A Milano, nel 1994, nasce Emergency, un’associazione umanitaria indipendente e neutrale fondata per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e delle povertà.
Trent’anni di amore per la gente, per gli ultimi, contro ogni forma di violenza e discriminazione. Trent’anni di lotta, a mani nude, per curare chiunque ne avesse bisogno. L’iniziativa, rivoluzionaria, è di Gino Strada, medico d’urgenza classe 1948. Al suo attivo, dopo un periodo di formazione negli Stati Uniti in chirurgia dei trapianti di cuore e cuore-polmone, c’è un lavoro durato anni con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in Pakistan, Etiopia, Thailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia e Bosnia, per l’assistenza ai feriti di guerra. Sarà proprio l’esperienza maturata con la Croce Rossa a spingere Strada, con la prima moglie Teresa Sarti ed alcuni colleghi ed amici, a fondare Emergency.
L’impegno di Emergency

Quella che all’epoca appariva come mera utopia – portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà – si è concretizzata, invece, in questi decenni come una grande, fattiva realtà. Dopo il primo progetto, attuato in Ruanda negli anni del genocidio, Emergency è intervenuta in venti Paesi, costruendo ospedali, sale operatorie, posti di primo soccorso, centri sanitari, ambulatori mobili e poliambulatori, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico. Su sollecitazione di autorità locali o di altre organizzazioni, ha inoltre contribuito alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di strutture sanitarie già esistenti.
Emergency contro la guerra

Un lavoro in crescendo, anche dal punto di vista ideale: si deve all’intervento di Emergency se l’Italia ha messo al bando l’utilizzo delle mine antiuomo; il ripudio della guerra nell’appello Uno straccio di pace del 2001; la campagna del 2002 “Fuori l’Italia dalla guerra”, contro la partecipazione del nostro Paese al conflitto in Iraq; la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare “Norme per l’attuazione del principio del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e dallo statuto dell’Onu”, depositata alla Camera dei Deputati nel giugno 2003. Nel 2015, lo stesso Strada ha ritirato a Stoccolma il Right Livelihood Award, il “Premio Nobel alternativo” nato per “onorare e sostenere coloro che offrono risposte pratiche ed esemplari alle maggiori sfide del nostro tempo”.
I numeri
Negli anni, Emergency ha curato oltre dodici milioni di persone. Per citare solo alcune delle peggiori crisi umanitarie di quest’ultimo tremendo periodo, basti pensare che le strutture dell’organizzazione sono presenti in Sudan, dove l’operatività degli ospedali è condizionata dagli effetti della guerra, tra blackout di rete e tempi delle scorte sanitarie; oppure nella Striscia di Gaza, dove Emergency è entrata ad agosto 2024, dopo mesi di tentativi per ottenere l’accesso. Da allora, il personale sanitario ha iniziato a curare, nonostante la mancanza di farmaci, generatori, desalinizzatori e strumenti rimasti a bordo di convogli senza permessi d’ingresso a Gaza.
Ogni giorno, nella cosiddetta “zona umanitaria” di Khan Younis, gli operatori hanno convissuto, con l’assenza di uno spazio sicuro e i continui attacchi a strutture sanitarie. Eppure sono ancora lì, a prendersi cura e a testimoniare l’orrore: «Se le violenze giornaliere contro la popolazione civile di Gaza non sono nuove – ha raccontato Stefano Sozza, capomissione nella Striscia – le condizioni attuali di costrizione spaziale amplificano esponenzialmente il livello di disperazione … a Gaza non entra più cibo, non c’è acqua e i canali commerciali sono bloccati».
Così, come dimenticare il soccorso in mare, portato avanti dalla nave Life Support, operativa dal dicembre 2022, che solo nel 2024 ha condotto tredici missioni nel Mediterraneo, soccorrendo 1232 naufraghi, o l’assistenza sociosanitaria che Emergency presta nelle periferie, o in situazioni di marginalità? Da Marghera, a Sassari, Castel Volturno, Milano, Napoli e Brescia: solo l’anno scorso, l’organizzazione in Italia è stata punto di riferimento per persone in difficoltà, con oltre quarantacinquemila prestazioni di sostegno sociosanitario, oltre a quelle legali e di patrocinio contro le barriere burocratico-amministrative che minano l’accesso equo alle cure, sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
La mostra di Emergency

Per tutte queste ragioni, per questa splendida storia d’amore, la mostra Humanity Lovers che si è appena inaugurata presso la sede di Emergency a Venezia e durerà fino al 31 ottobre di quest’anno, costituisce una celebrazione importante e necessaria. Sette stanze espositive ripercorrono la storia dell’organizzazione, con un indispensabile sguardo al futuro, secondo la visione del fondatore Gino Strada: «Non si può dire che una cosa è impossibile – sosteneva – finché non provi a farla …».
Come nasce la mostra di Emergency


La formula che la curatrice Stefania Vasques, in collaborazione con lo staff veneziano coordinato da Mara Rumiz, ha utilizzato per ripercorrere questi vent’anni incredibili è la scelta di sette parole chiave che trasmettono l’identità di Emergency, il suo patrimonio genetico. Parole-simbolo incrollabili, nonostante il mondo sembri franarci addosso: guerra, la cui inutilità va denunciata; utopia, perché i sogni hanno un senso se si tenta di attuarli; cura, come strumento per cambiare le cose e salvaguardare la vita.

Poi, persone, comunque preziose nelle loro differenze, da celebrare e proteggere; bellezza che deve essere un bene per tutti, perché la vita stessa è per principio bella; cultura, dato che è la conoscenza che ci salva, insieme. Per ultima, la parola che ci rende liberi, ossia scelta: la possibilità di cambiare la realtà, d’individuare ciò che conta realmente e, così facendo, di migliorare il nostro futuro. A cucire le sette stanze, allestite con gusto ed intensità, una frase tratta da una lirica di Emily Dickinson, in consonanza estrema con la visione di Strada: Io abito il possibile.

Così, tra soffitti trapuntati di mine antiuomo riprodotte (i celebri pappagalli verdi, le PFM-1 che danno il titolo ad uno dei più celebri libri di Gino) e pareti ricoperte di pagine, a significare il valore dei libri, splendidi ritratti di varia umanità e documenti, se ne esce con la consapevolezza straordinaria che quel possibile sia l’impossibile che si realizza: un mondo senza guerra, a tutti i costi e contro ogni evidenza.
Informazioni

Humanity Lovers
30 aprile- 31 ottobre 2025
Sede di Emergency
Giudecca 212
Venezia
Dal mercoledì al sabato, 12:00-18:00
Ingresso libero
La mostra sarà chiusa nei mesi di luglio e agosto
Tel. 041 877931
Credits: Valentina Sommariva
Ottimo articolo di grande etica civile.