Tempo di novità per i refrigeranti di nuova generazione e gli addetti ai lavori si sono confrontati in un evento organizzato in collaborazione tra Assofrigoristi e Confapi Venezia. Oltre cento gli operatori presenti a Noventa di Piave. Moderati da Nicola Zanon, direttore di Confapi veneziana, hanno discusso su normative e soluzioni progettuali. Per limitare il rischio derivante dal grado di infiammabilità dei gas refrigeranti.
Il mercato Assofrigoristi
Il mercato dei gas refrigeranti, quindi, recentemente interessato da importanti cambiamenti. Questi prodotti dalla normativa europea. Questo per il contenimento dell’impatto sul clima. E una maggiore attenzione alla sicurezza di impianti e lavoratori. Le mutazioni hanno quindi modificato radicalmente le opzioni a disposizione degli operatori. Dunque, il mondo della refrigerazione è sempre più “abitato” quindi da gas termoportanti. Denominati HFO (idro-fluoro-olefine). Nonchè da gas meno climalteranti. Ma caratterizzati quindi da una, seppur lieve, infiammabilità.
I relatori su Assofrigoristi
I relatori si sono confrontati con i tecnici che operano su impianti ed apparecchiature che utilizzano refrigeranti a basso GWP. Per descrivere nel dettaglio cosa cambia nel settore della refrigerazione e climatizzazione, con le prospettive future a medio-lungo termine.
Sono intervenuti tra gli altri. Il presidente Confapi Venezia Marco Zecchinel. Nonchè amministratore unico di Tergas Srl. Ha sponsorizzato quindi l’evento insieme a Refrigerant Italia. Rappresentata dall’amministratore Nicola Partipilo. Il presidente Assofrigoristi Fabio Brondolin; il direttore commerciale Groupe Gazechim Kolia Zerguini; Valentino Verzotto, vicepresidente e componente del Comitato tecnico-scientifico Assofrigoristi.
Il presidente
Zecchinel ha sottolineato il momento economico particolare: “Ci troviamo tecnicamente in una tempesta perfetta: una stagflazione”. I problemi sono: la carenza di materie prime, la situazione collegata alla guerra russo-ucraina. La transizione ecologica, le nuove tecnologie e un sistema industriale italiano strutturalmente debole. Soltanto lo 0.1% quindi delle imprese italiane, quindi, ha più di 250 dipendenti. Parliamo di 4.000 imprese. Per dare un’idea sono 40.000 in Germania e più di 25.000 in Francia. “Per fronteggiare questa situazione senza precedenti, conclude Zecchinel, dobbiamo necessariamente fare rete tra di noi. Stando vicini e condividendo informazioni e opportunità. Per il tramite di associazioni tecniche come Assofrigoristi nonchè di sindacati come Confapi.”