La Polizia di Stato compie 173 anni e li festeggia in tutta Italia incontrando i cittadini e le istituzioni. La Festa è stata celebrata alla Scuola Grande San Teodoro di Venezia, uno dei gioielli del Centro Storico Veneziano che viene custodito dalle confraternite, istituzioni antiche che fanno della beneficenza e del servizio il loro scopo sociale, in consonanza con la missione della Polizia di Stato. La partecipazione vasta e composita, molti gli esponenti della società civile e degli attori sociali oltre alle componenti istituzionali, fa subito comprendere che non si tratta di una celebrazione stanca e ripetitiva ma di un evento partecipato e sentito, di un’occasione per conoscere da vicino il mondo degli operatori della sicurezza, per capire e valutare meglio ciò che vi succede e gli impatti difficili e pesanti sull’umanità che vi è coinvolta.
Garantire la sicurezza

Ed il questore Gaetano Bonaccorso pare aver intercettato questa esigenza, aver colto la necessità di una maggiore trasparenza e l’opportunità di un esprimersi più chiaro e sincero, con termini e concetti più personali e meno formalmente freddi.
Dopo la lettura dei messaggi di saluto ed indirizzo del Presidente della Repubblica, del Ministro dell’Interno e del Capo della Polizia, sale sul palco il questore che, con voce pacata e toni precisi, informa che non desidera snocciolare percentuali e statistiche, non vuole condurre i presenti lungo il percorso dei dati, dei quali è spesso necessario spiegare la rilevanza restando sempre però lontani dal significato profondo dell’impegno e del senso umano che essi manifestano.
Per questo è stata distribuita un’agile pubblicazione che indica le articolazioni della questura e fornisce dati e tabelle e che sarà rinvenibile sul sito istituzionale.
Il cittadino chiede la sicurezza e le garanzie

Si limita perciò ad accennare a ciò che più colpisce la vita e la sensibilità del cittadino comune: il sempre crescente numero di reati di violenza di genere e domestica, il numero montante di provvedimenti amministrativi di polizia per contrastarli, i fogli di via obbligatori che forniscono un apporto concreto all’allontanamento di chi delinque; oltre all’abuso di alcol e droghe tra i ragazzi sempre più giovani ed alla criminalità diffusa nelle strade di Mestre e Marghera.
Tutti fenomeni ai quali si risponde anche con l’aumento delle misure di polizia, che sono provvedimenti di carattere amministrativo che hanno una funzione di prevenzione penale.
Alcuni dati

Nello scorso anno sono stati 152 gli ammonimenti per violenza domestica, 19 in più dell’anno precedente. 294 i fogli di via obbligatori rispetto ai 236 precedenti. Mentre le chiamate alla sala operativa sono state 91.232 che hanno dato corso a 13.424 interventi del pronto intervento. Ben 554 in più dell’anno prima. Segno di un’efficienza operativa crescente nonostante il calo degli operatori e la maggiore complessità di operare con norme sempre più complesse.
Sul fronte degli arresti, esprimendosi sempre per percentuale senza entrare nel dettaglio, il questore ha ricordato l’aumento del 21% dei denunciati e del 14 % degli arrestati.
Assolto a questo doveroso tributo alla statistica, il questore Bonaccorso coglie l’occasione per esprimere, con umanità e profonda sensibilità, delle considerazioni personali. Che, da come sono state accolte e dalle emozioni che hanno suscitato, paiono aver colto la radice condivisa di quanto implichi parlare di sicurezza.
La sicurezza di vivere le proprie esperienze di vita, di frequentare le strade e di esprimere sé stessi liberamente

Al fondo questo è l’obiettivo ultimo. La spinta profonda e determinante della quale ogni operatore delle forze dell’ordine è intriso. A volte quasi inconsapevolmente, preso com’è dalla necessità quotidiana di contrastare gli innumerevoli ostacoli, formali e sostanziali, con i quali si confronta.
Riuscire, con il proprio lavoro, ad assicurare la libertà di vivere pienamente un’esistenza serena e sicura, questo è l’inizio e la fine di ogni attività.
Sicurezza che è stata impedita a Giacomo Gobbato, ucciso da un rapinatore in Corso del Popolo a Mestre. E a Giulia Cecchettin, privata della vita per privarla della libertà da chi vagheggiava di amarla.
Come a coloro che, immersi e dispersi nei labirinti della disperazione nei quali si trovano isolati, si determinano a togliersi la vita.
I premi ai poliziotti che si sono distinti per coraggio

Assieme al prefetto Darco Pellos. il questore ha premiato 22 poliziotti che si sono distinti per coraggio, capacità e determinazione. Sia nelle attività di polizia che nel cosiddetto soccorso pubblico. Attività che spesso resta in secondo piano ma che costituisce uno dei temi principali della funzione di polizia.
Così i premi sono stati conferiti a tre operatori che hanno salvato una donna in pericolo di vita, come all’agente che, sporgendosi da un’impalcatura a venti metri di altezza, ha tenuto per mano una ragazza che voleva togliersi la vita riuscendo a salvarla. E che, interpellato da un giornalista il giorno stesso, ha detto di aver semplicemente fatto ciò che sentiva essere il suo dovere.
La sicurezza determinante

Ma i riconoscimenti non sono stati dati solo agli operatori di polizia. Continuando nello spirito di quanto indicato dal questore, ossia che la sicurezza è un elemento determinante della vita di tutti e costituisce un impegno condiviso, è stato premiato Klement Cali, il giovane albanese che è intervenuto per bloccare l’omicida di Giacomo Gobbato. Salito sul palco assieme alla signora Valentina, mamma di Giacomo.
Un momento di profonda commozione che ha segnato un punto di contatto non frequente e non banale tra istituzioni e cittadinanza. Che ha visibilmente toccato anche le autorità sul palco.
Se è vero che le istituzioni camminano sulle gambe degli uomini – e delle donne – si è toccata con mano la concretezza e la solidità dei passi della realtà veneziana.
Articolo totalmente coinvolgente , complimenti per l’ ennesimo articolo altamente professionale .