A novantaquattro anni è mancata Vittoria de Buzzaccarini, una donna che si era votata all’editoria e ai libri in generale, soprattutto ai manoscritti e ai libri antichi, e che aveva trasformato la sua passione in una incessante attività produttiva. Finché la salute glielo ha permesso, si è divisa tra Padova, dove si trova il palazzo di famiglia – una dimora degna del suo titolo di marchesa (che però non amava esibire, anzi, dichiarandosi apertamente e con orgoglio comunista) – e la casa in Giudecca, in riva al canale, dove aveva stabilito la sede della sua casa editrice, Nova Charta, e gli uffici da cui dirigeva le diverse attività, come le riviste “Charta” e “Alumina” (dedicata interamente alla miniatura), tutte collegate al mondo del libro e del collezionismo.
Quella signora che amava i libri
Ho conosciuto Vittoria quando è iniziata l’avventura di “Salviamo un codice”: iniziativa che aveva come mission l’obiettivo di restaurare ogni anno un manoscritto. La Biblioteca Nazionale Marciana – dove ho lavorato per molti anni curando le mostre, gli eventi e l’ufficio stampa – ha beneficiato di questa importante opportunità: nel 2012 venne restaurato uno dei capolavori dell’oreficeria bizantina, giunta in Biblioteca dal Tesoro di San Marco: la legatura già del codice Lat. III, 111 (=2116) .
Ma molte furono le opere restaurate e anche pubblicate in facsimile al fine di permetterne una maggiore fruizione da parte del pubblico. Ricordiamo il Codice Sforza di Ludovico il Moro (XVI secolo), il Diario di viaggio di Vincenzo Scamozzi (inizio XVII secolo), il Taccuino di Gaspar van Wittel con gli studi per rendere navigabile il fiume Tevere, il Libro de’ cauteri – manoscritto medicale della fine del XVI secolo, attribuito al medico patavino Bartolomeo Squarcialupi.
La Marciana ospitò spesso eventi collegati a iniziative editoriali di Nova Charta come la presentazione, nel 2008, dei due volumi di studi di amici per Giorgio Emanuele Ferrari (Il bibliotecario inattuale […], a cura di Stefania Rossi Minutelli, 20047), già direttore dell’istituto. Nel 2009 fu la volta della presentazione dei volumi, inseriti nella collana “Quaderni di restauro”, Appunti di viaggio e Carte scoperte, infine nel 2018 venne organizzato un incontro dedicato alla conoscenza e allo studio dei Libri d’ore.
Una signora innamorata della carta
Esuberante, appassionata, sempre sorridente, Vittoria affrontava ogni progetto con energia ed entusiasmo, curando le sue pubblicazioni in ogni dettaglio, attorniata soprattutto da giovani collaboratori che accoglieva in redazione valorizzandone le competenze. Amava la compagnia e organizzava nel suo magnifico palazzo padovano, ricco di storia e di cimeli, ricevimenti che univano una squisita ospitalità a una accoglienza informale e profondamente amichevole.
I libri pubblicati dalla sua casa editrice si caratterizzavano per la veste elegante, la carta pregiata, l’estrema cura tipografica.
Tanta passione ed energia
Nella collana “Cimelia. Saggi”, nel 2023, in occasione del centocinquantesimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni, aveva pubblicato una nuova edizione del saggio Manzoni, di Pier Carlo Masini, a cura di Andrea Tomasetig, con un’introduzione firmata da lei stessa. «Un libro che si legge come un giallo, ma non è un giallo», come recita la fascetta, teso a indagare i lati oscuri della genealogia della famiglia Manzoni, appunto, che coinvolge i fratelli Verri, i Beccaria e altri protagonisti della Milano illuminista e libertina del secondo Settecento.
Una lettura piacevolissima e affascinante che ha riportato Vittoria de Buzzaccarini nelle atmosfere di una città che ella ha vissuto intensamente negli anni della sua formazione professionale ed editoriale, ma non solo. Scrive Vittoria: «La storia culturale di Milano, negli ultimi duecento anni, è intrecciata indissolubilmente alla famiglia del grande scrittore e sorprendentemente anche alla storia della parte materna della mia famiglia. Difatti il nonno di mia madre Maria Paola, Bernardo Arnaboldi Gazzaniga (1847-1918), acquistò alla morte dello scrittore la casa Manzoni in Piazza Belgioioso, al solo scopo di conservarne integri gli ambienti della vita quotidiana, come lo studio, la biblioteca, la camera da letto e tutto ciò che potesse ricordare il Manzoni.»
Una tradizione di recupero e salvataggio culturale di famiglia, dunque, che Vittoria de Buzzaccarini ha continuato per tutta la sua vita.