Nell’estate 2026 la produzione e l’utilizzo di idrogeno verde a Porto Marghera sarà una realtà e segnerà l’avvio concreto della transizione energetica dell’area veneziana e veneta, coinvolgendo la mobilità locale con l’entrata in funzione di 94 bus dell’Azienda Veneziana della Mobilità (Avm) e i progetti innovativi del Porto di Venezia e di Gruppo Save che gestisce l’aeroporto, nonché il tessuto industriale dell’area che vedrà protagonisti gli impianti di Eni e di Sapio (quest’ultima in collaborazione con Eco+Eco).
L’idrogeno verde (prodotto da fonti rinnovabili) infatti potrà dare un contributo importante, in un’ottica di medio-lungo termine, per raggiungere l’obiettivo UE della neutralità climatica entro il 2050 e farà di Venezia e del Veneto un polo di riferimento nel contesto nazionale e internazionale.
La conferenza internazionale conclusiva del progetto Interreg h2ma Alpine Space, co-organizzata il 29 ottobre da azienda Codognotto e Venice Sustainability Foundation



“L’evoluzione dell’idrogeno pulito, prospettive dalla produzione all’utilizzo nella mobilità e nell’industria”, è il titolo del convegno (co-finanziato da Unione Europea) organizzato dall’azienda di autotrasporto e logistica Codognotto e da Venice Sustainability Foundation, nell’ambito del programma ufficiale della Biennale Sostenibilità 2025. Una sezione, curata da VSF, è stata dedicata alle prospettive dell’idrogeno verde nell’area veneziana e in veneto.
“Come impresa logistica crediamo nell’innovazione del settore – esordisce Matteo Codognotto, Ceo dell’omonima azienda -. L’impegno per la sostenibilità è conseguenza del nostro interesse per l’innovazione. L’idrogeno verde rappresenta una potenzialità non ancora fruibile, ma siamo stati pionieri in Italia nella sfida dell’elettrico e del Gas Naturale Liquido (LNG), siamo consapevoli che una nuova tecnologia costa di più e richiede tempo per l’implementazione, ma ne vale la pena perché un giorno questa sarà la normalità”.
“La sfida è sviluppare le potenzialità della transizione energetica anche dal punto di vista economico – chiarisce Massimiliano De Martin, assessore all’Ambiente del Comune di Venezia-. Nella nostra città l’Amministrazione Comunale ha fatto importanti investimenti per la mobilità sostenibile con l’acquisto di mezzi alimentati a idrogeno verde, ma serve una politica a livello nazionale che delinei la strategia e acceleri i processi, auspico anche lo snellimento delle procedure burocratiche, pur mantenendo le garanzie necessarie.”
Il progetto europeo H2ma (Green Hydrogen Mobility for Alpine Region Transportation)

L’evento è stato l’occasione per presentare i risultati del progetto europeo H2MA (Green Hydrogen Mobility for Alpine Region Transportation), avviato nel 2022 nell’ambito del programma Interreg Alpine Space, che ha svolto per tre anni una serie di attività finalizzate ad accelerare lo sviluppo delle infrastrutture a idrogeno destinate al trasporto pubblico e delle merci: reti di rifornimento; strategia pilota per corridoi a idrogeno verde testati da gruppi di lavoro regionali; Green H2 Route Masterplan (corridoi prioritari per il trasporto su scala alpina); roadmap per le H2 Valleys, a supporto di investimenti, finanziamenti e sinergie.
Eni, dall’estate 2026 in funzione l’impianto per produzione di 1700 kg/giorno di idrogeno da fonti rinnovabili

“Entrerà in funzione nell’estate 2026 il progetto di Eni, che vede sia la produzione che la distribuzione di idrogeno verde – spiega Anna Rita Carta, responsabile iniziative integrate e coordinamento e monitoraggio idrogeno Eni –. L’impianto di produzione sarà realizzato e gestito dalla JV Green Hydrogen Venezia (GHV) (Eni 50% – AGSM AIM Power 50%), e l’idrogeno rinnovabile sarà trasportato tramite pipeline a una stazione Enilive, ora in costruzione, che sarà dedicata al rifornimento di 94 autobus a idrogeno di Avm adibiti al trasporto pubblico.
L’impianto di produzione sarà collegato, tramite idrogenodotto alla stazione per il rifornimento degli autobus, la capacità produttiva della nuova stazione sarà di circa 1700 kg/giorno. Attraverso l’implementazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile e l’espansione delle infrastrutture di rifornimento, Venezia e Porto Marghera diventano modello per altre città italiane ed europee”.
AVM, altri 90 bus alimentati a idrogeno, oltre ai 4 mezzi già in dotazione



“Il nuovo progetto avviato da Avm, condiviso con l’Amministrazione Comunale di Venezia, è quello di rendere di fatto ‘green’ la flotta che serve la Città Metropolitana, affiancando ai 44 bus elettrici altri 94 mezzi ad idrogeno – sottolinea Massimo Diana, direttore Direzione Operativa Mobilità di Terraferma Avm. L’investimento si inserisce nei finanziamenti del PNRR e prevede l’acquisizione di 75 mezzi e 15 autosnodati che si affiancheranno ai 4 mezzi già in dotazione ad Actv. Da primavera 2026, come da previsioni PNRR, abbiamo l’obiettivo di mettere in servizio, anche in via progressiva, tutti i nuovi mezzi. Per gli aspetti di produzione ed erogazione dell’idrogeno, stiamo collaborando con Eni”.
Save, impiego di droni alimentati con idrogeno verde per il trasporto di prodotti farmaceutici e medicali


“Il Gruppo Save considera la sostenibilità uno dei capisaldi dei Master Plan degli aeroporti gestiti. In tale contesto, sia sul breve che sul medio e lungo termine, sono in corso diversi progetti relativi all’impiego dell’idrogeno come vettore energetico e come sostituto di combustibili fossili per autotrazione – dichiara Corrado Fischer, direttore operativo del Gruppo Save -. In particolare, SAVE sta sviluppando un progetto molto innovativo, che si basa sull’impiego di droni ad idrogeno per il trasporto di prodotti farmaceutici/medicali.
Tale programma, che ha preso il via sulla base del protocollo siglato con Enac e Regione Veneto finalizzato alla Mobilità Aerea Avanzata, ha raccolto già molto interesse da parte di tutte le ASL contattate. Grazie alla collaborazione con l’azienda padovana H2C, il progetto, oltre al volo del drone, tratta anche lo sviluppo di un elettrolizzatore alimentato ad energia verde (fotovoltaico), producendo direttamente in aeroporto la quantità di idrogeno necessaria per l’alimentazione del drone (ed in futuro anche di altri mezzi ad idrogeno). Il tema della produzione di idrogeno verde in quantità maggiori, al di là delle attività sperimentali a Padova, per un impiego più esteso nel futuro necessita di approfondimenti ed ulteriori sviluppi sia da un punto di vista energetico, che da un punto di vista economico.”
Porto di Venezia strategico per l’import-export di traffici dei nuovi vettori energetici


“Dal 2021 il Porto di Venezia ha avviato una stabile collaborazione con Sapio Srl e Hydrogen Park per lo sviluppo di un hub per l’idrogeno verde all’interno dell’area portuale di Porto Marghera (Venice Hydrogen Valley) e nelle aree limitrofe e alla sua replicabilità sui grandi distretti industriali regionali altamente energivori – evidenzia James Orlandi, responsabile Ricerca e Sviluppo Progetti Europei, Autorità Portuale del Nord Adriatico – .
L’obiettivo è attivare le potenzialità dell’area portuale e retro-portuale di Porto Marghera (Venezia), una zona ad alta densità logistica e industriale e nodo di traffici via terra e via mare, per attrarre investimenti in tecnologie e svolgere un ruolo strategico anche nei traffici dei nuovi vettori energetici di idrogeno verde quali l’ammoniaca e metanolo, in particolare per l’importazione da Paesi del Medio Oriente. Porto Marghera può sfruttare inoltre il patrimonio di infrastrutture, esperienze e conoscenze nel settore energetico-industriale, oltre alle procedure semplificate della Zona Logistica Semplificata (ZLS).”
Il Porto di Venezia partecipa all’iniziativa strategica Cantiere Idrogeno, promossa dalla Regione Veneto e da VSF, ed alla European Hydrogen Port Network – rete istituita nell’ambito della European Clean Hydrogen Alliance – per promuovere l’ecosistema dell’idrogeno verde nel sistema portuale Veneto.
Sapio, fino a 750 tonnellate di idrogeno all’anno prodotte a zero emissioni di co2


Sapio, azienda con oltre 100 anni di esperienza nella produzione di idrogeno, sta ora realizzando un nuovo impianto per la produzione di idrogeno rinnovabile a zero emissioni di anidride carbonica.
“Il progetto, sviluppato in collaborazione con Eco+Eco ha ottenuto un finanziamento complessivo di 17,5 milioni di euro da bando PNRR – precisa Fabrizio Cardilli, direttore Progetto Idrogeno Sapio -. A partire dall’estate 2026, l’impianto di Porto Marghera produrrà idrogeno tramite il processo di elettrolisi dell’acqua, una tecnologia che consente di scindere la molecola dell’acqua nei suoi componenti – idrogeno e ossigeno – utilizzando energia elettrica, senza emissione di altre sostanze. A regime, l’impianto sarà in grado di produrre fino a 750 tonnellate di idrogeno all’anno. Per la distribuzione verranno utilizzati carri bombolai innovativi, capaci di trasportare il gas fino a una pressione di 500 bar. L’impiego più immediato dell’idrogeno prodotto è nel settore della mobilità sostenibile, in particolare nel trasporto pubblico locale.”
Eco+Eco, per l’impianto Sapio prodotte 2 megawatt/ora di energia elettrica da pannelli fotovoltaici

Ma quali fonti rinnovabili saranno utilizzate da Sapio per la produzione di idrogeno verde?
“Il programma consiste nel produrre idrogeno verde (attività condotta da Sapio) attraverso l’impiego di due parchi fotovoltaici realizzati da Eco+Eco sui tetti dei capannoni dedicati al riciclo di rifiuti all’interno dell’Ecodisretto Veritas di Porto Marghera – conclude Graziano Tassinato, responsabile Green Propulsion Laboratory di Veritas -. Complessivamente i parchi fotovoltaici metteranno a disposizione circa 2 megawatt all’ora di energia elettrica. Vogliamo utilizzare l’idrogeno verde come sostituto del pur verde biometano, contribuendo a diminuire ancora di più le emissioni di anidride carbonica.”


















































































