Monica Vitti era troppo bella per affrontare la vecchiaia sotto i riflettori. Da circa 20 anni non si vedeva più per colpa della terribile malattia che l’aveva colpita, una rara forma di Alzhemeir che le aveva mangiato velocemente la memoria. La memoria per un attore da giovane è tutto per ricordarsi i copioni. Nella maturità lo è altrettanto per ripercorrere tutto le tappe della propria carriera, che, come cioccolatini, vengono scartate per sciogliere dolcemente il ricordo di film memorabili. Per la Vitti, da anni, ciò era impossibile.
Il ricordo di Monica Vitti

Ma un attore, un grandissimo attore come lei, vive soprattutto nel ricordo degli appassionati e la Vitti sarà ricordata per sempre per il suo talento. Non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo, soprattutto in Francia dove le hanno dedicato le prime pagine i giornali più importanti. Onore meritatissimo per essere stata negli anni d’oro del cinema italiano una delle attrici più versatili. Infatti, a differenza di altri mostri sacri come Sofia Loren, Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida, la Vitti è stata, in tempi diversi, l’interprete ideale del cinema impegnato con Michelangelo Antonioni e della commedia con Monicelli, Scola e Sordi.
Monica Vitti e l’Albertone nazionale

Soprattutto con quest’ultimo costruì un fortissimo sodalizio, rappresentando una delle coppie artistiche più affiatate della storia del nostro cinema, al pari quasi del duo Loren-Mastroianni.
Se la Vitti nella tetralogia di Antonioni (L’avventura, la Notte, l’Eclissi e Deserto Rosso) porta sullo schermo per la prima volta il disagio femminile accoppiato all’incomunicabilità e diventa una star mondiale con premi a ripetizioni (le mancò solo l’Oscar che sarebbe stato meritatissimo), nelle mani di un mago come Monicelli si trasforma in quello che nessun critico si sarebbe mai immaginato: una delle più brillanti attrici della commedia all’italiana.
La commedia all’italiana
Questa veste le permetterà di spogliarsi del ruolo solo di attrice impegnata e di espandere la platea dei suoi ammiratori. Col passare degli anni sarà un crescendo di successi e riconoscimenti. E’ talmente vasto il numero e la qualità delle pellicole che la vedono protagonista che preferiamo ricordare un’altra, in questo caso personalissima, tetralogia dei suo film più importanti: La ragazza con la pistola (sempre di Monicelli e candidato all’Oscar nel 1969), A mezzanotte va la ronda del piacere (di Marcello Fondato dove fa coppia con un irresistibile Giancarlo Giannini) e Polvere di Stelle (di Alberto Sordi dove vengono ripercorsi gli anni ruggenti dell’avanspettacolo).
Monica Vitti e la sua voce
La sua poliedricità derivava probabilmente dalla robusta preparazione teatrale che l’aveva portata anche ad affinare forse, insieme alla bellezza, la sua arma migliore: la voce. Una voce inconfondibile, unica che ha fatto sognare milioni di amanti del cinema.