Questa nazionale assomiglia più a quella di Bearzot o a quella di Lippi. O ancora a quella di Sacchi o a quella di Zoff…? Abbiamo visto fino adesso tre partite di questa Italia targata Roberto Mancini agli Europei 2020 (attenzione a non scrivere 2021). Contro la Turchia, poi la Svizzera e ultima ma non ultima con il Galles. Tre vittorie piuttosto semplici. Le prime due con l’identico risultato di 3 a 0 e poi 1 a 0 con i britannici. Anche se il risultato poteva essere molto più rotondo, ma basta così.
La nazionale azzurra ha preso il primo posto
Primo posto nel girone, nove punti in classifica, sette goal all’attivo e nessuno al passivo. Ora sabato affronteremo l’Austria una squadra che non appare assolutamente come un avversario proibitivo, anzi tutt’altro. Non è di certo l’Austria degli anni venti e trenta quando era decisamente più forte. Ora sorge spontanea una domanda visto e considerato che la nostra nazionale è diventata quasi di punto in bianco la seconda favorita per il titolo continentale dopo la Francia. Addirittura più accreditata del Belgio di Lukaku che salvo sorprese dell’ultima ora dovremo verosimilmente affrontare nei quarti di finale. Tornando alla domanda, ma questa nazionale che non perde da oltre trenta partite può assomigliare in qualche modo alle formazioni che ci hanno regalato le ultime soddisfazioni in campo mondiale?
Diamo una rapida occhiata
Il “vecio” Enzo Bearzot nel 1982 portò in Spagna l’ossatura della squadra del 1978 che chiuse al quarto posto dietro ad Argentina e Olanda e Brasile che ci sconfisse nella finalina. Ecco il 1982 dove diventammo campioni del mondo partendo con Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani. I cambi principali erano Marini per Oriali e Altobelli per Graziani. Una squadra che nonostante fosse molto forte dotata di grandi campioni non partiva con i favori dei pronostici. In gara c’era il Brasile di Zico, Eder, Junior, Socrates, Cerezo, Falcao e poi l’Argentina di Maradona e la Germania di Rummenigge, Briegel e Breitner.
Un girone disastroso
Morale dopo un girone superato per grazia di Dio (famosa la polemica innescata dal giornalista Oliviero Beha), superammo proprio nel secondo gironcino prima l’Argentina e poi il Brasile. Semifinale superata con la Polonia e gran finale 3 a 1 sulla Germania. Un trionfo con Paolo Rossi goleador e logico pallone d’oro. Quella nazionale giocava a memoria e per l’appunto aveva giocatori capaci di giocate pazzesche, vedi in particolare Bruno Conti che era un vero e proprio funambolo, Scirea che non sbagliava un tocco in difesa e Antognoni regista d’altri tempi dotato di un lancio pazzesco.
La nazionale del 2006
E vediamo quella di Marcello Lippi che faticò ugualmente a superare il girone iniziale ma poi cominciò a crescere a partire dagli ottavi di finale dove superò nettamente l’Ucraina per 3 a 0 con la prima doppietta di Luca Toni. La formazione base di partenza recitava Buffon, Zambrotta, Nesta, Cannavaro, Grosso, Camoranesi, Gattuso,Pirlo, Perrotta, Totti, Gilardino. Cambi principali Toni, Inzaghi, Del Piero, Materazzi. A parte la classe cristallina del romanista Totti (forse il più forte giocatore italiano degli ultimi trent’anni dopo Roberto Baggio), questa nazionale appariva meno forte di quella del 1982, però c’era il gruppo, c’era molta coesione e forza di volontà, tale da portarla a vincere in semifinale con la Germania per 2 a 0 e poi la famosa finale vinta ai rigori contro la Francia dove il fuoriclasse Zinedine Zidane (tra l’altro autore del momentaneo vantaggio dei galletti) venne espulso per la testata al torace di Marco Materazzi.
Una nazionale “a sorpresa”
Un’altra vittoria un po’ a sorpresa e dove anche alla fine di quell’anno il pallone d’oro andò ad un azzurro e precisamente a Fabio Cannavaro, anche se in tutta franchezza forse lo meritavano di più Andrea Pirlo e G.Luigi Buffon. Ma questo è un parere. Tra queste due nazionali in mezzo quella di Sacchi del 1994 dove perdemmo in finale ai rigori contro il Brasile e quella di Zoff dove perdemmo nel 2000 la finale europea contro la Francia al Golden Goal. Poi anche la parentesi della finale persa agli europei del 2012 contro la Spagna ma nettamente per 4 a 0 con commissario tecnico Cesare Prandelli.
Ma questa nazionale a chi potrebbe assomigliare?
Tra queste nazionali quale oggi può assomigliare di più a quella attuale di Roberto Mancini e ce la farà a conquistare il titolo europeo che manca dal 1968? (Allora c’erano Gigi Riva e…)Possiamo dire che quella del 2006 di Lippi forse è la più simile. Mancini gioca con due esterni bassi e due centrali di peso, una sola punta vera , due centrocampisti incontristi più uno di fantasia o geometria se preferite e due mezze punte di fantasia.
Un sassolino
Se proprio vogliamo fare le pulci diciamo che Totti inventava di più e girava in mezzo al campo cosa che non fa Insigne, ma per il resto i conti tornano vedi soprattutto Jorginho nel ruolo di Pirlo o Barella in quello di Gattuso ecc…Anche in panchina i due commissari se vogliamo per certi aspetti si assomigliano provenendo entrambi da grandi successi sulla panchina di squadre di club. Che sia di buon auspicio, Lukaku e Mbappè permettendo!