Pittura, scultura, xilografia, fotografia, installazione: nel percorso espositivo ideato a Palazzo Strozzi per la nuova mostra di Anselm Kiefer tutte queste espressoni artistiche si intrecciano creando una summa potente che esprime pienamente l’opera e la vita del maestro tedesco, uno dei più grandi tra XX e XXI secolo.
Gli Angeli di Kiefer
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“Angeli caduti”, a cura di Arturo Galansino, si apre già nel cortile con un dipinto dalle dimensioni ciclopiche, oltre sette metri d’altezza, com’è del resto nelle abitudini di Kiefer: Engelssturz (Caduta dell’angelo), concepito appositamente per dialogare con l’architettura rinascimentale in cui è inserito, volutamente esposto alle intemperie, senza alcuna protezione dal sole e dalla pioggia. L’Arcangelo Gabriele si staglia sullo sfondo oro come nei dipinti trecenteschi, mentre gli angeli ribelli precipitano nella zona sottostante, scura, materica, acquistando tridimensionalità. Lotta tra Bene e Male, cielo e terra, ma anche riferimento alla guerra, a un mondo distrutto, all’intera umanità che cade in un baratro, come a voler dire: siamo tutti angeli caduti.
Il fil rouge della mostra continua nel dipinto Luzifer, nella prima sala, in cui un’ala d’aereo spunta dal dipinto. Mentre Lucifero precipita, gli angeli ribelli che l’hanno preceduto sono rappresentati in basso da tuniche vuote. Le ali che hanno permesso agli uomini di volare ora si sono trasformate da immagine di libertà a emblema di distruzione e di morte, con un richiamo anche al mito di Icaro, alla scelta di ignorare o sfidare il pericolo nel desiderio di sfidare i propri limiti.
Più di cento opere di Kiefer in mostra
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La mostra espone venticinque opere storiche di Kiefer e altre realizzate appositamente per Palazzo Strozzi in un progetto iniziato nel 2017.
Piombo, oro, gesso, arbusti, tessuti e abiti, semi, oggetti, si fondono nelle opere così come in esse si intrecciano letteratura, filosofia, storia, scienza, la complessità di un mondo artistico in continuo divenire. Una perenne trasformazione determinata non soltanto da continui interventi dell’autore (l’opera non è mai finita, mai compiuta), ma anche dagli agenti atmosferici, dall’esposizione alle radiazioni del polonio o determinati dall’elettrolisi che intervengono in modo spesso casuale, prescindendo dalla sua volontà.
Il crepuscolo del nazismo
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L’uso del fuoco e dell’acqua, così ben raccontato nel film Anselm di Wim Wenders, rendono questo artista un demiurgo posseduto dagli elementi, dal suo ardore creativo e dalla sua tensione sociale e politica nel non voler dimenticare, ad esempio, il passato della Germania, come testimoniano le gigantesche stampe fotografiche montate su piombo scattate in diversi luoghi. Qui Kiefer si ritrae mentre emula il saluto nazista (si veda la foto) indossando l’uniforme da ufficiale della Wehrmacht del padre. Nelle azioni denominate Heroische Sinnbilder (Simboli eroici), risalenti al 1969, l’intento di Kiefer era quello di esplorare e sfidare provocatoriamente l’identità e la cultura propria e dell’intero popolo tedesco, richiamando il crepscolo della storia e della cultura rappresentato dal nazismo.
L’impatto sulla coscienza di Kiefer
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Un forte impatto, anche emotivo, travolge il visitatore nella sala immersiva Vestrahlte Bilder (Dipinti irradiati, 1983-2023): sessanta opere di diverso formato, eseguite durante gli ultimi quarant’anni della sua carriera, costituiscono un’installazione che copre pareti e soffitto e che si riflette attraverso i grandi specchi a forma di tavolo posti al centro dell’ambiente. Un invito esplicito ad immergersi nel mondo artistico e visionario di Kiefer con effetti stranianti e vertiginosi. Questi dipinti sottoposti a una sorta di “radiazione nucleare” all’interno di un container, suggeriscono una riflessione inquietante sulla fragilità della vita e sulla natura trasformativa dell’arte.
L’arte è redenzione, creare un’illusione di bellezza anche dalle macerie
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Tutto è trasformazione, come simboleggia il serpente, presente in diverse opere, che cambia pelle, oppure come i girasoli che si muovono cercando il sole e, sfiorendo, fecondano il terreno con i loro semi.
Protagonista, in questa mostra è sempre una profonda riflessione sulla natura umana, i suoi confltti e le sue contraddizioni, con continui riferimenti, immagini e citazioni che spaziano dalla storia antica alla seconda guerra mondiale, dalla filosofia greca alla letteratura contemporanea.
Una mostra da vedere assolutamente.
Anselm Kiefer. Angeli caduti
Palazzo Strozzi, Firenze
Orario mostra
Tutti i giorni 10.00-20.00
Giovedì fino alle 23.00
Chi è Kiefer
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Anselm Kiefer. Nato nel 1945 a Donaueschingen, in Germania, Anselm Kiefer è uno degli artisti più importanti e versatili di oggi. La sua pratica artistica abbraccia media diversi, tra cui pittura, scultura, fotografia, xilografia, libri d’artista, installazioni e architettura.
Kiefer ha studiato legge e lingue romanze prima di dedicarsi agli studi d’arte presso le accademie di Friburgo e Karlsruhe. Da giovane artista è entrato in contatto con Joseph Beuys e ha partecipato alla sua azione Save the Woods nel 1971.
Con le sue prime opere ha affrontato la storia del Terzo Reich e si è confrontato con l’identità post-bellica della Germania come mezzo per rompere il silenzio sul passato recente. Attraverso la parodia del saluto nazista o la citazione visiva e la decostruzione dell’architettura nazionalsocialista e dei miti germanici, Kiefer ha esplorato la propria identità e la propria cultura.
Dal 1971 fino al trasferimento in Francia nel 1992, Kiefer ha lavorato nell’Odenwald, in Germania
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In questo periodo ha iniziato a incorporare nel suo lavoro materiali e tecniche ora emblematici, come piombo, paglia, piante, tessuti e xilografie, insieme a temi come L’anello del Nibelungo di Wagner, la poesia di Paul Celan e Ingeborg Bachmann, oltre a riferimenti biblici e misticismo ebraico.
L’artista ha ottenuto vasta attenzione internazionale da quando, insieme a Georg Baselitz, ha rappresentato la Germania Ovest alla 39. Biennale di Venezia nel 1980.
La metà degli anni ’90 segna un cambiamento nel suo lavoro; lunghi viaggi in India, Asia, America e Nord Africa hanno ispirato un interesse per lo scambio di pensiero tra mondo orientale e occidentale e strutture che ricordano l’architettura mesopotamica entrano nel suo operare. Sono evidenti accenni ai paesaggi del sud della Francia, con rappresentazioni di costellazioni o l’inclusione di piante e semi di girasole.
Non solo artista
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Kiefer, appassionato lettore, arricchisce le sue opere con riferimenti letterari e poetici stratificati. Queste associazioni non sono necessariamente fisse né letterali, ma si sovrappongono in un tessuto interconnesso di significato e l’interesse per i libri, sia come testo che come oggetto, si riverbera nel suo lavoro. Fin dall’inizio della carriera, i libri d’artista hanno costituito una parte significativa della sua produzione.
Oltre a realizzare dipinti, sculture, libri e fotografie, Anselm Kiefer è intervenuto in vari luoghi. Dopo aver trasformato una vecchia fabbrica di mattoni a Höpfingen, in Germania, in uno studio, ha creato installazioni e sculture che sono diventate parte del luogo stesso. Alcuni anni dopo il suo trasferimento a Barjac, in Francia, Kiefer ha nuovamente trasformato la proprietà intorno al suo studio scavando per creare una rete di tunnel sotterranei e cripte collegati a installazioni d’arte.
Lo studio fa ora parte della Eschaton-Anselm Kiefer Foundation, aperto al pubblico regolarmente. L’istituzione della fondazione nel 2022 è coincisa con il ritorno di Kiefer a Venezia dove, in parallelo alla Biennale, ha inserito nel Palazzo Ducale una serie di dipinti ispirati agli scritti del filosofo italiano Andrea Emo. Anselm Kiefer attualmente lavora e vive vicino a Parigi.