Abbiamo l’impressione che la maglia rosa che ha preso il campione sloveno Tadej Pogacar con la vittoria nella tappa di Oropa, non la toglierà nessuno fino al traguardo di Roma. La crono di venerdì ha già fatto capire di che pasta è fatto il “Fenomeno”: ha battuto perfino Filippo Ganna, lo specialista delle gare contro il tempo già campione del mondo.. Come se non bastasse Pogacar ha vinto in volata anche la tappa di ieri a Prati di Tivo. Non ci sono avversari che possano impensierirlo. Soprattutto dalla seconda settimana, per non parlare della terza, Pogacar avrà il percorso a suo favore. Riuscirà il gallese Geraint Thomas – che ha vinto il Tour de France 2018, compirà 38 anni il 25 maggio giorno della tappa che attraversa la provincia di Treviso – almeno ad arrivare secondo?
Il friulano Milan è il nuovo Mario Cipollini
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A parte Pogacar, il campione di Komenda, questo Giro numero 107 ha fatto vedere che il friulano Jonathan Milan – primo della volata di Andora – è il nuovo Mario Cipollini delle volate e si candida alla maglia ciclamino (a punti). Ha messo in evidenza Jonathan Narvaez, il primo ecuadoregno a vincere un tappa al Giro, la volata del belga Tim Merlier a Fossano, di Benjamin Thomas a Rapolano Terme, l’asso della pista che vive sul Lago di Garda (per amore) fino a Pelayo Sanchez che batte il suo idolo Julian Alaphilippe.
Pogacar verso il giro d’Italia: “mi sento pronto per una corsa che ho sognato da anni”
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“Mi sento pronto per una corsa che ho sognato da anni. La preparazione per il Giro è andata davvero bene e non ho corso troppo fino ad oggi, solo 10 giorni, quindi mi sento fresco e pronto ad affrontare il mio primo Giro, è una corsa che sogno di fare da tanto tempo e sento che ora è il momento giusto per farla: ho corso molto in Italia da dilettante ed è una nazione molto importante per il mio percorso nel ciclismo”. Nel 2018 ha vinto il Trofeo Gianfranco Bianchin, che si svolgeva a Paderno di Ponzano (Treviso). “Sicuramente – riprende il campione sloveno – è uno dei miei posti preferiti dove pedalare e amo anche la cultura e ovviamente il cibo e spero che possiamo rendere speciale questo mese”.
Il fenomeno dopo la vittoria della tappa a cronometro: “ho lavorato molto per le gare contro il tempo”
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“Sono molto contento delle sensazioni che ho avuto sulla bici da crono. Non ne correvo una dai campionati del mondo dello scorso anno, ma nel frattempo ho lavorato molto su questo aspetto e sono felice che abbia dato i suoi frutti. Ho iniziato con un ritmo più facile per abituarmi alla bici, poi ho affrontato la salita a tutta. Era un tratto più adatto a me che a Pippo Ganna”.
Geraint Thomas sul suo rivale, Pogacar: “è un piacere avere un buon rapporto con Tadej”
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“Sì, ogni tanto ci sentiamo lontano dalle corse. Lo vedo anche in giro per Monaco, ovviamente, visto che viviamo nella stessa zona – ha detto nell’intervista a la Gazzetta dello Sport di venerdì – è un ragazzo simpatico e ha anche un po’ di carattere, il che è positivo. È un piacere avere un buon rapporto con lui».
Per Pogacar il punto debole può essere la squadra?
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“Se proprio dobbiamo trovare qualcosa… Ma è difficile. Diciamo che la Uae potrebbe avere delle giornate complicate, ma ricordo che quando Tadej ha vinto il Tour la prima volta, quattro anni fa, tutti ragionavano sul fatto che non avesse compagni all’altezza, ma ha comunque trionfato. Qui si stringeranno intorno a lui, e forse avranno qualche giornata buona nella terza settimana. Per me è sicuramente una grande sfida. Cercherò di cogliere tutte le opportunità. Per giudicare Pogacar, poi, basta guardare quello che ha vinto, dalle corse di un giorno fino al Tour de France”
Pogacar cerca la storica accoppiata giro-tour l’ultima volta riuscita a Marco Pantani nel 1998. Sette campioni nello speciale albo d’oro
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Cercherà poi la storica accoppiata Giro-Tour nello stesso anno, impresa che manca dai tempi di Marco Pantani nel 1998. Da Coppi al Pirata un club esclusivo di sette campioni. Fausto Coppi 1949-1952, Jacques Anquetil 1964, Eddy Merckx 1970-1972- 1974, Bernard Hinault 1982-1985, Stephen Roche 1987, Miguel Indurain 1992- 1993 e Marco Pantani 1998.
14 maggio, tappa 10: Pompei-Cusano Mutri (Bocca della Selva) (142 km)
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La seconda settimana si apre con una tappa tosta e un altro arrivo in salita. Si parte da Pompei (il punto più a Sud di questa edizione) e i primi 50 chilometri sono facili. Dopo le brevi ascese di Apraia e Bivio Taburno, i corridori affrontano la non banale salita di Camposauro (2ª categoria di 6,1 km al 7,8%). Rapida discesa e poi la strada torna a guardare all’insù. Prima in maniera dolce, poi, da Cusano Mutri, con decisione. Il traguardo è posto a Bocca della Selva, al termine di un’erta di 1ª categoria di 17,9 chilometri al 5,6%.
15 maggio, tappa 11: Foiano di Val Fortore-Francavilla al mare (207 km)
Altra occasione per velocisti in questa tappa che porta la corsa in Abruzzo e sul mar Adriatico. Il profilo è mosso nella prima metà di frazione segnata dagli Appennini e c’è anche il GPM di Pietracatella (3ª categoria). Poi si scende e non si sono più difficoltà altimetriche. Ultimi 3,5 chilometri in rettilineo.
16 maggio, tappa 12: Martinsicuro-Fano (193 km)
Anche questa tappa, come la precedente, si snoderà lungo la costa, ma ci saranno brevi salite lungo il percorso. I primi 50 chilometri saranno appena collinari, poi il percorso diventerà interessante con il susseguirsi di brevi salite con i muri Osimo (1,3 km al 5,5%), Monsano (1,8 km al 6%), Ostra (1 km al 9,2 %) e La Croce (1,5 km al 6,7%). Il tracciato sarà caratterizzato anche da salite e piccoli strappi che porteranno a 2.100 metri il dislivello totale
17 maggio, tappa 13: Riccione-Cento (179 km)
La tredicesima tappa, lunga 179 chilometri, andrà da Riccione a Cento. Il dislivello sarà praticamente inesistente e per questo, gli uomini di classifica potranno concedersi una giornata di riposo. Per tanto, se non dovessero esserci fughe bidone, i velocisti coglieranno un’altra occasione per essere protagonista.
18 maggio, tappa 14: Castiglione delle Stiviere-Desenzano del Garda (31 km, cronometro individuale)
Ecco la seconda cronometro individuale di questo Giro d’Italia. Il percorso terminerà sul Lago di Garda e regalerà senza dubbio grandi emozioni. La corsa contro il tempo sarà lunga poco più di 31 chilometri e sarà pianeggiante per tutta la sua lunghezza.
19 maggio, tappa 15: Manerba del Garda-Livigno/Mottolino (222 km)
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La prima salita di giornata sarà a Lodrino (7,3 km al 4,5%) seguita a ruota dal Colle San Zeno (13,9 km al 6,6%). Il finale della tappa presenterà le salite più dure con l’iconico Passo del Mortirolo (da Monno, 12,6 km al 7,6%), Passo di Foscagno (15 km al 6,4%) e l’arrivo a Livigno presso la ski area Mottolino (4,7 km al 7,7% ). Le cime di queste ultime due salite supereranno i 2.000 metri.
Le tappe della seconda settimana
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Domenica 12 maggio, tappa 9: Avezzano-Napoli, media montagna, 214 km (***)
Lunedì 13 maggio: giorno di riposo
Martedì 14 maggio, tappa 10: Pompei-Cusano Mutri (Bocca della Selva), media montagna, 142 km (***)
Mercoledì 15 maggio, tappa 11: Foiano di Val Fortore-Francavilla al Mare, collinare, 207 km (**)
Giovedì 16 maggio, tappa 12: Martinsicuro-Fano, media montagna, 193 km (***)
Venerdì 17 maggio, tappa 13: Riccione-Cento, pianeggiante, 179 km (*)
Sabato 18 maggio, tappa 14: Castiglione delle Stiviere-Desenzano del Garda, 31,2 km (cronometro individuale) (***)
Domenica 19 maggio, tappa 15: Manerba del Garda-Livigno (Mottolino), alta montagna, 222 km (*****)
NB: con le stelle la difficoltà delle tappe