Un’Italia sostenibile, oggi si può e il Nordest è protagonista. Sempre più aziende hanno abbracciato il principio di sostenibilità e lo hanno trasformato in un vantaggio competitivo per la propria redditività. È, quindi, diventato un elemento chiave per la creazione di un’immagine solidale, la riduzione dei costi, l’accesso a nuovi capitali, costruire un business sano nel tempo. L’emergenza, prima sanitaria e poi economica, però, ha messo in rilievo le fragilità permanenti del nostro Paese. Per questo nasce il Rapporto Cerved Italia Sostenibile che, oltre a misurare queste fragilità, descrive anche i punti di forza. Analizza i livelli di sostenibilità nel territorio dal punto di vista economico, sociale e ambientale. E offre un quadro di rifermento sistematico ai progetti che determineranno il nostro futuro.
La situazione del Nordest sostenibile
Il Trentino Alto Adige, conBolzano, guida le regioni del Nord per la sostenibilità. Seguono Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto. Quest’ultima risulta in buona posizione nella sostenibilità sociale (4 regione) ed economica (6a), in ritardo in quella ambientale (13a). Il dossier conferma l’esistenza di un netto divario tra il Nord e il Sud del Paese. C’è una forte correlazione tra la dimensione economica e quella sociale e ambientale. Le aree con un più robusto sistema produttivo delle regioni settentrionali riescono a garantire ai cittadini occupazione e redditi. A questo si aggiungono prestazioni di welfare migliori e maggiori investimenti nella tutela dell’ambiente e del territorio.
“Le province del Nordest possono guidare la transizione sostenibile del Paese”, sottolinea Andrea Mignanelli,amministratore delegato di Cerved. “Osserviamo però anche forti squilibri, soprattutto nella sfera ambientale, che rendono necessari importanti investimenti nel sistema produttivo. La finanza ESG sta già veicolando grandi masse di fondi verso progetti sostenibili e la regolamentazione bancaria amplierà ancora di più la portata di questo fenomeno. Il Nordest, con una struttura produttiva fatta di piccole imprese, fuori dai radar di questi investitori, rischia però di rimanerne ai margini: siamo impegnati per assegnare uno score o un rating ESG ad almeno 200 mila Pmi in Italia, di cui 30 mila nel Nordest, perché anche loro possano accedere a questi fondi.”

La situazione di Venezia
Venezia evidenzia buone performance nelle dimensioni economiche (10) e sociali (14). Ma è in grave difficoltà sotto il profilo ambientale, confermando i grandi problemi legati soprattutto al turismo di massa. Emerge la centralità di un progetto di riqualificazione green non solo delle attività produttive tradizionali (industriali e portuali) ma della stessa attività turistica. E del rapporto tra il polo attrattivo di Venezia e l’entroterra. La città, con la sua economia fondata sul turismo internazionale, è anche la più colpita dall’impatto del Covid.
I fattori per la sostenibilità
Le conseguenze a breve e lungo termine del Covid potrebbero mettere in difficoltà il tessuto produttivo e la capacità di investimento delle imprese. E con effetti sulla capacità del territorio di ridurre l’inquinamento e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, soprattutto nel caso di province come Venezia e Verona che ne hanno più bisogno. Le dimensioni della sostenibilità sono tra loro connesse anche perché determinate da fattori in larga misura comuni. I tassi dioccupazione, la crescita produttiva e della redditività e anche il movimento dei capitali ha un significativo impatto sociale e ambientale. La crescita del tessuto produttivo e del benessere di un’area dipendono in forte misura dalla sua attrattività, ovvero dall’esistenza diopportunità favorevoli per gli investitori.
Una ricetta contro gli squilibri
“Da più di venti anni lavoriamo in questo territorio del Nordest e speriamo di aver contribuito con la nostra professionalità all’essere guida nella sostenibilità per l’Italia”, afferma Gabriella Chiellino, presidente di eAmbiente. “Ma il cammino ora è arduo perché gli obiettivi sono molto sfidanti e devono essere realizzati in poco tempo (entro 2030 riduzione del 55% delle emissioni climalternati in Europa). L’elasticità delle piccole e media imprese del Nordest potrebbe dare una risposta di maggior resilienza, ma richiede massimo impegno del pubblico e del privato perché collaborino per una meta comune, assieme ai cittadini. Il nostro lavoro oggi, come eAmbiente, è di dare risposte rapide e pratiche agli amministratori ed industriali per trovare la giusta strada nella riduzione dell’impatto ambientale pur mantenendo i posti di lavoro ed i piani industriali di crescita.”.