La notizia che ha sorpreso la comunità internazionale è stata la decisione della Casa Bianca di accelerare il ritiro dei propri uomini dall’Afghanistan entro il primo maggio di quest’anno. Tale disimpegno fu già preso dall’allora presidente Barack Obama, con il trattato che fu negoziato e stipulato con i talebani qualche anno fa.

La mosso di Biden con l’Afghanistan
Il nuovo Presidente Biden ha comunicato che il ritiro completo delle truppe americane si concluderà entro il prossimo settembre. Questo anche per ricordare il ventesimo anno degli attacchi alle Torri gemelle, che ha portato la più importante Potenza verso un conflitto di lunga durata e senza una concreta vittoria sul suolo afghano.

Vent’anni fa
Esattamente una ventina di anni fa si diede avvio alla famosa operazione Enduring freedom che servì per cacciare i Talebani dal potere, Talebani che, stranamente, riottennero la guida dell’Afghanistan. L’opinione pubblica statunitense non solo è stanca di un’occupazione di una nazione dal destino incerto, ma è anche stanca dell’alto prezzo pagato per questa guerra.
Via anche la NATO dall’Afghanistan ma occhio alle conseguenze

Oltre alle truppe statunitense, vi sono anche quelle appartenenti alla NATO che operano sul suolo afghano, c’è anche l’Italia con i suoi quasi mille uomini. Il governo ha dato avvio ad una road map che consentirà il ritiro dei nostri militari.
Il rischio di questo abbandono è che si possa assistere al collasso dell’esecutivo di Kabul che, senza un accordo effettivo, porterebbe l’intero Paese verso il precipizio di una guerra civile. Tra i favorevoli a questo conflitto potrebbero esserci i narcotrafficanti e i movimenti terroristici. Molto dipenderà dalla tenuta dei Talebani attesi da un difficile compito. In ogni caso, va sottolineato che l’amministrazione Biden ha già predisposto un riposizionamento per contrastare gruppi terroristici mediante la presenza di alcune basi afghane gestite dalle forze americane per altri tre anni.