso soprattutto per i soggetti deboli.
- Avendo a disposizione i campioni biologici, la fase di addestramento dei cani risulta molto rapida.
Sono assolutamente entusiasta nel constatare che, ancora una volta, il cane viene in aiuto all’uomo con le sue eccezionali doti olfattive e con la sua naturale predisposizione alla collaborazione. Da volontaria che si occupa di soccorso cinofilo, inoltre, conosco bene le capacità di questi animali e sono assolutamente convinta dell’efficacia e del potenziale che può avere l’impiego dell’olfatto canino in ambito medico, tanto più se gestito da persone che da anni portano avanti con passione progetti simili nell’ambito di altre patologie. Anche perché, non so voi, ma io preferirei farmi annusare da un cane che farmi fare un tampone!
Per saperne di più….
Sui cani che fiutano i tumori:
https://www.medicaldetectiondogs.org.uk/contact-us/
http://www.mddi.it/it/cosa-facciamo/
Sui cani allerta diabete:
https://www.progettoserenaonlus.it/
Sui Covid dogs:
http://www.mddi.it/it/senza-categoria/progetto-cani-anti-covid19/
Grande Veronica! L’approccio merita interesse. Speriamo in meno scetticismo
Speriamo sia in meno scetticismo, sia nella convinzione che vale la pena di investire in metodi semplici ed economici! Grazie dell’interesse Vania