Il decreto europeo “Case Green 2030“ rappresenta una svolta fondamentale per il settore immobiliare dell’Unione Europea. Con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare l’efficienza energetica degli edifici, questo decreto impone forti obblighi per tutti i proprietari di immobili. Il decreto mira a diminuire significativamente l’impatto ambientale degli edifici, riducendo le emissioni di gas serra attraverso l’adozione di tecnologie più efficienti e materiali sostenibili. Gli edifici dovranno rispettare nuovi standard energetici, garantendo un consumo energetico più basso e una maggiore sostenibilità. Entro il 2030, tutte le case, per essere vendute o affittate, dovranno raggiungere almeno la Classe Energetica E, che rappresenta un significativo miglioramento rispetto agli standard attuali.
Obblighi per i proprietari di immobili per il 2030

Tutti i proprietari di immobili residenziali e commerciali che non raggiungono gli standard energetici richiesti dovranno prevedere lavori di ristrutturazione per migliorare l’efficienza energetica dei propri edifici, pena le suddette multe e le restrizioni alla vendita o all’affitto dei loro immobili. Le implicazioni pratiche del Decreto riguardano sia la compravendita sia l’affitto (locazione) di immobili: dal 2030, sarà vietato vendere o affittare immobili che non rispettano i requisiti energetici stabiliti dal decreto, con un impatto significativo sul valore di mercato degli edifici meno efficienti. Infatti, si prevede una crescente domanda di immobili già conformi alle nuove normative, spingendo i prezzi verso l’alto per le proprietà efficienti dal punto di vista energetico, con conseguente forte svalutazione delle abitazioni che non rispetteranno i nuovi limiti.
Lo sportello unico per la prestazione energetica

Lo Sportello Unico per la Prestazione Energetica è una nuova iniziativa prevista dalla Direttiva Europea, volta a fornire assistenza tecnica e consulenza a tutti gli operatori coinvolti nella ristrutturazione degli edifici. Questi sportelli fisici offriranno supporto sia ai proprietari di immobili sia ai professionisti del settore.Gli sportelli saranno distribuiti in modo strategico sul territorio, uno ogni 80.000 abitanti, in aree con edifici più vecchi e “malconci”. Offriranno consulenza su soluzioni finanziarie e tecniche, assistendo famiglie, PMI ed enti pubblici, ma non solo: forniranno anche informazioni su soluzioni finanziarie e tecniche per l’efficientamento energetico, illustrando le opzioni disponibili. Lo scopo è quello di aiutare le famiglie in difficoltà economica o che vivono in abitazioni particolarmente inefficienti dal punto di vista energetico.
Che classe energetica deve avere una casa nel 2030?

Entro il 2030, tutte le case dovranno raggiungere almeno la Classe Energetica E, altrimenti non potranno essere né vendute né locate. Bisogna sottolineare il fatto che, comunque, l’Italia ha raggiunto la metà degli obiettivi di riduzione dei consumi degli edifici previsti dalla Direttiva Case Green entro il 2030. Merito anche del Superbonus e delle altre detrazioni che hanno sostenuto l’efficientamento energetico degli edifici. Ciononostante, la situazione del patrimonio edilizio italiano rimane preoccupante.
Dallo studio “La via italiana alla Direttiva Case Green” condotto dal Centro Studi della Fondazione Geometri, CGIA di Mestre e Smart Land emerge che l’Italia ha già ridotto del 9,1% i consumi energetici degli edifici residenziali. Rispetto al target comunitario per il 2030, che prevede una riduzione del 16% dei consumi negli edifici residenziali, mancano solo 6,9 punti percentuali. Lo studio considera questo obiettivo raggiungibile, anche grazie alla versione definitiva della direttiva che ha introdotto maggiore flessibilità, evitando obblighi diretti per i proprietari e rimodulando i criteri di calcolo.
Patrimonio edilizio italiano in emergenza (e soluzioni)

Lo studio fotografa la situazione preoccupante in cui versa il patrimonio edilizio italiano, composto da 14,8 milioni di edifici. Oltre il 52% del patrimonio residenziale (18,5 milioni di abitazioni) è in classe energetica F o G. Dallo studio emerge che il 68% delle abitazioni utilizza ancora combustibili fossili per il riscaldamento e il 9% delle famiglie italiane vive in condizioni di povertà energetica. Secondo lo studio citato, per centrare l’obiettivo europeo di riduzione dei consumi, entro il 2030 sarà necessario riqualificare 3 milioni di abitazioni, circa 505mila all’anno.
La realizzazione dei lavori in questo periodo di tempo richiederà un investimento complessivo di 84,8 miliardi di euro, circa 14,1 miliardi all’anno, con un costo medio per intervento di circa 28mila euro. Lo studio stima che gli investimenti genereranno un effetto moltiplicatore di 280 miliardi di euro complessivi, di cui 133,76 miliardi di impatto dirette e 44,70 miliardi di impatto indiretto sul settore costruzioni, 101,70 miliardi sull’indotto e 102,6 miliardi come valore aggiunto generato.
Cosa fare entro il 2030

Secondo lo studio, gli investimenti previsti per il periodo 2025-2030 permetteranno di risparmiare 4,68 milioni di tonnellate di CO2/anno, pari a una riduzione del 9% delle emissioni generate dal residenziale al 2020. Guardando al 2050, lo studio individua due possibili scenari per completare la trasformazione del patrimonio edilizio energivoro. Nel primo scenario, si ipotizza un investimento complessivo di 371 miliardi di euro finalizzato alla riqualificazione di 13,3 milioni di abitazioni.
Nel secondo scenario, il piano si concentrerebbe sulle abitazioni stabilmente occupate, prevedendo un investimento di 230 miliardi di euro per riqualificare 8,3 milioni di unità immobiliari. Per garantire una attuazione efficace e sostenibile del piano di riqualificazione energetica, lo studio individua quattro ambiti su cui concentrare gli sforzi normativi, finanziari e professionali. Il primo riguarda la sostenibilità economica degli interventi, da assicurare attraverso incentivi calibrati in base all’ISEE, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili, con misure che saranno in continuità con le politiche di efficientamento delle case popolari finanziate dal PNRR.
Per il 2030 necessari innovazione e digitalizzazione del patrimonio edilizio

Il secondo ambito è la rimozione degli ostacoli che attualmente rallentano o impediscono gli interventi. Lo studio sottolinea la necessità di una semplificazione normativa, in particolare per i contesti condominiali più complessi, nonché il rafforzamento delle misure di regolarizzazione edilizia.
Il terzo pilastro è legato all’innovazione e alla digitalizzazione del patrimonio edilizio. Si propongono incentivi mirati per l’adozione di sistemi smart e soluzioni digitali e, a supporto di questo processo, è considerata essenziale la formazione di specialisti.
Infine, lo studio valorizza il ruolo dei tecnici e dei professionisti del settore. Si raccomanda l’attivazione di sportelli di assistenza tecnica, la definizione di figure certificate indipendenti e l’adozione di percorsi di aggiornamento per garantire che le competenze siano sempre in linea con le esigenze della transizione energetica.

















































































