Dalla parte di Vanni. Il mio san Valentino è stato penalizzato da mal di gola e forse da calcoli renali. Dunque non siamo usciti, con Silvia Gilioli, moglie dal 31 dicembre 1994, uno dei 5 giorni in cui i giornalisti di carta stampata non lavorano. Gli altri sono la vigilia e Natale, il 1° maggio, festa dei lavoratori, appunto, e ferragosto. Il giornalismo specie oggi è particolare, per tanti è una jungla.
Il mio San Valentino
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Ma torniamo al mio e al nostro san Valentino, il nostro 34°, siamo insieme da una partita di volley serie A2 a Reggio Emilia, ma ci siamo conosciuti in chiesa, a Pieve Modolena. All’epoca, ero timido come lei, era l’estate del 1989 e anzi avrei vissuto la mia prima vacanza della vita, addirittura in tenda. Addirittura nel senso che quanto per tanti è routine, per Vasco, ansia e depressione, nevrosi, lenta – direbbe Francesco Guccini -, per Vanni Zagnoli era motivo di allarme. A ferragosto 1989 andai a Rimini con Ludovico Berruti, brillante imprenditore di materie plastiche, numero 1 italiano nell’esportazione. Non ci teneva a farsi vedere, nemmeno a farsi fotografare. “Chi cerca visibilità – dice Cristiano Correggi, di Montecchio, imprenditore di Italsughero, dunque di tappi da imbottigliamento -perde di vista l’azienda. Gianni Dieci, per esempio, uno dei fratelli Dieci, che sponsorizzava il Cesena, quando noi eravamo al liceo scientifico Spallanzani, era in serie A, poi non è andata così bene”. Lo incontrai un quarto di secolo fa, da presidente del Panathlon, per intervistare Igor Cassina, oro olimpico della ginnastica artistica, c’era anche Pierpaolo Cattozzi, classe 1939, volto tv dello sport di 90° minuto”.
Dicevo, della prima vacanza, con Andrea Fochi, di Montecchio, pure, medico, figlio di ginecologo, e con Cristian Bonacina, che lavora a Rubiera, paese della pallamano, come Rubano nel Padovano.
Ci vedevamo a messa, con Silvia, lei aveva 16 anni, quando notai quei suoi bei capelli e il viso senza trucco, molto semplice, la sua serenità.
Gli screzi con papà
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Erano anni in cui papà Vasco non stava bene, aveva bisogno di cure e ricoveri e questo portò al trasferimento dalla casa di Pieve Modolena e allo spostamento in città. Silvia ha sempre preferito abitare in città; io mi sarei voluto trasferire a Milano, anche solo da freelance. Mamma Enza è scomparsa nel settembre 2022, durante i mondiali di volley, in Slovenia; sono tornato da Lubiana per il funerale, subito dopo sono ripartito. L’Italia di Fefè de Giorgi battè Cuba, negli ottavi, senza di me, e persino la Francia, campione olimpica, nei quarti, contro pronostico, a quel punto tirai dritto per la Polonia, con semifinali e finale a Katowice.
Silvia è impiegata, contabile, un’eccellente professionista, metodica, molto affidabile, dal 2000 lavora in ambito medico, quotatissima nel suo ambiente, mai un giorno di malattia, fra l’altro, solo ferie. Ama gli animali e le fiction, il giardinaggio e un po’ di fai da te.
Silvia non esce quasi più con il marito perchè non ama la sua ricerca di videoracconti. Del resto, sapete, io non vado al ristorante per mangiare, vado a raccontare il ristorante. “Dopo – sorride – ci vengono discussioni”. Ecco, Silvia non le ama, al contrario mio.
Dal 2002, al 2017, circa, abbiamo collezionato serate e pranzi ai ristoranti stellati del nord Italia e non solo
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Nel ’95 rinunciammo alla luna di miele, io all’epoca scrivevo parecchio.
Ci siamo rifatti dal 2002, fra Tenerife, alle isole Canarie, in Spagna, sempre a inizio anno, con il piacere del mare d’inverno. Il caldo nelle settimane più fredde, dunque della merla. Dieci giorni a Santo Domingo, se ricordo bene, a Città del Messico, una settimana a Cuba, forse qualche giorno in più. In Kenya, il cambio di clima prostra i corpi, arriviamo, al villaggio e Silvia sviene, giuro ho avuto una paura tremenda. Stranissimo. Maldive, le isole Mauritius, splendide, durante le olimpiadi invernali a Torino, 2006, potessi riscrivere il passato avrei tentato di accreditarmi, ci proverò a Milano-Cortina d’Ampezzo, 2026.
Delle vacanze a Capoverde ricordo le acconciature, “tutta testa con perline, metta testa con perline”, metta, proprio così, ovvero metà. Rammento la capoeira, danza tipica, un 70enne italiano padrone del villaggio fidanzato con una sensualissima forse 25. Un cartello: “Non scambiare la naturale sensualità delle capoverdiane con una disponibilità che non c’è”.
Una vita con Silvia
Silvia mi ha accompagnato, raccontavo già nelle radio, una volta al basket, raramente comunque agli sport vari, più spesso a Piacenza e Parma, a Modena e a Bologna, molto a Cesena e Verona, per il Chievo, una volta a Trieste, qualcuna anche con la nazionale.
Io vivo per la celebrità, almeno per la visibilità, Silvia per il contrario, per essere se stessa. Dal 2015 è felice perchè in casa c’è coniglietta Panciottina, testa di leone. “Panciottina ha fatto il suo giretto”, mi dice la domenica sera, quando rientro dai miei video raid fra calcio, basket e volley. Cioè è uscita dalla sua gabbietta, era felice. “L’ha fatto il giretto, l’ha fatto”.
Ama i cani, si contenta di accarezzare i più belli di condomini o di passanti.
San Faustino
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Io non amo tanto le date, i regali a giorno comandato, la confezione, le parole. Così può capitare che a San Valentino preferisca qualche volta la festa di san Faustino, il patron dei single, in particolare in una frazione di Rubiera, verso Modena, e anche nel quartiere modenese. Allarghiamo il tiro, usciamo dalla nostra storia. E’ bello essere innamorati, è più difficile – ragionevolmente – esserlo tutta la vita. “Mi sono innamorato di mia moglie tante volte”, raccontava Francesco Alberoni.