“Oggi nessuno si scandalizza, la società ha trovato dei modi per annullare il potenziale provocatorio di un’opera d’arte, adottando nei suoi confronti il piacere consumista”. André Breton. Il fondatore del movimento Surrealista aveva colto nel segno, voleva cambiare il mondo attraverso una rinascita culturale e spirituale. I veri artisti attraversano il tempo, seducono con le loro magnifiche trasformazioni, duellano assieme ai grandi del passato, sono ancora in grado di stupire e provocare lo spettatore. In questa avventura, una villa del Palladio diventa l’enorme piedistallo su cui poggiare opere contemporanee in un dialogo estetico dalla regia perfetta. L’occhio posa simultaneamente tra sculture, architetture e affreschi cinquecenteschi. Sembra un viaggio nel tempo con tante soste luminose che invitano alla scoperta. Il tutto legato a un filo rosso.
Il filo rosso di R&M

“Bark$ Bashes and Love”, fascino e suggestione della mostra realizzata da Annarosa Romano e Paolo Monterisi (R&M) nella palladiana Villa Caldogno. Un tempo privata, ora struttura pubblica richiamata a nuova vita grazie ad un recente e importante restauro voluto dall’amministrazione comunale di Caldogno, affascinante e antico comune della provincia di Vicenza.
L’antica dimora è inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Andrea Palladio, amico di famiglia dei Caldogno, operò su una struttura quattrocentesca preesistente. Il committente era un aristocratico vicentino commerciante in seta. Oggi di proprietà comunale, è utilizzata per attività ed eventi culturali.
Il perché del filo rosso

In questa esposizione curata da Maria Lucia Ferraguti, c’è un sublime filo rosso. Trame, conflitti, suspence. Uno spiazzante potenziale narrativo che apre confronti sul concetto d’arte. Nelle superbe geometrie della villa, le opere di Annarosa Romano e Paolo Monterisi, ci meravigliano anche grazie a temi ad effetto.
Opere e strategie

Bark$ Bashes and Love, Maurizio, Anatole Broyard, Le Corbusier mon amour, Madame et Monsieur Maillechort, Aux frères Strugackij, Night Spooks Theatre, All in the family, sono i titoli di una serie di opere che gli autori collocano in modo surreale nel close out del mercato dell’arte aprendo un dialogo immaginario con altri artisti e scrittori, le loro biografie e l’universo del collezionismo. Il punto di vista di un mercato standardizzato nella magnifica eloquenza delle strategie di marketing.
La storia di R&M

Oltre a creare scompiglio nelle stupende ville palladiane, Annarosa e Paolo, operano da tempo nel mondo dell’arte con l’acronimo R&M. Si sono incontrati nel 2012 alla Volkshochschule di Telfs in Austria, durante un corso di incisione. Artisti poliedrici e completi.
Annarosa Romano: Liceo Artistico a Treviso e insegnante di Serigrafia. Fondatore dello Studio Mathesis Interior Lighting Design.
Paolo Monterisi: Accademia di Belle Arti a Brera, Laurea in Arte: La tradizione alchemica francese e le sue relazioni con le Avanguardie storiche. È stato Addetto Stampa e Grafico all’interno del Cosmit Comitato organizzatore del Salone Italiano del Mobile a Milano.
Un filo rosso che unisce città e arte a 360°

Producono tra Milano e Treviso spaziando in molteplici settori: pittura, disegno, scultura e installazioni, impiegando a volte tecniche artigianali e tradizionali. Nell’ambito dell’arte applicata e del design studiano il rapporto tra fotografia e videoinstallazione. Molto suggestivi alcuni ritratti fotografici di grandi dimensioni dal profondo significato psicologico. Il loro punto di forza è rappresentato dalla pittura e dalla ceramica, elementi importanti della loro espressione artistica. Sono presenti nei più grandi musei e collezioni internazionali dal MoMa PS1 di New York, al Museum of Decorative Arts London’s, al Victoria and Albert Museum.
La forza del filo rosso

Il sodalizio R&M non è solo visivo, si avvale di citazioni aforistico – narrative con specifici riferimenti alla visione e fruizione dell’opera d’arte. Un progetto dal quale nasce una nuova figura: il “visibilitatore” colui che nell’atto stesso del guardare, rende visibile.
Non possiamo che apprezzare questo frammento di complicità, l’osservatore che diventa parte integrante di un’idea.
Scrive Diego Fusaro: “L’esposizione di Annarosa Romano e Paolo Monterisi ci pone con forza dinanzi alla potenza veritativa dell’arte. Ciò è già, di per sé, un gesto rivoluzionario nel tempo della falsità universale e del nichilismo relativistico ovunque imperante. Arte, religione e filosofia sono, per dirla à la Hegel, i fondamenti dello Spirito assoluto”.
Quasi tutte le opere si ispirano a testi letterari o poetici


Night – Spooks – Theatre è un omaggio a The Human Stain di Philip Roth. Indaga sul mondo di Anatole Broyard, scrittore di New Orleans morto nel 1990. L’installazione che rappresenta il suo cadavere ha creato molto scalpore, il suo corpo lungo tre metri giace sul pavimento della villa mentre otto teste in ceramica bianche – nere-platino lo osservano. Sono forse dei fantasmi? Chi guardano, chi ascoltano?
C’è anche l’omaggio a Paul Valéry con Eupalino – Le Cimetière marin .
Strepitosa l’installazione Le Cabanon di Le Corbusier composta da 40 ceramiche smaltate. In questa ironica e minuziosa elaborazione sono raffigurati i numerosi personaggi del mondo della cultura e dell’arte accorsi al momento della morte del grande architetto.
L’ispirazione di Le Corbusier


Le Corbusier muore il 27 agosto 1965 per un attacco cardiaco nuotando in mare, nello specchio d’acqua proprio davanti al suo capanno minimalista dove amava rifugiarsi a Roquebrune Cap Martin in Costa Azzurra. Nell’installazione planano anche i piccioni provenienti da Venezia, gli stessi piccioni, che avevano assistito agli esperimenti di Le Corbusier alle prese con il nuovo progetto dell’Ospedale.
C’è anche un video di R&M che ironizza su un suo vero o presunto lato oscuro di Le Corbusier, un certo autoritarismo sessuale che determinava relazioni conflittuali con le donne. Argomento che ancora oggi infastidisce i suoi estimatori.
Nella sua lunga carriera, il leggendario architetto realizzò settantacinque edifici in dodici nazioni e una cinquantina di progetti urbanistici. Tra i lavori importanti non realizzati c’è proprio l’Ospedale di Venezia, che sembrava ormai cosa fatta al punto che nell’aprile del ’65 Le Corbusier giunse in laguna con un suo collaboratore per la consegna delle tavole e del modello del progetto di massima che, purtroppo, non vedrà mai la luce.
Un filo rosso che unisce scultura e poesia

Chissà come sarebbe Venezia con quell’opera architettonica. Quante sliding doors nell’avventura di Annarosa e Paolo. Quali sorprese staranno preparando per il visibilitatore nel prossimo futuro?
Nell’attesa chiudiamo con Paul Valéry e il suo celebre Le Cimetière Marin; per la cronaca questi versi sono stati tradotti dal francese all’infinito e sempre in modo diverso perché è quasi impossibile restituirne la musicalità originaria. Ma il concetto è universale e commovente: Il vento si leva… Bisogna tentare di vivere! Il mio libro apre e richiude l’aria immensa, da rupi audace l’onda in polvere zampilla. Pagine impallidite, volate via!
BARK$, BASHES AND LOVE
di Annarosa Romano e Paolo Monterisi
A cura di Maria Lucia Ferraguti
Dal 02 aprile al 15 maggio 2022
Villa Caldogno, via Zanella 3, Caldogno (Vicenza)
Splendida mostra e splendido articolo!
Dott.ssa Elisabetta, leggo sempre con piacere i Suoi racconti sull’arte, pur non conoscendo le espressioni moderne, forse apprezzo di più la ceramica, ma quella tradizionale, però rimango sempre rapito dalla Sua presentazione. Alla fine dell’articolo, più di rammaricarmi sulla mancata realizzazione dell’ospedale di Venezia da parte di Le Corbusier, sono ammirato dal recupero e dall’uso pubblico Villa Caldogno. Benissimo ha fatto, con una praticità tutta veneta, l’Amministrazione comunale di Caldogno a prendere possesso di uno di questi capolavori che il grandissimo Andrea Palladio ha realizzato nella Sua splendida regione. Sapere che è stata inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco mi rende ancora più felice. Vedere, solo da fuori, l’eleganza, la classicità delle dimore di Andrea Palladio è una gioia per l’anima e per la mente. Usare questi spazi per raccontare l’arte del nostro tempo mi fa dire che questi artisti sono fortunati, perchè le loro opere saranno ancora più apprezzate e ammirate. Il contesto aiuta!
Le Cimitière Marin:il poema di Paul Valeriy. Bellissimo ed intenso. Una meditazione sulla vita e sulla morte. Un testo non facile, ma ricco d’immagini di straordinaria luminosità. Dipana il mistero del passaggio dall’immobilità all’azione, dal nulla all’essere, dal silenzio alla parola. Il probema eterno dell’esistenza umana.
Quante scoperte negli articoli della cara Elisabetta. Sono linfa continua per la mia cultura e per il mio amore per l’arte.
Non si vive di solo cibo anche se ottimo ma si deve essere sempre pronti a nutrirsi del meglio che personaggi come Elisabetta sanno offrirti. Non smetterò mai di ringraziarla in attesa dei prossimi regali domenicali.