Tutti, ma proprio tutti dicono e scrivono che l’agguato teso da Trump e Vance al presidente ucraino Zelensky la mattina del 2 marzo alla Casa Bianca “finirà nei libri di storia”. Forse sarà proprio così: come due uomini potentissimi abbiano umiliato un loro ospite speciale, capo di una nazione libera (anche se non ha la relativa statua) e aggredita a mano armata dall’attuale zar di Mosca. La scena disgustosa, diranno gli storici, è avvenuta nel Palazzo del Potere di un’America che non è mai stata così volgare. Se quella sceneggiata in diretta televisiva non fosse tanto grottesca, si potrebbe liquidarla come una trappola della coppia collodiana del Gatto e la Volpe contro il povero Pinocchio. Quei dieci minuti di sceneggiata contro l’ospite ucraino, che approda nel “Paese delle libertà” senza indossare “un vestito” degno del luogo (!) mentre la sua nazione sanguina e brucia sotto i colpi dell’aggressore…
In Mondo Visione
Prima di aver visto su La 7 la violenza dei due politici americani avevo scritto un appunto su un pensiero che mi tormentava. Pensavo, nei giorni scorsi, alla nostra condizione di umani sempre più pressati dal sistema comunicativo globale del quale siamo, insieme autori e destinatari (se non anche vittime).
I mezzi sofisticati dell’informazione di massa ci legano saldamente alla rete da cui il mondo è avvolto. Dicono: “Siamo connessi, il mondo è con noi”, ma si dovrebbe dire, ormai, che siamo costretti a subire quello che non per caso è stato definito bombardamento mediatico. Le notizie sono diventate bombe che ci esplodono addosso e così siamo spettatori coatti di eventi “epocali” che ci emozionano e talvolta ci offendono nella nostra sensibilità.
Scavare nel Tempo

Alberto Angela ha dedicato il suo programma Ulisse a una scoperta archeologica avvenuta in quella particolare miniera della storia che è Pompei, la città morta più visitata. Le sue rovine contengono ancora la vita, quella che ci dona l’arte. Parlo degli affreschi dedicati a Dioniso e alla sua corte: le fotografie ci rimandano la freschezza delle figure in processione rituale dipinte da un artista forse perito nell’eruzione del 79 dopo Cristo. La biblica catastrofe ha suggellato nella coltre di ceneri vulcaniche la visione pagana del dio dell’ebbrezza, ma anche della fecondità della natura, della metamorfosi ecc.
Il risalto dato a quegli affreschi è stato molto ampio, non solo per la sorpresa di vedere alla luce del presente tanta bellezza sepolta, ma, come dicevo, la percezione di aver trovato qualcosa di vivo nella città imbalsamata. L’archeologo Andrea Carandini, nel suo articolo sul Corriere della Sera, si è diffuso sui particolari scientifici della scoperta, ma poi ha avuto un pensiero fulminante sul presente; ad un certo punto, infatti, cita la nostra società visitata da quelle figure gioiose e la descrive così: “vinta dai vizi, ignara delle virtù, avida di decadere a precipizio”.

Noi uomini della strada siamo immagati da un tale evento culturale: quello scavare degli archeologi nel suolo dell’antica città romana lo percepiamo come uno scavo nei campi del Tempo, una esplorazione del sottosuolo della Storia.
Questo scendere nel profondo della civiltà ci porta inevitabilmente a recuperare quei lacerti di umanità che stando nel passato sono le pietre di fondazione del nostro presente.
In fondo, il divino Dioniso aveva sposato la nostra carne: per questo non è mai morto.
Il tranello

(poesia)
Sono caduta in un profondo tranello
come dentro ad un pozzo acquitrinoso.
O chi potrà salvarmi da questa immagine
scaltra
che adombra un mobile amore?
In fondo al pozzo siamo giunchiglie d’ombre
e il mio urlo sovrasta le acque.
Il camaleonte gagliardo guarda dalle orride
piante
questo mio precipizio segreto. –
Alda Merini
Da Vuoto d’amore, Corriere della Sera ed., 2014
Scusate ! L’ eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei avvenne nel 79 dopo Cristo , no ante . Vogliate correggere. Grazie.
A proposito di Trump: si dice che ogni nazione ha il governo che si merita … solo che, purtroppo, qui siamo coinvolti tutti quanti.