“Je suis l’Empire à la fin de la décadence,” scriveva Paul Verlaine, il più musicale dei “poeti maledetti” esponente del simbolismo francese capace di trasmettere nei suoi versi il chiaroscuro della pittura impressionista e le armonie di Debussy. Festeggiamo il suo compleanno, 30 marzo 1844. Questo è uno dei miei versi preferiti: “Piange nel mio cuore / Come piove sulla città“.
Andiamo alla Lovat con Verlaine

Potremmo comporre acrostici indolenti in uno stile d’oro dove danza il languore del sole, sono ovviamente parole di Verlaine, che usiamo per invitarvi in libreria a cercare nuovi poeti, scrittori e saggisti, a riparaci dalla pioggia e scoprire l’arcobaleno. Meraviglie che si avverano alla Libreria Lovat con le sue belle sedi a Villorba (Treviso) e Trieste. Luoghi dove sfogliare le ultime novità editoriali, conoscere gli autori e sorseggiare un buon caffè. Ecco la classifica che ci ha preparato con i fantastici dieci più amati dal pubblico.
- Rovelli – Buchi Bianchi – Adelphi
- Gotto – Profondo come il mare, leggero come il cielo – Mondadori
- Giannone – La portalettere – Nord
- Ammaniti – La vita intima – Einaudi
- Cognetti – Le otto montagne – Einaudi
- Kawamura – Se i gatti scomparissero dal mondo – Einaudi
- McEwan – Lezioni – Einaudi
- Carrere – V13 – Adelphi
- Gotto – Succede sempre qualcosa di meraviglioso – Mondadori
- Vecce -Il sorriso di Caterina – Giunti
Per salire in alto ci vuole un fisico

Perfettamente ancorato al posto d’onore del podio Carlo Rovelli ci porta a fluttuare nell’infinito dello spazio – tempo con tante domande. “Buchi bianchi – Dentro l’orizzonte” (Adelphi). Il celebre fisico veronese ha introdotto la Teoria della gravitazione quantistica a loop. Un autore che coinvolge anche i non addetti ai lavori grazie alle suggestioni delle sue ricerche. Soprattutto si pone la domanda delle domande: come facciamo a capire quello che non abbiamo mai visto? Si chiede se sia giusta l’idea che i buchi neri finiscano la loro lunga vita trasformandosi in buchi bianchi, elusivi fratelli minori: “Coinvolge la natura quantistica del tempo e dello spazio, la coesistenza di prospettive diverse, e la ragione della differenza fra passato e futuro. Esplorare questa idea è un’avventura ancora in corso. Ve la racconto come in un bollettino dal fronte”.
Entra in scena Gotto. Seconda e nona piazza!

Qualcosa di meraviglioso: lo spazio e il tempo fuori e dentro di noi. Dobbiamo complimentarci con il giovane scrittore torinese Gianluca Gotto che trionfa nel medagliere: “Profondo come il mare, leggero come il cielo” (Mondadori). Grazie alla sua natura di nomade digitale colpisce con le sue esperienze che si trasformano in emozioni da condividere. Ha vissuto molto in Australia e Canada, scrive i suoi reportage mentre gira per il mondo. Ha un blog “Mangia Vivi Viaggia”. Ha saputo descrivere le esperienze e gli incontri che lo hanno salvato nel momento più buio della vita. Un testo intimo e generoso, pervaso dalla saggezza millenaria del Buddha.
Entra in classifica anche il suo: “Succede sempre qualcosa di meraviglioso” (Mondadori). Un racconto di viaggio che è anche la storia di una rinascita attraverso la ricerca della felicità come stato d’animo, pace interiore e leggerezza. Il protagonista è un ragazzo che vede crollare tutte le certezze fino a perdere il desiderio di vivere, ma il destino gli fa incontrare in Vietnam una persona fuori dal tempo che gli cambierà la vita.
Se si amano i gatti

Come potremmo vivere senza i gatti? C’è una imperdibile novità da sfogliare: “Se i gatti scomparissero dal mondo” (Einaudi), di Kawamura Genki. In questa favola moderna alla Sepúlveda l’autore ci invita a capire quali siano davvero le cose importanti della vita.
Kawamura parte da una domanda: cosa sei disposto a dare al Diavolo per poter vivere un giorno in più? Attento: ciò che il Diavolo sceglierà di prendersi sparirà dal mondo, per tutti.
Il protagonista è un postino, consegna lettere ma non ha nessuno con cui comunicare. Divide l’appartamento con un gatto e un brutto giorno scopre di avere solo una settimana da vivere.
Ha bisogno di tempo per compilare una lista di cose da provare prima della dipartita. Il diavolo gli consente un giorno in più ma vuole un tributo in cambio. A cosa rinunciare, agli orologi, ai telefonini, ai film e se sparissero i gatti? Cosa farà il protagonista, quanto le scelte individuali possono incidere sulla vita degli altri?
Lo scrittore

Kawamura Genki è uno scrittore giapponese nato a Yokohama nel 1979. Dopo la laurea in lettere ha collaborato alla produzione di film di successo, ottenendo numerosi riconoscimenti. Ha scritto “Non dimenticare i fiori” prendendo spunto dall’Alzheimer della nonna.
Chissà se Genki è un nome d’arte, me lo chiedo perché ho recensito una mostra sul metaverso all’Arsenale di Venezia con questo titolo. Si tratta di un concetto filosofico della cultura cinese e giapponese. Essere Genki significa dare il meglio di noi stessi, creare un legame positivo con le persone. Si riferisce all’origine del mondo e rappresenta l’energia vitale che genera ogni cosa.
Passiamo ad un titolo che travolge, è un colpo al cuore

“V13” (Adelphi), di Emmanuel Carrère. È un viaggio nell’orrore, nel fanatismo e nella follia, purtroppo reale. Il resoconto giorno per giorno del processo ai complici e all’unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi, che presero di mira il Bataclan, lo Stade de France, i bistrot, causando centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. Ogni mattina Carrère ha ascoltato il resoconto di quella atroce esperienza, di chi ha perso una persona cara, degli scampati alla carneficina strisciando in mezzo ai cadaveri. Un diario asciutto senza enfasi letterarie, scandito in tre parti: le vittime, gli imputati, la Corte. V13 raccoglie gli articoli apparsi a cadenza settimanale sui principali quotidiani europei del celebre scrittore francese, regista e sceneggiatore. Nel 2012 la sua biografia del controverso Limonov è diventata un bestseller.

Leggiamo un frammento di V13: “Un giorno dopo l’altro, ascolteremo esperienze estreme di morte e di vita, e penso che, fra il momento in cui entreremo in quell’aula di tribunale e quello in cui ne usciremo, qualcosa in noi tutti sarà cambiato. Non sappiamo che cosa aspettarci, non sappiamo che cosa succederà. Coraggio”.

Mi porta alla mente i funerali di Valeria Solesin in una Piazza San Marco gremita di gente, con la millenaria Basilica testimone di un messaggio di pace lanciato dai massimi esponenti di tutte le religioni.
Chiudiamo come abbiamo iniziato: con Paul Verlaine

Chiudiamo questa pagina tornando a Paul Verlaine, e dato che è appena sbocciata la primavera ci salutiamo con la prima strofa del poema Canzone d’autunno. Questi versi sono entrati nella storia e non solo per la bellezza. Vennero utilizzati in codice da Radio Londra per comunicare alla resistenza francese l’imminente sbarco in Normandia ed eventuali azioni da compiere.
“I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno feriscono il mio cuore con monotono languore”.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta, la foto dei funerali della studentessa Valeria Solesin, che ricordiamo intelligente e bellissima, mi ha rattristato. Ricordare come un fanatismo anacronistico abbia potuto cancellare, otto anni fa, il sorriso di una persona intelligente e preparata, trascinando nel dolore amici e familiari, mi pone dei dubbi sul messaggio di pace. Dobbiamo consolidare la laicità della nostra società allontanando ed emarginando chi nel nome della religione porta avanti delle battaglie già superate nel medioevo. Il libro di Emmanuel Carrère spero che possa essere utile per tacitare questo fondamentalismo inaccettabile da uno stato europeo che ha fatto della libertà la sua bandiera. Tra gli altri libri, il racconto di Genki Kawamura, o come si chiama realmente, con Se i gatti scomparissero dal mondo, mi ha fatto pensare ad un amico molto più giovane colpito da un terribile male. Anche lui sta scrivendo una lista e ha voluto mettermi in un testamento per salvare le cose belle che amiamo entrambi. Certo che anche lui non avrebbe mai consegnato al diavolo il suo gatto e tutti gli altri felini che ci fanno le fusa. Ancora complimenti al Prof. Carlo Rovelli, avere un testo scientifico primo in classifica significa che i lettori sono sempre più preparati e cercano una lettura sempre più alta.