“Amo scrivere perché fare un romanzo è mentire, e io adoro mentire”. Françoise Sagan. Festeggiamo il solstizio d’estate con alcuni compleanni celebri. Iniziamo con la scrittrice francese Françoise Sagan nata il 21 giugno 1935, universalmente nota per “Bonjour tristesse”, suo primo romanzo scritto nel 1954. Una vicenda per quei tempi scandalosa, premiata con il Prix des Critiques, che diventerà anche un film diretto dal grande Otto Preminger. In questi giorni nascono due figure basilari e importanti della storia italiana, Giuseppe Mazzini, il 22 giugno 1805 e Silvio Pellico 25 giugno 1789.
Entriamo alla Lovat

È tempo di entrare in libreria e scoprire come si orienta il panorama editoriale. Guardiamo la classifica elaborata dalla Libreria Lovat punto letterario strategico del nordest che ci accoglie con il suo profumo di libri e caffè. Due storiche sedi, a Villorba (Treviso) e Trieste. Ecco il palmares:
- Dicker – Il caso Alaska Sanders – La Nave di Teseo
- Tuti – Come vento cucito alla terra – Longanesi
- Kawaguchi – Finché il caffè è caldo – Garzanti
- Ebhardt – Leonardo Del Vecchio – Sperling & Kupfer
- Righetto – La stanza delle mele – Feltrinelli
- Riley – Delitti a Fleat House – Giunti
- Camilleri – La coscienza di Montalbano – Sellerio
- Doom – Fabbricante di lacrime – Salani
- Saviano – Solo è il coraggio – Bompiani
- Dusse – Inspira, espira, uccidi – Giunti
La vetta

In vetta sempre Ci sono delle novità importanti sulle quali ci soffermiamo questa settimana, senza dimenticare che in vetta al primo posto resta saldo lo scrittore svizzero premiato da pubblico e critica Joël Dicker con “Il caso Alaska Sanders” (La Nave di Teseo). Alaska è una bella e giovane donna trovata morta in riva ad un lago. Una inquietante lettera anonima scombina le carte. Dopo l’arresto del presunto assassino, il caso si riapre. Falsa pista e indagini sbagliate?
Torna la Tuti
Torna nel medagliere con il suo talento originale una scrittrice molto amata, Ilaria Tuti.

Nata a Gemona del Friuli ha studiato Economia. Appassionata di pittura, ha fatto anche l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il suo libro d’esordio è il thriller Fiori sopra l’inferno. Molti i titoli che sono entrati nel cuore dei lettori: Fiore di roccia, La luce della notte, Figlia della cenere.
Ilaria entra in classifica

Ora è in libreria con un romanzo già in testa alle classifiche “Come vento cucito alla terra” (Longanesi). La sensibilità di questa scrittrice attraversa i confini di storie dimenticate ma molto importanti. Ilaria Tuti narra la vicenda delle prime donne chirurgo, durante la Prima Guerra Mondiale, un gruppo di pioniere a cui era preclusa la pratica in sala operatoria.
Queste donne coraggiose, decidono di aprire in Francia un ospedale di guerra completamente autogestito. Protagoniste silenziose di una vicenda di emancipazione epica e straordinaria.
Leggiamo l’incipit: “La vampata sulfurea del fiammifero sembrò presagire l’apparizione del demonio. Se fosse comparso, non sarebbe stato la prima creatura degli inferi a passare di lì, quella notte”.
Saldo il caffè

Al terzo posto ritroviamo uno scrittore che sentiamo ormai di casa anche se viene da Osaka dove lavora come sceneggiatore e regista. Il caso letterario di questi ultimi tempi: “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi. Una magica lettura su una caffetteria prodigiosa dove tutto è possibile.
Stabile Del Vecchio

Ancora molto veneto il medagliere: “Leonardo Del Vecchio” (Sperling & Kupfer), esclusiva e non ufficiale biografia del fondatore di Luxottica, uno degli uomini più ricchi d’Italia. L’autore è Tommaso Ebhardt . Nato a Treviso nel ’75, è direttore della redazione di Bloomberg News di Milano.
Top five la Stanza delle Mele

Anche Matteo Righetto è sempre in testa nel gradimento dei lettori: “La stanza delle mele” (Feltrinelli). Il mondo incantato della montagna per lui non è solo palcoscenico da ammirare, ma luogo dell’anima. Lo scrittore che vive tra Padova e Colle Santa Lucia ha ricevuto nel 2019 il Premio Speciale Dolomiti Unesco. Docente di lettere, si è imposto con il suo romanzo d’esordio: “Savana Padana”.
La novità

La novità della settimana ci porta nuovamente nel mondo del thriller, ma questo è dissacrante e carico di humour nero. “Inspira, espira, uccidi” di Karsten Dusse (Giunti).
Dusse è un avvocato tedesco noto a livello nazionale come autore televisivo e sempre in testa alle classifiche con i suoi racconti molto originali e spiazzanti. Il protagonista è un cinico e nello stesso tempo ingenuo avvocato Björn Diemel che si trasformerà in un vero criminale grazie alla mindfulness.
La consapevolezza di sé
Una pratica che consente il raggiungimento della consapevolezza di sé e del momento presente in maniera non giudicante. In sintesi la mindfulness ha l’obiettivo di farci ottenere uno stato di assoluto benessere, grazie alla positiva gestione dei pensieri negativi e assenza di criticità nei propri confronti.
Il protagonista decide di mettere in pratica questi principi, ma la situazione si complica dato che il suo maggiore cliente è un mafioso narcotrafficante che si nasconde nel suo bagagliaio per sfuggire alla polizia. Per trovare lo stato di benessere l’avvocato decide di “lasciare” il lavoro nel bagagliaio con conseguenze letali. Da quel momento la storia diventa incredibile e surreale.
Un bel riferimento

Sembra di tornare alle atmosfere di Arsenico e vecchi merletti leggendo l’incipit: “Mettiamo subito in chiaro una cosa: non sono un uomo violento. Anzi. Per dirne una, in vita mia non ho mai fatto a botte con nessuno. E ho commesso il mio primo omicidio a quarantadue anni. Piuttosto tardi, rispetto alla media nel mio ambiente di lavoro. Ok, è vero, la settimana successiva ne avevo già fatti fuori una mezza dozzina”. La vicenda ha conquistato milioni di lettori in 13 Paesi e diventerà presto un film. Peccato non ci sia più un attore straordinario come Cary Grant, sarebbe perfetto per la parte.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta, pur essendomi divertito a leggere la Sua simpatica presentazione del nuovo giallo in classifica Inspira, espira, uccidi, di Karsten Dusse, la mia attenzione è andata alla scrittrice Ilaria Tuti. Pur scrivendo un romanzo, Come vento cucito alla terra, l’autrice tratta di una vicenda storica di grande rilievo umano. Proprio oggi, leggendo un altro Suo bellissimo articolo su Artemia Gentileschi, abbiamo riflettuto sull’emancipazione femminile, bruttissimo termine per dire che alle donne devono essere date le stesse opportunità riservate agli uomini. Non conosco il grado di civiltà della Francia di fine Ottocento, quando eravamo in piena Belle Époque, periodo in cui queste ragazze sono nate, però la scelta di mettere a disposizione dei feriti e dei sofferenti il loro sapere, rendono queste donne meritorie di memoria e di un racconto, sia pure verosimile. Leggo che l’autrice è nata a Gemona, allora ripenso alla mia gioventù, militare nel 1976 in Friuli, a maggio avevo solo un mese di esperienza, ma ci rendemmo utili per molti mesi fino all’altra grande scossa di Settembre, mi pare. Quanto tempo è passato, com’ero felice!
I suoi scritti sono sempre preciso a accattivanti.