Nel Centro Congressi della Fiera di Padova gremito di spettatori si è tenuta la prima presentazione di Autonomia. La rivoluzione necessaria, il nuovo libro di Luca Zaia edito, da Marsilio.IlPresidente della Regione Veneto Luca Zaia ha dialogato con il giornalista Maurizio Belpietrodirettore de “La Verità”, offrendo spunti di riflessione sulla centralità dell’autonomia come leva per un’Italia più forte e vicina alle esigenze dei territori.
Zaia e la rivoluzione dell’autonomia
“Questa non è solo una battaglia politica,” ha sottolineato Zaia, “ma la battaglia delle battaglie, una questione di giustizia e di responsabilità per il futuro del nostro Paese”. Dice che per lui il tema dell’autonomia, in quasi 15 anni di mandato, è sempre stato il punto fermo della sua agenda. Ora, a ridosso della sentenza della Corte Costituzionale, secondo cui la “Legge Calderoli” sulla autonomia differenziata è stata considerata costituzionale, auspica una intesa con il Governo per ottenere le deroghe sui diversi campi di applicazione possibili.
Il pensiero di Zaia sull’autonomia
Per Zaia la decisione della Corte è un passo avanti fondamentale, e rappresenta una sconfitta per il ricorso presentato dalle quattro regioni che ne avevano denunciato la possibile incostituzionalità. Leggendo attentamente la sentenza, l’unica osservazione è che questa richiede, in caso di emendamenti presentati in Parlamento, il ritorno alla discussione con le Regioni richiedenti l’autonomia fino al raggiungimento dell’intesa Stato-Regioni.
Un passo indietro potrebbe, invece, costituire la dichiarazione di costituzionalità del referendum richiesto dall’opposizione per abrogare la legge sull’autonomia a fronte della raccolta di circa un milione di firme. Anche su questo il Governatore sottolinea come se contano i numeri, allora i veneti hanno già vinto con oltre due milioni di preferenze a favore dell’autonomia raccolte nel precedente referendum regionale del 2017.
Un accenno ai LEP (Livelli Essenziali di Prestazione) che Zaia ricorda sono già in Costituzione dal 2001 ed ora dopo 21 anni sono diventati obbligatori, questi non sono nati in seguito alla questione della autonomia, ma sono segno di civiltà verso la cittadinanza.
Un libro sulla rivoluzione necessaria
Il libro, che intreccia analisi storiche, esperienze personali e prospettive di riforma, fa un excursus storico culminato nel 2017 con il Referendum veneto, che fu un vero e proprio plebiscito. Il suo racconto parte dai Padri della Repubblica, dallo stesso Einaudi che nel 1948 scrisse “ad ognuno dovremo dare l’autonomia che gli spetta” e su questa base Zaia insiste per parlare di efficienza della gestione territorio. La Regione avrebbe con l’autonomia modo di assumersi più responsabilità, dice infatti “il problema del nostro Paese è il centralismo che porta alla deresponsabilizzazione”.
Belpietro
Belpietro ha poi posto l’attenzione sulle “fake news” riguardo all’autonomia definita la “secessione dei ricchi”, vista soprattutto come un problema per la Sanità, che però è già gestita al 98 % dalle Regioni, una fake perché assicura non vuole togliere nulla a nessuno, nessuna separazione dal Paese, ma solo efficientamento dei costi che lo Stato si trova a sostenere e per velocizzare l’innovazione.
Un esempio positivo della rivoluzione necessaria
Nel suo libro il Governatore riserva uno spazio al campione Jannik Sinner, che pur appartenendo ad una regione autonoma è un esempio di unione verso tutta la Nazione proprio per i successi internazionali nel mondo del tennis, mai conseguiti prima e che rappresenta un orgoglio tutto italiano, quindi a prescindere dal livello di autonomia della regione di provenienza.
Alla domanda relativa al suo futuro Zaia non si sbottona, ammette la speranza di un quarto mandato, ma per ora resta concentrato nel suo ruolo di Governatore, per continuare così a lavorare e a fare bene. Infine, ha ricordatoema così cruciale per il presente e il futuro del Veneto e dell’Italia. Zaia ha inoltre ricordato il prezioso contributo di Giustina Destro ed Elena Appiani, rappresentanti della Delegazione Veneto della Fondazione Bellisario, per il loro impegno nel promuovere il dibattito.