Illgner, Berthold, Buchwald, Augenthaler, Kohler, Brehme, Hassler, Matthaus…..La conosceva a memoria la formazione della nazionale di calcio tedesca che vinse i Mondiali nel 1990 disputati in Italia. Pensai dentro di me, malato di calcio e di storia del pallone: “Ahi…ho trovato pane per i miei denti”. Settembre 2009, pranzo al Doge Morosini in campo Santo Stefano a Venezia. Pierluigi aveva appena firmato il contratto per entrare nella “squadra” dell’Ufficio stampa della Provincia di Venezia, assieme a noi anche il capo Bruno Stefanat e Paolo Favaretto. Io interista sfegatato, lui romanista, ma entrambi innamorati del calcio e dei suoi campioni. Pierluigi Tamburrini era ciociaro di Atina, ma aveva Venezia nel cuore. Laureato a Roma in Scienze politiche, dopo tre anni come ufficiale dell’Esercito Italiano, arriva nella città lagunare. Il giornalismo lo affascina, ha un fiuto incredibile per la notizia. Inizialmente scrive per le Edizioni E.Polis poi come corrispondente del Gazzettino quotidiano in cui si farà apprezzare per lo stile e la rapidità in cui sa confezionare le notizie.
Pierluigi e i tre anni insieme

Il giorno del suo funerale guardavo la fondamenta a destra all’inizio del Ponte delle Guglie venendo da Campo San Geremia. Lo aspettavo al mattino verso le otto e dieci, usciva di casa e ci dirigevamo verso Palazzo Ca’ Corner sede della Provincia. Pausa caffè vicino a Campo San Bartolomeo. A Pier piaceva la fiamma allo zabaione. Per tre anni abbiamo lavorato nella stessa stanza al quarto piano vicino all’ufficio si Presidenza. Non pensavo che un giorno, di sabato, avrei aspettato in quella fondamenta il taxi acqueo con la sua bara a bordo. Non ci voglio credere. E ancora non riesco a crederci.
Pierluigi e il suo impegno

Mi regalò copia della sua tesi di laurea che era improntata su Venezia antica Repubblica. Mi chiedevo: “Ma tu guarda sto ciociaro innamorato di Venezia”. Si batteva con Venessia.com contro lo spopolamento della città lagunare. Tema attualissimo visto che lo spopolamento purtroppo mai si è fermato. Dopo pochi anni Venezia aveva adottato Pier Luigi che tanto amava questa città. Nel maggio 2010 infatti venne invitato dal Governo canadese ad un prestigioso convegno internazionale per parlare di Venezia.
La dolcezza di un padre

Durante le riunioni era sempre propositivo. Non dimentico quando partiva “full immersion” a “trasformare” le noiose delibere di giunta in chiari comunicati stampa. Rideva quando gli dicevo che le notizie di cronaca nera è vero che le hai grazie alle forze dell’ordine, ma anche frequentando le osterie. Da bravo scacchista, quale era, sosteneva che per più di qualche persona il gioco degli scacchi “può essere un antidoto alla follia”. Ricordo la gioia quando nacque Livia, andai con lui all’ospedale e la tenni in braccio. Mi scattò anche una foto.
Il nostro caffè ai distributori situati nel piano terra con Michelino (un ragazzo di due metri di altezza) diventavano con Pier piccoli saggi di storia e politica. Era da pochi anni a Venezia e già dimostravi la stoffa del cronista che fiuta e arriva alla notizia.
Pierluigi e la carriera

La sua carriera proseguì poi come addetto stampa al Comune di San Donà di Piave. Mai dimentico la telefonata del collega e amico Giovanni Cagnassi quel maledettissimo giugno del 2018: “Pier Luigi è gravissimo a causa di un incidente stradale”. E quel giorno ero a pranzo a Pravisdomini con il nostro primo capo ufficio stampa Bruno Stefanat.
Il mio ricordo

Il giorno del funerale eravamo in tanti nella chiesa di Santa Lucia. Io non andai per dargli “l’ultimo saluto” ma un saluto. Il viaggio proseguì verso la natia Atina dove per anni aveva vissuto. Ma Venezia ti amerà sempre e non ti dimenticherà. Come noi non ti dimenticheremo. Martina mi disse di salire in motoscafo per accompagnarti fino a Piazzale Roma e poi proseguire nel Lazio. Non so ancora oggi comprendere il mio stato d’animo. L’ufficio, la pasticceria “Le Cafe’” in Campo Santo Stefano, il pranzo, le nostre liti e le nostre mangiate (eravamo come si dice due buone forchette). Fu una gioia per me firmarti le carte per il conseguimento del praticantato e l’accesso all’esame di Stato per diventare giornalista professionista.
Aiutaci a sorridere

Perché tu Pierluigi avevi una gran voglia di ridere e di stare in compagnia. E ti ricorderemo quando dicevi “che dici se annamo a faccè un caffè”. A proposito ti chiedo un aiuto…non riguarda solo me ma centinaia di persone: aiutaci a ridere, aiutaci a sorridere. Visto che oggi siamo diventati purtroppo più tecnologici e sempre meno UMANI. Ti abbraccio ….
Non so ancora oggi comprendere il mio stato d’animo.
Non ti dimenticheremo,
Aiutaci a sorridere
Questo articolo racconta Pierluigi. Grazie Lorenzo, Martina