Dal 18 maggio al 15 giugno, il Museo archeologico SanPaolo di Monselice (Padova) ospita una collettiva di arte contemporanea intitolata Mater Mundi, curata da Barbara Codogno.
Cosa significa Mater Mundi?

Il termine Mater Mundi è un’espressione latina che si traduce letteralmente in “Madre del Mondo”. La curatrice Barbara Codogno spiega che questa frase richiama il concetto di una figura materna universale, simbolo di generatrice e nutrice di vita, spesso associata alla Terra stessa. In molte tradizioni religiose e mitologiche, la “Madre del Mondo” rappresenta una divinità o un principio femminile che sostiene e alimenta la vita, incarnando la fertilità, la creazione e la rigenerazione.
Ma Mater Mundi non è solo vita: è anche morte, un ciclo continuo di nascita e fine, di trasformazione e rinascita. La curatrice sottolinea che questa dualità è centrale nel percorso espositivo: “Mater Mundi è vita e morte in continua alternanza. Divinità come Gaia, Diana, Iside, Kali, Cibele e Demetra rappresentano questa forza profonda, legata alla natura selvaggia, al corpo, all’erotismo e alla dimensione mitica del femminile. Queste figure spesso assumono forme animali o si alleano con il mondo naturale, simboli di un’origine mitica e primordiale”.
Mater Munid, un dialogo tra arte e archeologia

La mostra si svolge all’interno della Sala della Buona Morte, uno spazio che storicamente rappresenta il passaggio tra vita e morte, e che si presta perfettamente a dialogare con le opere esposte. L’allestimento, curato da Barbara Codogno, ricrea un “utero” in acciaio, con griglie metalliche che richiamano le strutture di restauro del museo e la componente architettonica del locale, risalente al XVIII secolo. Questa scelta simbolica sottolinea il tema della nascita e della trasformazione.
Le opere pittoriche, molte di grandi dimensioni, dialogano con i reperti archeologici esposti nelle aree circostanti, creando un effetto di “falso reperto” o di oggetto visionario, tra mito e ibridazione. La mostra si configura così come un viaggio tra passato e presente, tra archeologia e contemporaneità.
Gli artisti e le loro opere

Tredici artisti provenienti da tutta Italia partecipano a questa esposizione, ciascuno portando una propria interpretazione del tema Mater Mundi. In esposizione oltre una quarantina di opere che spaziano dalla pittura figurativa alla scultura e all’installazione. Gli artisti, provenienti da tutta Italia e dall’Austria sono: Tobia Ravà, Chandra Fanti, Angelo Giordano, Fabrizio Vatta , Aldo Ghirardello, Greta Bisandola, Viviana Di Domenico, Stefano Reolon, Ruggero D’Autilia, Roberta Ubaldi, Enrica Berselli, Alice Padovani, Silvia Patrono.
Chandra Fanti trionfa a Mater Mundi

Chandra Fanti trionfa con Ego sum, opera icona della mostra, tela dalle dimensioni importanti e dall’impianto scenico onirico, metafisico e surreale che infonde un forte trasporto spirituale ed emotivo.

Troviamo due grandi opere di Stefano Reolon in tempera grassa su tela e collage. L’artista cavalca il corpo tra Rembrandt e Michelangelo con perfetta padronanza dell’anatomia e utilizzo di materia pittorica che realizza secondo precetti e ricettari antichi.


Angelo Giordano in questa mostra espone due lavori. Homodeus, ovvero l’ultima metamorfosi dell’uomo, oggi trasfigurato in dio e La caduta delle anime.

Greta Bisandola in questa mostra presenta al pubblico due lavori. Madre e Fantasima. Il primo è il ritratto della madre, la seconda opera è un ritratto di donna con un volto di bambina.

Alice Padovani frequenta il sottomondo brulicante di insetti e di anime in continua metamorfosi. L’artista sembra essere affascinata dallo scarto: propone gusci d’uova svuotati, la pelle dopo la muta, il bozzolo residuale abbandonato dalla larva o dalla farfalla, così come la corazza degli insetti, e le conchiglie.

Enrica Berselli espone la scultura The Purge. Mentre Eradicata è una meravigliosa miniatura che per l’autrice staziona tra riti dionisiaci e fusione panica.
Gli altri autori a Mater Mundi

Ruggero D’Autilia propone due dittici scanditi entrambi da una presenza femminile che rappresenta segni di sofferenza e da un cielo a metà tra il sereno e il minaccioso.

Silvia Patrono presenta una grande tela (Courtesy of Gallery AD Dal Pozzo Galleria d’Arte) dal titolo Rapsodia fiorita dove una donna agghindata da fiori e arbusti è seminascosta dietro a un albero, mentre un giovane cervo alle sue spalle si allontana veloce.

Roberta Ubaldi ha una cifra stilistica unica nel suo genere. Il trittico che propone in questa collativa sono opere realizzate tutte in olio su lamiera ossidata.

Fabrizio Vatta è il mare. Qui dove una donna nuota, in un dipinto è con la testa immersa nell’acqua, in un altro è con il corpo galleggiante, braccia e gambe spalancate, e la testa rivolta verso il cielo.

Una foresta di simboli iniziatici popola il lavoro di Tobia Ravà. In questa mostra Ravà propone Varco celeste, omaggio all’architetto Mario Botta. Va ricordato che la fontana del Museo SanPaolo a Monselice fu progettata proprio da Botta. Porta inoltra una scultura in bronzo, una carpa, e un bosco ovale.

Aldo Ghirardello propone un’opera che si sviluppa in verticale sui toni asettici del grigio e del bianco sporco. Il dipinto intitolato “La culla” si muove su un registro emotivo profondo. In cui la rappresentazione dell’infanzia, attesa o perduta, diventa fonte di riflessioni più ampie sulla maternità, sull’assenza e sulla sospensione del tempo.

Viviana Di Domenico espone Matriarca. Si tratta di un teschio composto da corpi minuti, feti, rose e forme embrionali.
Il Museo SanPaolo

Il Museo SanPaolo è a Monselice, in provincia di Padova, ed è costituito dal museo della città e dall’area archeologica dell’ex chiesa di San Paolo. Adibita oggi a mostre temporanee, la Sala della Buona Morte fu edificata nel 1717, al di sopra della navata rinascimentale della chiesa. La mostra si inserisce nell’ambito della manifestazione La rocca in fiore. Evento patrocinato da Regione Veneto, Provincia di Padova, Comune di Monselice, Comitato Proloco Unpli Veneto, Proloco Monselice APS.
Il tema della mostra si presta a molteplici ed interessanti interpretazioni. La maternità , in tutti i suoi aspetti, è sempre un “prisma” di emozioni e considerazioni.