La storia è quella di una missionaria comboniana che per 50 anni ha svolto la sua missione nel Sudan. Ora la vicenda di suor Bianca Benatelli, veneta di Carole, è diventata un libro che è appena stato presentato a Caorle dal direttore di “Nigrizia” padre Giuseppe Cavallini e dal giornalista di “Famiglia Cristiana” Luciano Scalettari. Il libro, scritto da Tonino Falaguasta Nyavbenda, è intitolato “Bianca Benatelli, missionaria comboniana in Sudan per 50 anni”, stampato per le Edizioni Missionari Comboniani. Per conoscere la personalità e l’opera di suor Bianca, pubblichiamo l’introduzione scritta dalla suora missionaria Paola Moggi che è anche direttrice della rivista “Combonifem”.
La storia

“Nel 2008 Wau (Sudan del Sud) era una città fantasma: la polvere rossa delle strade irritava gli occhi e i polmoni. L’incuria degli edifici in mattoni cotti lasciava intuire la presenza coloniale inglese. Ma era soprattutto lo spirito prostrato delle persone a rivelare tanta sofferenza. La città era stata per anni sul fronte della guerra civile sudanese. A differenza di altre città del Sudan del Sud, non era sfigurata dalle voragini delle bombe. Ma dopo tre anni dalla firma della pace, le ferite sanguinavano ancora.
Il sorriso di Suor Bianca

In quel contesto cupo, suor Bianca Benatelli brillava con la sua figura minuta e instancabile: accogliente e gioviale, con il suo servizio allietava la Comunità delle Suore e il Dispensario che aveva allestito con creatività e ingegno, nelle costruzioni di una prestigiosa scuola di Medicina, costruita con maestria da un’organizzazione cattolica tedesca. Anche le carceri erano pervase dalla sua industriosa presenza.
Suor Bianca è stata una degna figura di Caorle e una degna figlia di San Daniele Comboni

“Il giorno e la notte – diceva il Comboni,- il sole e la pioggia mi troveranno egualmente e sempre pronto ai vostri bisogni!”. Anche lei ha fatto altrettanto. Senza distinzione di etnia o di religione, chiunque avesse bisogno trovava in lei accoglienza e aiuto. Ostetrica diplomata, aveva contribuito a far nascere tante vite. Forse per questo diffondeva ovunque lo spirito della risurrezione.
Padre Tonino Falaguasta Nyabenda ce la fa incontrare nelle tappe salienti della sua consacrazione missionaria

Dagli inizi della sua vocazione a Caorle, nel Postulato delle Suore Missionarie Comboniane a Verona, dove giunge nel 1958, e nelle lettere alla famiglia dai vari luoghi che ha attraversato: Londra per il Noviziato e gli studi, Khartoum (Sudan del Nord), che nel 1965 diventa la sua prima Missione, e infine Wau (Sudan del Sud), dove arriva nel 2002.
La situazione in Sudan

Dal 1983, il Sudan del Sud era sconvolto da una guerra che aveva spinto milioni di profughi a Khartoum, nella capitale del Nord. Suor Bianca li assisteva. Tante mamme, originarie del Sud, venivano soccorse anche da suor Bianca. E finalmente anche lei raggiunse quella regione martoriata, proprio a Wau.
Ma il servizio di suor Bianca è stato prezioso anche per tutta la Famiglia Comboniana
Infatti nel 1997, nella maternità St.Mary a Khartoum, ha assistito la signora Lubna, una mamma sudanese, musulmana, arrivata al parto in condizioni disperate. I medici non avevano più speranze. Ma suor Bianca fece ricorso a Mons. Daniele Comboni. E avvenne il miracolo che ha permesso di far proclamare “Santo” il nostro Fondatore.
Un grande aiuto al paese

A Wau la Missione evolve per lo sviluppo del paese: nel 2009 il luogo del dispensario diventa nuovamente una scuola per il personale paramedico. Ma suor Bianca continua a visitare malati e poveri nei villaggi e nelle carceri, fino a quando lei stessa diventa una persona da curare. Nel 2016 rientra in Italia, portando con sé, dal Sudan del Nord e dal Sudan del Sud, il grazie di tante mamme, di tante famiglie, e anche della Congregazione”.