Da dove cominciare con Venezia è festa di Tiziana Agostini? Dall’agile profilo di storia veneziana che occupa la prima parte del libro? O dalla minuziosa analisi di quell’intreccio tra dimensione religiosa, civile e politica che è la ragion d’essere di molte festività veneziane, dalla Sensa al Carnevale? O ancora, dalle curiosità colte che punteggiano il capitolo sulla gastronomia lagunare? Certo è che sarebbe riduttivo ritenere questo volume soltanto un affidabile prontuario delle principali feste di Venezia. Filologa, studiosa della cultura veneziana, antropologa, la Agostini qui dà compiuta espressione alla varietà dei suoi interessi, tutti coltivati con il rigore della ricercatrice, perennemente attenta al vaglio delle fonti.
Una Venezia che dimentica la festa
Ne deriva un avvincente saggio a tutto campo: più che il titolo è il sottotitolo, Guida alla venezianità, a rendere giustizia alla ricchezza del contenuto. L’autrice ci offre infatti un profilo storico della Serenissima che ha la sua chiave di lettura nella festa, e della festa rivendica il ruolo centrale. Il gioco, la burla, la convivialità, il rito civico non vanno confinati agli studi sul folklore, o etichettati come fenomeni tutto sommato trascurabili rispetto alla ‘grande storia’: sono, al contrario, momenti di grande rilievo sul piano sociale.
Ne è ben consapevole la Repubblica di Venezia, che fin dalle origini progetta accuratamente ogni festa in base a raffinate strategie socioculturali e comunicative: dal Redentore a San Marco, dai banchetti dogali alle processioni, la porzione centrale del libro offre un articolato quadro delle numerose feste veneziane, ripercorre lo sviluppo storico di ognuna, e di ognuna pone bene in evidenza la spiccata valenza politica.
Una Venezia in festa a partire dal 1200
La Agostini chiarisce perché le feste religiose dal 1200 in poi fossero sempre associate a momenti di pubblica celebrazione particolarmente sontuosi, caratterizzati dalla presenza di giochi collettivi e dall’ampio utilizzo di spazi aperti: la Repubblica, col suo pragmatismo, mira ad un esteso coinvolgimento della cittadinanza, e si serve di questo tipo di manifestazioni come strumento di coesione sociale. La finalità del fitto calendario di ricorrenze religiose è dunque, in realtà, di natura civile.
Ma c’è, insieme, lo scopo dell’autorappresentazione: attraverso rituali e celebrazioni Venezia ‘narra’ la propria identità, una identità data anche dal fasto della messa in scena, simbolo di potenza e originalità. Questo, si badi, a benefico sia dei veneziani che degli stranieri: importante è la percezione della venezianità in festa da parte dei ‘foresti’; ai banchetti dogali, alle regate, alle ‘machine galleggianti’ lo Stato sovente affida il compito di comunicare ai diplomatici in visita la grandeur veneziana; e questa grandeur trova riverberi significativi nelle testimonianze di artisti e letterati del calibro di Petrarca.
Il Carnevale in particolare
Il Carnevale risponde anch’esso a esigenze di ‘ribaltamento dell’ordine gerarchico’: istituzionalizzato a Venezia dal 1162, questo periodo di tripudio vede anzitutto i popolani quali protagonisti delle manifestazioni di piazzetta San Marco.
A questa puntuale ricostruzione, segue la terza e ultima sezione del libro, organizzata per temi; non poteva mancare, in un saggio sulle feste, una robusta dose d’attenzione a quegli elementi che del divertimento sono il propellente: giochi, cibi e spettacoli. Qui trova spazio, naturalmente, il primato della Serenissima in campo teatrale e musicale; ma non mancano riferimenti, spesso conditi da curiosità inedite, al mondo delle sagre, ai giochi di strada, allo sport. Gustosi i capitoletti dedicati alla cucina veneziana, che da sempre, tra mille prelibatezze a base di carne e pesce, pratica l’arte di mettere a frutto l’umile cipolla (dal ‘saor’ al fegato).
Una Venezia senza festa è una Venezia vuota
Conviene infine chiederci quanto rimane di tutto ciò nella Venezia attuale, se cioè questo importante complesso di tradizioni civili sia ormai esausto e svuotato di significato. Se lo domanda -senza retorica e sotto traccia- anche Tiziana Agostini, che si concede un cauto ottimismo: Venezia, conclude la studiosa, poggia “sulla potenza e originalità dello Stato che fu, la cui eredità e singolarità si coglie nelle feste di ieri e nella vita di oggi’.
Tiziana Agostini, Venezia è festa. Guida alla venezianità, Antiga Edizioni, 2023. Euro 20.