Trentadue racconti, per lo più molto brevi, alcuni di due pagine (uno solo più lungo: La sua Bimby), compongono il nuovo libro di Michela Gusmeroli, Come una collana, pubblicato dalla casa editrice Cleup di Padova. Ogni testo racchiude squarci di esistenze che si condensano in rapidi flash che le illuminano quel tanto che basta a restituirne il senso. Storie di donne, in maggior parte, donne mature che hanno vissuto gli straordinari anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, ricchi di lotte e speranze, di desideri e di rivendicazioni, di impegno e di battaglie. Donne che si ritrovano, ora, nel presente di questi anni Duemila, a vedere tutto questo vanificato da scelte politiche e sociali che ci riportano indietro, lasciandoci amarezza, rimpianto e qualche senso di colpa.
Una collana al femminile
La delusione, lo scoramento per l’affievolirsi del movimento femminista si materializza negli incontri, dopo diversi anni, con alcune amiche e compagne che hanno condiviso con la voce narrante l’entusiasmo e l’ottimismo verso la costruzione di un mondo più giusto, equo e paritario. «[…] certi fenomeni invecchiano come le persone» (p. 30). E anche la fatica per questo percorso politico. «L’emancipazione ci ha sfiancato» (p. 29).
L’autrice dà spazio ai ricordi legati a quanto vissuto nella seconda metà degli anni ‘70 a Milano, che ci riportano non solo all’attivismo che si espresse nel “Soccorso Femminile”, ma che con nostalgia rievocano anche la freschezza e la bellezza di quel periodo e della perduta gioventù (La mia Cenerella).
Una collana con tante perle
Diversi racconti si fermano a riflettere sull’età matura e sulla vecchiaia, sulle perdite a cui il passare del tempo ci costringe (Elité, Terza giovinezza, Sereno-Variabile): il passato pesa come un macigno. Un sorriso affettuoso si percepisce quando si rievocano le case accoglienti in cui le donne creavano uno luogo tutto per sé (Rita) oppure le vacanze spensierate (Laggiù, Quiete) che ora vengono ripensate e interpretate come «una vendemmia per i giorni bui, le tristezze future», p. 36). Nei racconti trova spazio anche la mescolanza di culture di questi ultimi anni determinata dall’immigrazione e dalla fuga all’estero dei nostri giovani.
La scrittura di Michela Gusmeroli, fatta di frasi brevi e periodi paratattici, si avvicina alla prosa poetica. Le atmosfere che rievoca si colorano di molte sfumature diverse che riescono a riportare a galla un mondo che si è trasformato profondamente, un’umanità che credeva nel potenziale del futuro, che si è impegnata per renderlo migliore e che ora si ritrova in mano solo macerie. Tra le pagine traspira l’amarezza, ma anche l’orgoglio di chi ci ha provato sul serio e ora si interroga sui propri errori.
Così l’autrice spiega il titolo del libro e il suo significato
«Ho chiamato collana questa mia nuova raccolta perché, pur comprendendo testi molto diversi, rispecchia sempre fedelmente me stessa. Racchiude, infatti, immagini, sentimenti, momenti, situazioni che sono parte essenziale di me, variegata ‘sostanza’ che continuo a setacciare, che non mi stanco di salvare, trasformata in scrittura.»
Michela Gusmeroli (Sondrio, 1950) ha cominciato a scrivere negli anni Ottanta, dopo aver vissuto con grande intensità il ’68 (nel luogo d’origine) e il Femminismo (a Milano). Solo nella scrittura, però, ha incontrato davvero sé stessa, esprimendo la parte più profonda e creativa. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo Nella mia stanza (2018) e Il mio romanzo sei tu (2019). michelagusmeroli.blogspot.com
Michela Gusmeroli, Come una collana, Padova, Cleup, 2023.