“Era dunque scritto nel libro del destino, alla pagina mia, che l’anno 1786, la sera del 28 settembre, alle cinque secondo il nostro orologio, avrei visto per la prima volta Venezia entrando dalla Brenta nelle Lagune”. Quanto può essere romantica e misteriosa la precisione cronologica! L’importante è chiamarsi Johann Wolfgang Goethe. Il suo Viaggio in Italia è imperdibile, considerando anche il fatto che lo scrittore parte per il nostro paese di nascosto, idea alquanto pericolosa.
Scambiato per una spia

Quando a Malcesine decide di sedersi per disegnare il panorama, è scambiato per una spia. Viene accerchiato dalla folla curiosa e impaurita e accusato di essere un emissario dell’Imperatore Giuseppe incaricato di osservare i confini del territorio. Lo scrittore confessa che sta eseguendo solo degli schizzi di una vecchia torre.
La replica
“Ma se è una rovina, cosa può esserci di notevole da vedere”? Goethe risponde alla folla dicendo che molti viaggiatori, venivano in Italia solo per vedere delle rovine. Roma, la capitale del mondo devastata dai barbari, non era che una gran rovina. Straordinaria e impeccabile la scelta difensiva. Come prova, ecco la conclusiva testuale testimonianza: “Signor Podestà, Io sono convinto che questo signore è una brava persona e un artista assai colto, lasciatelo andare in santa pace”.
In santa pace Goethe raggiunge Venezia

Durante il suo magnifico soggiorno annota tra gli appunti: “Qui la gente va in giro quasi tutto l’anno con la maschera sul viso”. Indubbiamente il carnevale veneziano possiede un’aura leggendaria unica al mondo e antichissima. I primi documenti risalgono al 1094, diventa festa pubblica nel 1296 per decisione del Senato della Repubblica.
Piaceva molto ai veneziani occultare la propria identità, erano propensi a travestirsi in qualsiasi periodo dell’anno
La maschera nascondeva giocatori d’azzardo, incontri clandestini, traffico illecito, prostituzione. Pesanti le sanzioni della Serenissima, dal carcere, alle frustate, alle multe salatissime.
Anche Goethe si maschera
Tornando alla nostra guida turistica preferita, Goethe, scopriamo che amava passeggiare per la città senza essere riconosciuto. In sintesi, è questa l’essenza del Carnevale: celare la propria immagine mescolandosi tra la folla, più uno stato d’animo che una kermesse.
Il Carnevale di Venezia dei tempi moderni è impresso in una data molto significativa: il 1980

Il grande Maurizio Scaparro, che ho avuto il privilegio di intervistare, rende omaggio al Teatro del Mondo di Aldo Rossi, edificio galleggiante ancorato in Bacino San Marco e utilizzato per l’edizione del Carnevale 1980. Da quel momento cambia tutto, la città si trasforma in un immenso palcoscenico che coinvolge unitamente Comune, Biennale, Teatro la Fenice.
I veneziani riscopriranno la loro città partecipando in massa agli eventi, di giorno e di notte. Eredità culturale e artistica che ancora oggi rimane tra le manifestazioni più importanti.
L’omaggio
In omaggio ai 90 anni di Maurizio Scaparro è stata inaugurata in questi giorni al Portego di Ca’ Giustinian, la mostra: “Il Carnevale squarcia la nebbia”- Venezia, Scaparro, La Biennale 1980, 1982, 2006, dall’Archivio della Biennale di Venezia”. Uno splendido omaggio al talento del regista organizzato dall’Archivio Storico delle Arti Contemporanee.
La mostra

In mostra fotografie, manifesti, video, documenti, oggetti e articoli d’epoca che illustrano i memorabili carnevali ideati da Scaparro, comprese le immagini dell’iconica installazione di Aldo Rossi ormeggiata alla Punta della Dogana in occasione del primo Carnevale del Teatro nel 1980, che testimoniano il viaggio del Teatro del Mondo fino a Dubrovnik.
Il ringraziamento
Maurizio Scaparro ha rivolto un ringraziamento speciale alla Biennale per l’omaggio, definendo quel capitolo veneziano: “simbolo dell’unione, dell’interculturalità e come seme dell’utopia teatrale che in quegli anni è diventato un punto di riferimento nazionale e internazionale”.
La mostra sarà aperta sino al 15 maggio dal lunedì al sabato e le domeniche di Carnevale 20 e 27 febbraio.
Ricordare il futuro
Sono trascorsi quarant’anni da questi eventi così innovativi che sembra di guardare al futuro e non al passato, in sintonia con il tema scelto nel 2022 dal direttore artistico Massimo Checchetto, scenografo e Direttore degli allestimenti scenici del Teatro La Fenice. “Remember the future”.
Il titolo si ispira ad una celebre e surreale citazione di Salvador Dalì: E più di tutto mi ricordo il futuro.
Il Carnevale a Venezia: tra sogno e realtà

Illuminante e condivisibile la visione della città narrata da Massimo Checchetto: “Camminando per Venezia, sebbene con una meta precisa, si è costretti a continui cambi di direzione, le calli terminano in una svolta; dietro ad una svolta una sorpresa, spesso una meraviglia, quasi sempre un futuro. Per il tema del Carnevale di Venezia di quest’anno ho pensato proprio al nostro futuro, quel futuro che questa Città piena di passato scatena in chi la vive. Proprio un luogo in perenne contraddizione, dove si fondono sogno e realtà”.
12 febbraio – 1o marzo, questo l’arco temporale di pura magia nel quale sarà possibile ricordare il futuro, abbiamo quindi ancora diversi giorni a nostra disposizione

Come è noto le norme di sicurezza legate alla pandemia hanno modificato il classico programma. Niente volo dell’angelo in Piazza San Marco (un tempo era un turco a lanciarsi dal campanile), neppure i cortei acquei e i grandi palchi animati. Un carnevale che secondo le linee guida nazionali e locali correlate alle attività presenta un palinsesto diffuso, tra Venezia, terraferma veneziana e isole. Evento multidimensionale che grazie alla tecnologia ha il potenziale di coinvolgere virtualmente da remoto tutto il mondo. In Piazza un’installazione scenografica che permette di sfilare partecipando così alla votazione on line per il concorso della maschera più bella.
All’Arsenale: Nebula Solaris, teatro a cielo aperto, uno straordinario spettacolo con giochi d’acqua e fuoco. Visioni immaginifiche di mondi sommersi e civiltà future.
Disseminati tra campi e calli e negli spazi culturali della città, moltissimi spettacoli di danza, musica, circo, teatro. Apertura straordinaria serale per i musei dell’Area Marciana e dell’area del Settecento veneziano fino al 1o marzo. Altro, Altrove e Spaesamenti musicali alla Querini Stampalia, concerti aperitivi e visite alle collezioni della più famosa casa museo dei veneziani.
Il mio ricordo

Ricordo ancora l’ultima mostra che ho visto a Venezia prima della pandemia (quando ero felice e non lo sapevo). Era a Ca’ Rezzonico: “Disegnare dal vero. Tiepolo, Longhi, Guardi”. I più grandi pittori del Settecento e i loro magnifici disegni. Ca’ Rezzonico è un gioiello sul Canal Grande ricco di tesori d’arte e con un meraviglioso giardino. Custodisce l’imperdibile affresco di Giandomenico Tiepolo “Mondo Novo” realizzato dall’artista nel 1791 per la sua villa di Zianigo nella campagna veneta vicino a Mirano. Venne strappato nel 1906, rischiando di essere venduto all’estero, ma fortunatamente rimase in Italia.
L’affresco è il preludio di un mutamento epocale, quello che nel 1797 segnerà la caduta della Serenissima. Guardandolo ora, possiamo definirlo uno straordinario assembramento. Tanta gente accalcata per ammirare un visore in legno munito di lenti con immagini panoramiche e tridimensionali. Spesso i panorami raffiguravano l’America definita appunto il Mondo Nuovo.
Chi lo sa se il mondo potrebbe finire questa sera?
Se lo chiedeva Robert Browning. Per il grande poeta tutto finì a Venezia, il 12 dicembre 1889. Muore infatti a Ca’ Rezzonico, a quel tempo lo splendido edificio non era ancora Museo, ma l’abitazione del figlio del poeta.
Facciamo un ulteriore salto nel tempo

Se fossimo entrati a Ca’ Rezzonico nel 1926, avremmo sentito suonare Cole Porter. Il grande compositore durante un suo concerto fece costruire una zattera davanti al palazzo per far danzare i ballerini a tempo di charleston. Indubbiamente Venezia è sempre stata piena di sorprese.
Un saluto che viene dal cuore

Vorrei concludere questo strano viaggio nel tempo con un saluto pieno di ammirazione per le guide turistiche. Il 21 febbraio si celebra la Giornata Internazionale della Guida Turistica. Evento istituito nel 1990 e che coinvolge il settore a livello internazionale. Una delle molte categorie colpite gravemente in questi anni dalla pandemia. Si tratta di veri mediatori culturali sempre più attenti alla tutela del patrimonio artistico. Da un loro invito traggo uno spunto che condivido e che spesso metto in atto durante le mie esplorazioni: abituarsi a visitare il territorio dove si abita, quasi come se si fosse turisti a casa propria.
Il modo migliore per scoprire un mondo nuovo ricordando il futuro.
Courtesy La Biennale di Venezia – © Andrea Avezzù
Dott.ssa Elisabetta, questo viaggio intorno al Carnevale a Venezia, è un nuovo racconto culturale sulla Sua straordinaria città. E’ una festa che ha origini lontane, parte dal medioevo per arrivare al futuro. Il ricordo di Goethe e l’informazione che ci trasmette sull’abitudine dei veneziani di non farsi riconoscere, camuffarsi, per essere più liberi di vivere tra il popolo. Tutti i miei amici sono stati a Venezia almeno una volta per il Carnevale, forse più attratti dalla trasgressione che l’immagine di Giacomo Casanova ha fatto entrare nell’immaginario comune. Prima di arrivare al futuro c’è il ricordo dell’opera teatrale di Maurizio Scaparro che a Venezia ha lasciato forti lavori che illustrano la sua arte. Certamente l’intervista della Dott.ssa Elisabetta a questo grande regista, probabilmente realizzata qualche anno fa, sarà un ricordo indelebile che accompagnerà i ricordi dell’intervistatrice. Nonostante il Covid fino a Carnevale si potrà “Remember the future”, insomma non ci sarà più la solita calca carnevalesca, ma comunque gli spettacoli di ogni genere, in ogni angolo di Venezia, daranno un’idea di festa a tutti i visitatori. Chissà se dopo il Covid ci sarà un nuovo mondo, forse diverso da quello che abbiamo vissuto?