C’è un ufficio tutto particolare nel Comune di Venezia. É formato da dieci tecnici che devono garantire la sorveglianza 24 ore su 24, a tutto….mondo. Addirittura devono controllare in ogni istante le alte e le basse pressioni che si formano dal Canada alla Siberia. Parliamo del Centro previsioni e segnalazioni maree a palazzo Cavalli sul Canal Grande. Da dieci anni diretto da Alvise Papa, laurea in fisica dell’atmosfera. Il cittadino comune percepisce la loro presenza quando suonano le lugubri sirene per avvisarci di mettere gli stivali.
Il problema delle maree
Oggi per fortuna c’è il Mose che limita di parecchio le emergenze acqua alta. “Anche se paradossalmente – avvisa il dottor Papa – spesso è più pericolosa a Venezia la bassa marea. A meno 60 centimetri dal medio mare le ambulanze della croce verde si bloccano, si fermano le navi al porto”. I cambiamenti climatici in atto al Centro vengono analizzati per bene e poi interpretati. “Per esempio – spiega Alvise Papa – lo scorso mese di ottobre 2023 abbiamo registrato l’anomalia di dieci alte maree (ovvero 110 cm) e l’assenza di forti venti. Mai vista una cosa del genere in oltre un secolo di dati in archivio. Solamente per la marea astronomica l’anno scorso San Marco è andata sotto 160 volte….”.
Negli ultimi anni le tecnologie a disposizione sono molto più sofisticate, con laser e ultrasuoni
Pensi che quando notiamo un vortice atmosferico, per esempio sopra Vancouver, abbiamo la possibilità di capire se dopo qualche giorno il fenomeno può procurare danni anche in Europa. Con i satelliti facciamo previsioni prima impensabili. Oggi c’è un dialogo permanente con tre regioni (Veneto, Emilia Romagna, Friuli) con 50 stazioni di rilevamento e 400 postazioni in rete. Noi la chiamiamo visione sinottica, dalla Groenlandia agli Urali”. Nella penisola italiana esiste un coordinamento diretto con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e il CNR Ismar (Iatituto di scienze marine) entrambi con uffici permanenti a Venezia. Il futuro, per i nostri scienziati dell’atmosfera, non è proprio roseo. Per i prossimi 30/50 anni bisognerà prendere delle decisioni drastiche. E chi vive in mezzo ad una laguna dovrebbe preoccuparsi di più.
I casi eccezionali
“Altro esempio – precisa Papa – il 31 agosto 2023 abbiamo avuto una marea astronomica di 110 centimetri. Un dato record plurisecolare”. “La laguna di Venezia, geologicamente parlando, è giovanissima. Ha circa sei mila anni. Oggi è praticamente un braccio di mare artificiale, tenuto in vita dalle dighe foranee, dalle lunate. La velocità dell’acqua nei canali é aumentata a dismisura, il Bacan, l’area barenosa cara ai nostri dipartisti, è irriconoscibile e con forti correnti. I tempi di propagazione della marea sono aumentati. Oggi bastano 5 minuti dalla Bocca di Lido alla Salute”.
La domanda che non si può fare al Centro maree é la seguente: tra mezzo secolo il Mose servirà ancora?
Se i Murazzi, 5 chilometri di argini artificiali costruiti nel ‘700, la più grande opera di salvaguardia mai intrapresa in Italia, sono ancora utili dopo oltre tre secoli, per le paratoie mobili, non si potrà dire altrettanto. Mi viene in mente un libro che Giulio Obici scrisse nel 1967 con i tipi della Marsilio, dopo la grande alluvione. Già, il Mose fino a quando?