Mi chiamo Dorando e ogni volta che ci sono le Olimpiadi sono un po’ triste. Mi piacerebbe guardare le gare, tutte, in particolar modo l’atletica. A volte le seguo ma c’è una cosa che non guardo mai: la premiazione, soprattutto se vince un italiano. Penso che non ci sia niente di più bello di quel momento di gioia che ti trasporta nella gloria. Però, non c’è niente di più bello per chi l’ha vissuto. Per chi come me stava per viverlo, è troppo doloroso vederlo. No, non sono antisportivo. E’ un dolore tutto mio perché l’esperienza che ho vissuto non l’ha vissuta nessun altro atleta. Ora, c’è un giornalista che mi vuole intervistare. In un primo momento, ho detto di no. Già lo sapevo cosa mi voleva chiedere. Voleva che raccontassi la storia di Londra, della mia Olimpiade nel 1908, della medaglia d’oro della maratona, la gara più importante che c’è, persa a pochi metri dal traguardo per una squalifica assurda, perché i giudici mi hanno aiutato a rialzarmi dopo una lunga crisi. Poi, ho pensato che forse parlare mi avrebbe fatto bene e così ho accettato e sono qui davanti a questo signore. “Buongiorno, si accomodi. La ringrazio per la visita. Le chiedo solo una cosa però?”
“Cosa, signor Dorando Pietri?”
“Non parliamo della maratona di Londra.”
“E al mio giornale cosa dico? Se lo può immaginare, ci sono le Olimpiadi e ogni volta che si corre la maratona lei viene ricordato.”
“Oggi, se le va, parliamo di tutto. Delle Olimpiadi, della situazione politica, persino dei vaccini, ma non della mia maratona di Londra.”
“ Dorando Pietri, i Vaccini? Segue la situazione?”
“Da quassù seguo tutto. La mia generazione ha vissuto la Spagnola. Ho visto morire tanti amici e parenti. Per questo dico: vaccinatevi!”
“Che differenze vede tra la pandemia che ha vissuto lei e il Covid?”
“Tantissime e non so come qualcuno possa lamentarsi. La scienza ha fatto passi enormi. Con le conoscenze e i mezzi attuali si sarebbero salvati in tanti. E con le conoscenze scientifiche attuali io non verrei ricordato solo per la maratona di Londra. Avrei imparato ad alimentarmi e non avrei corso, come spesso facevo, anche due maratone in un mese.”
“Allora Dorando Pietri vuole parlare di Londra?”
“Voglio solo aprire una finestra su quella che era la vita di un maratoneta quando gareggiavo io. ”
“Prego, signor Pietri”
“Nell’estate del 1908, due settimane prima della maratona di Londra, corsi una maratona di preparazione a Carpi, vicino casa mia. Vinsi alla grande con un bel tempo. Era il 7 luglio e pochi giorni dopo, il 24, ero alla partenza della gara olimpica. All’epoca era consigliato da tutti gli allenatori: più corri meglio corri. Facevo gare di tutti i tipi: fondo, mezzofondo e maratone. Le vincevo tutte. Non mi risparmiavo mai. Quel maledetto 24 luglio a pochi metri dal traguardo finii la benzina. Era come se qualcuno mi aveva staccato la spina. Per correre gli ultimi 500 metri ci misi quasi 10 minuti. Arrivai a quella gara troppo stanco. E’ questa la verità. Poi sa cos’è che mi dà più fastidio?”
“Cosa?”
“Mi ricordano tutti per una sconfitta, o meglio per una squalifica ingiusta, ma nessuno rammenta le mie vittorie.”
“Dorando Pietri però, quella maratona di Londra, pur da squalificato, l’ha resa immortale. E’ stato come vincere, non trova?
“Non lo nego, ma non lo sopporto.”
“In sua difesa si schierarono personaggi illustri, come Arthur Conan Doyle, l’inventore di Sherlock Holmes.”
“Vero. Il grande scrittore era presente allo stadio e si oppose alla decisione della giuria. Riuscì a farmi premiare lo stesso dalla Regina Alessandra e qualche settimana lanciò una raccolta fondi per farmi aprire una panetteria.”
“Dorando Pietri, come iniziò a correre?”
“Facevo il garzone in un negozio, ma la mia passione era lo sport. Un giorno, fui attirato dall’arrivo di una gara podistica a Carpi. Andai vestito con gli abiti da lavoro e riuscii a partecipare, tenendo testa al super favorito. Da lì il passo fu breve e quattro anni dopo ero alle Olimpiadi.”
“Dorando Pietri, me lo confessi: ma la vedrà la maratona alle olimpiadi di Tokio?”
“Sinceramente no, però mi piacerebbe correrla.”