La Biblioteca Nazionale Marciana conserva il manoscritto di una commedia anonima cinquecentesca intitolata La Venexiana (Cod. Marc. It. cl. IX, n. 288, già Morelli n. 146), scoperta dal filologo Emilio Lovarini e da lui pubblicata nel 1928 per i tipi di Zanichelli. L’interessante documento che testimonia il plurilinguismo dell’epoca in area veneta, fu scritto nel 1536 in dialetto veneziano con inserti linguistici in italiano e bergamasco ed è uno dei testi più esplicitamente erotici di tutta la letteratura veneta del tempo. Le protagoniste principali sono Anzola e Valiera: la prima una vedova ancora piacente e la seconda una giovane sposa insoddisfatta, che si contendono i favori di un giovane forestiero, Julius, da poco giunto a Venezia dalla provincia lombarda.
Lo studioso Giorgio Padoan (Venezia,1933-1999), docente all’Università di Ca’ Foscari, dal momento che la trama sembrava ispirarsi a un fatto di cronaca probabilmente avvenuto tra il 1535 e il 1537, a seguito di approfondite ricerche, aveva identificato in Anzola la vedova di Marco Barbarigo, noto patrizio e uomo politico, e in Valiera (la Venexiana) la moglie di Giacomo Semitecolo, magistrato che ricopriva la carica di Avogador di Comun.
Le premesse della Venexiana

Da queste premesse parte il romanzo d’esordio di Alessandro Voltolina, Calle lunga San Barnaba, pubblicato nel 2024 con la casa editrice Supernova.
Ispirandosi a Luigi Pirandello, l’autore immagina che la voce narrante – un professore veneziano che abita appunto in quella calle, luogo dove sono ambientati i fatti della commedia – una notte venga avvicinato dai fantasmi delle due donne intenzionate a chiedergli di raccontare la loro vera storia, molto diversa da quella tramandata dal testo dell’anonimo scrittore.
Voltolina, che ha concluso nel 1974 i suoi studi universitari con una tesi dedicata a una commedia cinquecentesca (La Bulesca) dimostra di conoscere molto bene sia il periodo storico in cui hanno vissuto i personaggi sia la lingua con cui si esprimevano e si muove agilmente tra realtà storica, finzione narrativa e autobiografia.
Molti altri personaggi, tra i quali La Venexiana, affollano le sue pagine in un plot che assume anche tinte “gialle” nell’immaginare la cruenta vendetta di Barbarigo e Semitecolo consumata non sulle due donne colpevoli di aver macchiato le rispettive famiglie con un adulterio divenuto pubblico e nemmeno sul giovane amante. Verrà punito invece nel modo più brutale l’autore della commedia, che qui viene identificato con un certo Benedetto, amico dell’Aretino.
La Venexiana a scatole cinesi

Oltre a questo giovane e temerario scrittore si incontrano, in una trama concepita a scatole cinesi: Bernarda (La Venexiana), una donna che ha ucciso il marito stupratore della figlia; le serve di Anzola e Valiera, custodi dei loro segreti e delle loro voglie; Francesca Soldà, una matta che il fratello porta da Venezia a Feltre per farla curare (la cui storia assomiglia a quella Francesca Canton, studiata da Gigi Corazzol). E poi il dottor Antonio da Cividal; Yacob Isahakani, stampatore e incisore; il mastro Alfonso da Lendinara. Personaggi che entrano in scena un poco alla volta e di cui Voltolina racconta la storia.
Ma altri personaggi, questa volta a noi contemporanei, popolano la scena: Terenzio, gestore di una pensione in Calle Lunga San Barnaba, dove vive il narratore; Augusto e Daniele che ci lavorano e Fausta e Clelia, le precedenti proprietarie; e infine la dottoressa De Sanzuane, psicoanalista che raccoglie i pensieri e le ansie del narratore medesimo e lo invita a scrivere.
Una Venezia diversa

Una folla che si muove tra passato e presente, in una ambientazione che da Venezia si sposta, a bordo di una nave, fino a Damasco, attraversando mari in tempesta e molte avventure che si spingono anche verso i mari del Nord seguendo il commercio dello stoccafisso.
Fantasmi “antichi” e fantasmi “della mente” che si rincorrono come falene nella notte e che, anche se ci fanno paura, è meglio affrontare perché se li scacci, tornano, se invece li porti dentro, non ti si metteranno contro e ti saranno alleati, come dice, a pag. 136, la De Sanzuane: «Solo togliendole dai sotterranei dove rimanevano sepolte nella confusa tristezza che ti accompagna, quelle creature del tempo andato ti saranno amiche. Ascoltale, non le abbandonare.». Il romanzo, che iniziava con una rappresentazione teatrale della commedia un giovedì grasso in «cha’ Contarini a Santa Justina» a una « festa di compagni Zardineri» (p. 5) si conclude, con un andamento narrativo circolare, con la messa in scena di un testo teatrale dal titolo Prima e dopo la commedia, scritto dal professore protagonista, nel quale dà voce a tutti i suoi personaggi/fantasmi, antichi e moderni.
Il libro sarà presentato venerdì 23 maggio, alle ore 18, al Centro polifunzionale Lux, Piazza Carpenedo, Mestre. Dialogherà con l’autore Annalisa Bruni. Letture di Francesca Tommasi.
L’autore

Alessandro Voltolina vive a Mestre ed è stato insegnante nella scuola secondaria. Ha scritto storie per bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria (Le avventure di Gobius, Le storie della torre, L’avventura, La donnola, Storie di forti, di fanti…e di pochi cannoni; Un tram per San Giuliano). Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo, Caterina. È anche l’ideatore di due giochi per ragazzi, Giocolaguna e Laguna Big Game. Con Fabio Lando ha pubblicato il libro Atlante dei luoghi. Con Fabrizio Del Moro ha scritto il romanzo In tre. Storia di un numero quasi perfetto.
Alessandro Voltolina, Calle lunga San Barnaba, Venezia Lido, Supernova Edizioni srl, 2024.