Che rapporto abbiamo oggi con la memoria storica? E ancora: come reagiamo alla fine degli idoli, delle divinità, del tempo degli eroi? In un’epoca che sembra avere smarrito punti di riferimento assoluti, lo spettacolo Napoleone. La morte di Dio con Lino Guanciale, diretto da Davide Sacco, si pone come un’intensa e poetica riflessione sulla perdita, sul lutto collettivo e sulla necessità di ricostruire nuove visioni del mondo. In scena al Teatro Del Monaco di Treviso il 15 e 16 maggio alle 20.30, l’opera chiude il cartellone Fuoriserie, il progetto multidisciplinare che ha portato al pubblico musica, teatro contemporaneo, conferenze e comicità.
Napoleone visto attraverso il racconto di Hugo

Al centro dello spettacolo ci sono le parole dello scrittore Victor Hugo, testimone e interprete del profondo senso di spaesamento che attraversò la Francia nella prima metà dell’Ottocento, all’indomani della parabola napoleonica. Non si tratta di una cronaca storica in senso stretto, ma di un viaggio emotivo e simbolico nell’anima di una nazione e, più in generale, dell’umanità.
La vicenda prende le mosse da un evento preciso: Parigi, 15 dicembre 1840. È un giorno gelido, la neve scende fitta, e le spoglie di Napoleone Bonaparte, morto in esilio vent’anni prima, fanno ritorno in patria per essere tumulate con tutti gli onori nella chiesa de Les Invalides. Un popolo intero assiste, muto e commosso, al funerale di colui che fu imperatore, condottiero, legislatore, ma anche figura controversa, divisa tra mito e realtà.
Tra i presenti, un giovane Victor Hugo, che quelle ore cariche di emozione restituirà in un testo denso, profondo e lirico: “Sì, è veramente una festa: la festa di un feretro esiliato che torna in trionfo. La neve s’infittisce. Il cielo si fa nero. I fiocchi di neve lo seminano di lacrime bianche. Sembra che anche Dio voglia partecipare ai funerali.”
Da queste parole prende forma lo spettacolo

Davide Sacco, regista e drammaturgo, costruisce una narrazione scenica che mescola storia, filosofia e poesia, dando vita a un monologo interiore che diventa universale. Sul palco, Lino Guancialedà volto e voce a un uomo – forse un figlio, forse un semplice testimone – che si confronta con la perdita del padre. Ma quel padre, nella finzione teatrale, può essere Napoleone, può essere Dio, può essere l’immagine idealizzata di una guida che non c’è più.
Il lutto privato si fa lutto collettivo, mentre la figura dell’eroe – del condottiero infallibile – si dissolve nel gelo dell’inverno e nella disillusione del presente. È un percorso doloroso, ma necessario: dalla distruzione all’elaborazione, dalla perdita alla ricostruzione. Lo spettacolo ci invita a domandarci non solo chi fossero i nostri idoli, ma cosa resta di noi dopo la loro caduta.
Lo spettacolo su Napoleone

La produzione è firmata da LVF – Teatro Manini di Narni, che ancora una volta scommette su una proposta teatrale di grande qualità e impegno culturale. Con questa messinscena, si chiude un’edizione particolarmente ricca del ciclo Fuoriserie, che ha saputo integrare linguaggi artistici diversi, ospitare nomi importanti del panorama nazionale e aprire spazi di dialogo tra classico e contemporaneo.
Una conclusione intensa e suggestiva per la stagione teatrale del Teatro Del Monaco, che continua a confermarsi come uno dei poli culturali più vivaci del Veneto.
credits ivan nocera