Quando arrivò a Venezia, da Chioggia, per aprire una piccola bottega della marineria, un originale negozio di artigianato marinaro, Gilberto Penzo, aveva 25 anni e una solida cultura alle spalle. Da parte materna, era erede del secolare squero di barche tradizionali in legno, Bullo detti Niere, all’Isola Saloni. Da parte di padre, la cultura di un tecnico navale, da sempre a bordo.
Era il 1979. Ora la notizia triste per la città è che il mitico negozio a San Polo, in calle dei Saoneri, dopo 45 anni, sulla vetrina ha un annuncio perentorio: “cedesi attività”.
Il malumore di Penzo per la sua bottega della marineria
“Magari trovassi un/una giovane volenteroso/a – ammette Penzo – da trasmettere il mestiere, ma fino ad ora in negozio si sono presentati, e molto interessati, solo bengalesi. Ovviamente non per fare gli artigiani, ma solo i commercianti”.
Il negozio, era un punto fisso per gli amanti della marineria tradizionale
Lui diceva che costruiva modelli bonsai. In realtà era molto di più. Frequentatore di due celebri maestri d’ascia, Nino Giuponi e Nedis Tramontin, costruttori nel secolo scorso di gondole e barche firmate e famose. L’attività artigianale di Gilberto Penzo è molto eclettica e variegata. Va dai tradizionali bragozzi chioggiotti, ai vaporetti antichi Actv, per passare alle imbarcazioni, oggi estinte, come le vipere o i battelli a “coda de gambero”.
Penzo ha sempre difeso la sua bottega della marineria
Invitato nei musei di mezza Europa, lo slogan di Penzo è rimasto sempre lo stesso: “Xè mejo esser paroni de ‘na sessola, che servitori de ‘na nave”. (Consultate pure la Treccani per la traduzione).
Autore di molte e curate pubblicazioni illustrate, dalla storia della gondola, ai trabaccoli, alle navi veneziane. Ha partecipato al recupero di diversi scafi e relitti destinati all’estinzione nei cimiteri sparsi delle barene lagunari.
Ma la soppressione dei negozi di classe non è solo un fatto veneziano
A Mestre, in Piazza Ferretto, ha chiuso l’attività la celebre cartoleria Baessato. Un pezzo di storia dal 1921. Cambiano i tempi, direte voi. A Venezia intanto l’elenco (oltre ai negozi alimentari di vicinato) si fa lungo. Ha chiuso a Cannaregio il “battiloro” Marino Menegazzo, 73 anni, continuatore di un’arte secolare. Ha chiuso ai Frari il tappezziere Ettore Silvestri. Serrande abbassate a San Barnaba per l’intagliatore Augusto Mazzon. E via di seguito.
È la città che cambia letteralmente faccia, locazioni turistiche e b&b, sono un lifting micidiale, che stravolge i connotati facciali.
“Scusi signora rifatta, chi è lei? Non la riconosco più?”.
“Prima dell’intervento, ero la regina dell’Adriatico”. Amen.