Diabolik è senza ombra di dubbio uno dei mostri sacri del fumetto italiano, nato dal genio di due sorelle milanesi Angela e Luciana Giussani agli inizi degli anni Sessanta e tuttora pubblicato ed apprezzato, seppur con le dovute trasformazioni del tutto inevitabili.
Il primo Diabolik
Diabolik si presenta al lettore il primo Novembre del 1962, l’anno che viene quindi sarà il 60°, come “Il re del terrore”, dal titolo del primo numero. In effetti il personaggio di Diabolik è subito presentato come un eroe “negativo”. Un ladro disposto anche ad uccidere senza alcun rimorso pur di raggiungere il suo obiettivo. Risulta evidente che, un fumetto ed un personaggio simile contestualizzato in quel periodo risulti del tutto rivoluzionario. Capace di suscitare clamore in un’epoca in cui, in Italia, la morale sui giornali, al cinema e in televisione era soggetta ancora alla censura.
Il capostipite del fumetto noir
Diabolik è quindi il capostipite del fumetto nero italiano. Dopo di lui fanno le loro prime apparizioni tutta una serie di imitazioni, talvolta anche più trasgressive, come Kriminal, Satanik, Infernal, Demoniak. Un’altra grossa ed importante novità introdotta da Diabolik è il formato scelto per la pubblicazione. Non più un fumetto a striscia ma un tascabile con due o tre vignette per tavola e con oltre cento pagine. Capace di proporre al pubblico una storia completa in un solo albo.
Gli ispiratori di Diabolik
Si nota, fin da subito, l’influenza di eroi negativi dellOottocento come Rocambole, Arsenio Lupin e Fantomas. Intriganti e avvincenti, da cui le sorelle Giussani prendono spunto con una precisa e ben congegnata opera di ammodernamento. Così, ad esempio, trucco e barba finta di Fantomas lasciano il posto alle mitiche e avveniristiche maschere. Gli scenari in cui Diabolik si districa sono variegati e sempre innovativi per dar spazio al suo gioco preferito. Fuggire a gioiellieri e industriali, dotati di sofisticati congegni per non farsi derubare, attraverso la sua preparazione, le sue maschere ed i suoi gadget tecnologici. Furti e fughe, oltre ad avere idee di base geniali, sono sceneggiate in maniera fluida e piacevole. Il lettore non si trova mai in sbalzi di ambientazione che possono generargli confusione. Ma è accompagnato da didascalie sempre ottimamente inserite .
Il numero 1
Il primo numero di Diabolik è stato disegnato da Zarcone, un personaggio misterioso detto “il tedesco”, sparito successivamente dalle scene. Il secondo numero è stato affidato ad una amica di Angela, la signora Giacobini che firmò le tavole come “Kalissa”. Dal terzo numero il disegno passò nelle mani di Luigi Marchesi che diede una fisionomia precisa al personaggio e ridisegnò completamente nel 1964 il primo numero. A seguire troviamo Enzo Facciolo, Glauco Coretti, Dell’Acqua, Paolo Ongaro e altri fino ad arrivare a Sergio Zaniboni il disegnatore ufficiale. Zaniboni apre la sua collaborazione con Diabolik il 15 Settembre del 1969 con l’episodio “Delitto su commissione”.
La storia
Delle origini di Diabolik non si sa praticamente nulla fino al numero 5 dell’anno VII (episodio 107) dal titolo “Diabolik, chi sei?”. In questo episodio si viene a conoscenza che Diabolik è l’unico superstite di una nave alla deriva. Salvato da un gruppo di criminali e truffatori con sede in un’isola segreta. Qui viene da loro allevato e ha l’opportunità di venire a contatto con gli scienziati dell’isola ingaggiati dal gruppo criminale; approfondisce lo studio della plastica da cui riuscirà a costruire le sue famosissime maschere. Diabolik uccide il capo della banda, King, e dopo essersi impossessato del segreto delle maschere fugge dall’isola con il tesoro dell’organizzazione. La “location” principale dei primi numeri di Diabolik è Marsiglia. Ben presto cambiata nella fittizia Clerville capitale dell’omonimo stato di Clerville. Città abitata da gente arricchitasi da attività illegali che diventano i principali obiettivi di Diabolik.
Amici e avversari
Il fumetto, oltre al suo protagonista indiscusso, propone una serie di personaggi altrettanto intriganti. Il primo, in ordine di apparizione è l’ispettore Ginko, già presente nel primo episodio. Siamo di fronte al classico ispettore sulle tracce del criminale con il destino segnato da copione: essere sconfitto e beffato da Diabolik. Questo però non indurrà il lettore a sminuire le capacità del personaggio, la cui abilità e intelligenza verranno apprezzate episodio dopo episodio. Grazie a Ginko le autrici porteranno il lettore alla soluzione dei casi ed è grazie a lui che molti colpi di Diabolik verranno sventati. Un altro personaggio di spicco, che fa la sua prima apparizione nel terzo episodio “L’arresto di Diabolik” è Eva Kant inseparabile compagna di Diabolik. Eva conquisterà il cuore di Diabolik grazie alla sua personalità, spavalderia e coraggio oltre alla sua indiscussa bellezza. Diabolik svelerà solo a lei il suo vero volto ed Eva si dimostrerà una degna compagna, salvando Diabolik in molte situazioni ed aiutandolo nei suoi innumerevoli colpi.
Diabolik non perde il suo fascino. Merito degli occhi?
Il fenomeno Diabolik, ed il suo enorme e costante successo nell’arco di mezzo secolo è anche attribuibile al suo adattarsi ai tempi. Diabolik negli anni è diventato, ad esempio, meno vendicativo e crudele ma sempre più furbo dei suoi avversari. Il comportamento con la sua donna muta, in coincidenza con il femminismo, da autoritario e padrone ad accondiscendente e tollerante. Con un’Eva sempre più sicura di sé e capace di imporre le proprie idee e ritagliarsi i suoi spazi .
Dal fumetto al grande schermo
Il primo film ispirato al ladro in calzamaglia è un film italiano del 1968, diretto da Mario Bava. È ispirato all’omonimo fumetto creato da Angela e Luciana Giussani e riprende le situazioni di alcuni episodi della serie a fumetti. È considerato da alcuni uno dei migliori film pop degli anni sessanta. Ha influenzato film come CQ, diretto da Roman Coppola nel 2001. Coppola ha infatti dichiarato che il film di Bava gli è servito per dare il “mood audiovisivo” al suo lungometraggio. Nel 2020 Diabolik diventa un film di genere giallo diretto da Antonio Manetti, Marco Manetti, con Luca Marinelli e Miriam Leone. Uscirà al cinema il 31 dicembre 2020.
La parola a chi Diabolik l’ha disegnato
Abbiamo cercato di conoscere meglio il personaggio di Diabolik attraverso uno dei suoi disegnatori: Paolo Ongaro, mestrino di nascita, trevigiano di adozione. Uno dei maestri del fumetto italiano.
Cosa rappresenta per te Diabolik
Oggi non più, ma all’inizio, e parliamo ormai di 50 anni fa, ha rappresentato un punto di arrivo ad un personaggio di grande spessore, anche se per me in quegli anni, era un punto di partenza della mia professione, ero piuttosto giovane. Mi sono molto divertito a disegnare alcune sue storie. Diabolik è arrivato al momento giusto con storie gialle per adulti che mancavano nel mercato dei comics. E’ stato il primo dei fumetti “neri”
Che emozione hai provato nel disegnarlo?
L’emozione vera non era nel disegnare, ma entrare nel “ Sancta Sanctorum” delle sorelle Giussani, le autrici del personaggio. Il rapporto però è durato poco per due motivi fondamentali: il primo era che il lavoro era sempre realizzato a due mani (io facevo coppia con Zaniboni) ed io cercavo più autonomia. Il secondo perché in quel periodo mi arrivavano proposte da diversi editori (Mondadori, Rizzoli, Intrepido, IPC Fleetway Gran Bretagna) e per alcune testate potevo scrivermi i testi da disegnare. In seguito dovevo rispondere ad altre proposte interessanti come quella di Enzo Biagi per “Storia d’Italia a fumetti” e di vari editori europei. Non potevo fare tutto, dovevo rinunciare a qualcosa…
Un episodio di Diabolik che avresti voluto disegnare tu.
Vorrei disegnarne uno in futuro, dove, per stupire il lettore, Diabolik, Eva e Ginko si ammazzano a vicenda con amore. Tanto poi si trova sempre il modo di farli resuscitare per continuare con altre grandi storie, come è già successo per Superman e Blueberry.
Ottimo!