“In quel tempo, Gesù andava per città e villaggi annunciando la buona novella del regno di Dio e c’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità e li servivano con i loro beni. Fra loro vi era “Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni”. Questo racconta Luca nel suo Vangelo. Indubbiamente sette demoni non passano inosservati nemmeno per gli animi scettici del terzo millennio.
Chi era veramente Maria Maddalena?

Il mistero della sua identità rimarrà per sempre. Nei testi sacri vengono citate tre donne distinte: la sorella di Lazzaro Maria di Betania, c’è la peccatrice (cui molto è stato perdonato perché molto ha amato) e Maria Maddalena o di Magdala, l’ossessa miracolata da Gesù che lo assistette fino alla crocifissione. Magdala è il nome di un villaggio di pescatori sulle sponde del lago di Tiberiade.
Come in una nebulosa, le tre donne si confondono in un gioco di specchi che ne alimenta l’enigma



Tuttavia, l’iconografia universale tratteggia Maria Maddalena come peccatrice, una prostituta nota in città per aver cosparso di olio profumato i piedi di Gesù, bagnandoli con le lacrime e asciugandoli con i suoi capelli. Tradizione popolare che non è mai stata scalfita. L’arte ci ha lasciato una sorprendente sequenza di ritratti, dalla sublime sensualità del Seicento al pathos hollywoodiano. Penitente o in estasi, appare sempre divinamente bella con i capelli rosso ramati, a volte bionda. Non fugge come i discepoli e non rinnega il Cristo, lo segue dalla Galilea fino al Golgota.
Perché Maria Maddalena

Maria Maddalena è la prima a scoprire la tomba vuota dove Gesù è stato deposto e l’unica a vedere due angeli, la prima a toccare Gesù, anche se all’inizio non lo riconosce scambiandolo per il giardiniere. Tra le figure più rappresentate della storia dell’arte, può essere considerata una protofemminista. Disperata sotto la croce o sperduta nel deserto, è una donna forte e senza paura. Perché parlare di lei ora?
La festa


Basta sfogliare il calendario, il 22 luglio si festeggia Santa Maria Maddalena, elevata al grado di Festa nel 2016 per volontà di Papa Francesco che ha voluto sottolineare l’importanza di questa discepola di Cristo. Il suo emblema è l’ampolla d’unguento, è patrona di prostitute pentite, penitenti, parrucchieri.
Il mio viaggio sulle orme di Maria Maddalena comincia a Venezia a Palazzo Ducale

Dopo aver visto la “Maddalena in estasi” di Artemisia Gentileschi, scopro che a Forlì c’è una grande mostra tutta dedicata a lei. Raggiungo la città proprio nell’ultimo giorno d’apertura dell’esposizione, il 10 luglio. Una domenica turbolenta per via di uno sciopero dei treni regionali che ha interessato tutto il comparto del centro nord. Ma i santi mi aiutano e riesco a raggiungere in tempo la base: i Musei San Domenico, un luogo dove vorrei anche abitare. Dal 2006 visito questo spazio museale stupendo che ha sempre organizzato eventi artistici imperdibili, da Piero della Francesca, agli angeli di Melozzo da Forlì, con un’attenzione particolare all’allestimento sempre impeccabile.
Una mostra per Maddalena

Non potevo ovviamente perdermi la mostra: “Maddalena – Il mistero e l’immagine”. Un itinerario strepitoso composto da 12 sezioni con duecento opere provenienti da prestigiosi musei italiani e internazionali. Tutta l’iconografia su Maria di Magdala, dal Medioevo ai giorni nostri. I più grandi maestri sono stati sedotti da questa donna indecifrabile, una magnifica presenza.
Le opere che la rappresentano

Festeggiamola insieme con una passeggiata tra le opere esposte, quelle che mi sono rimaste nel cuore: comincio subito dalla Crocifissione di Masaccio che la ritrae di spalle. Capelli lunghi e biondi, spezza l’equilibrio verticale della croce con le sue braccia drammaticamente tese, incredibile grido di dolore di una modernità assoluta e anche logo della mostra.
Maddalena nel ‘400

Sembra invece una nobile signora nel quattrocentesco Polittico di Montefiore di Carlo Crivelli. Ineffabile, raffinata e bionda, regge l’ampolla tra le mani, quelle incantevoli mani che solo Crivelli sapeva dipingere. Capelli dorati e vesti pregiate anche in una preziosa tempera su tavola di Luca Signorelli, tra i maggiori esponenti del rinascimento, allievo di Piero della Francesca.
Sono molti i pittori veneti che la ritraggono e tutti famosissimi


Veronese, Tiziano, Tintoretto. Hayez che la tratteggia adorante abbracciata alla croce e, in un’altra versione ricca di sensualità, penitente nel deserto. Maestro secentesco dal forte impatto erotico, Guido Cagnacci ne esalta l’aspetto voluttuoso. Nell’800 farà così anche Francoise – Xavier Fabre, artista famoso per i ritratti di Alfieri, Foscolo e Canova.
A proposito del grande scultore, nell’anno del bicentenario non poteva mancare un suo lavoro

Una sala dei Musei San Domenico restituisce la magia e la morbidezza scultorea di Antonio Canova anche se la drammaticità degli eventi ha creato scompiglio. La “Maddalena penitente” che si trova all’Ermitage, era stata restaurata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì proprio in occasione della mostra. Purtroppo, lo scoppio della guerra in Ucraina non ha permesso l’invio del capolavoro che è stato sostituito con il gesso originario dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Gentileschi e la “sua” Maddalena

Nel nostro itinerario troviamo una delle poche artiste donna, “la pittora” come veniva chiamata all’epoca, Artemisia Gentileschi con un’altra versione della Maddalena, oltre a quella in estasi esposta a Venezia.
De Chirico

La modernità ci trascina nelle visioni di Giorgio de Chirico dove Maddalena ha l’aspetto martoriato e stanco, una donna che racchiude tutto il dolore del mondo. Chagall, nonostante la drammaticità della deposizione, libera nell’aria i protagonisti con una struggente sensazione di leggerezza universale.
Maddalena e la letteratura
Nel 2003 Dan Brown pubblica “Il codice da Vinci”, milioni di copie nel mondo, un romanzo che oltre alla straordinaria fortuna editoriale e successivo adattamento cinematografico, ha suscitato notevoli critiche per la tesi che Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena e che dalla loro unione sarebbero nati dei figli. Quanti misteri con Maddalena, “che regala le notti bianche”, cantava l’indimenticabile Sergio Endrigo.
Vorrei chiudere con gli angeli questa visita avventurosa ai Musei San Domenico

Non dobbiamo dimenticare infatti che Maria Maddalena è l’unica a vedere le creature celesti. Guido Reni la dipinge eterea con lo sguardo rivolto al cielo. Voglio citare anche un pittore che amo particolarmente, il Guercino, talento innovativo che apprezzava molto l’impostazione coloristica dei maestri veneti. “La verità, la purezza e la perfezione del suo pennello sono stupefacenti” scriveva Goethe nel suo “Viaggio in Italia”.
Una donna “speciale”

Stupefacente è la sua Crocifissione, ho fotografato il particolare di Maddalena accanto alla croce, sarebbe piaciuto molto anche a Goethe, però mi soffermo su “Maria Maddalena e due angeli”, olio su tela del 1622. In quest’opera il Guercino evidenzia il particolare importante dell’incontro tra la donna e i divini messaggeri e per un illusorio gioco prospettico sembra che sia lei stessa ad avere le ali. I capelli sciolti sulle spalle e lo sguardo sereno di chi ha molti segreti da nascondere.
Dott.ssa Elisabetta, nella raffinata lettura del Suo articolo c’è sempre qualcosa che mi fa sorridere, come: “Indubbiamente sette demoni non passano inosservati nemmeno per gli animi scettici del terzo millennio”. Bellissimo questo articolo illustrato da bellissime fotografie su un personaggio della sacre scritture che è piaciuto ai pittori, fedeli e peccatori. Per molti di noi la figura di Maddalena è la più simpatica, la più vicina a noi, in questo contesto di Santi e virtuosi, Lei la indica come protofemminista, ma si può dire anche la più normale, la più vera. Sono stato anch’io nei Musei San Domenico di Forlì. Lì vidi con mia figlia Sara una mostra sul Canova, abbiamo ancora il monumentale catalogo, vedo che sono ancora presenti della gloria di Possagno. Grazie per averci fatto conoscere questo percorso mettendo a confronto i vari artisti di epoche diverse; per me i più lontani dallo stereotipo sono i lavori di Carlo Crivelli e di Giorgio de Chirico, due opere che depongono a favore dell’ermeneutica.
Che percorso straordinario e che donna affascinante Maddalena. Si sono cimentati tutti gli artisti di tutti i secoli su questa figura iconica (come si usa dire adesso).
Complimenti Elisabetta e grazie!
grazie Elisabetta, hai fatto un lavoro eccellente e messo a disposizione di tutti noi. La Maddalena è una figura di popolo ma con il coraggio delle grandi donne. sicuramente un ” amore ” .
complimenti grazie Eli.