Mi domando se può esservi dicotomia tra la pittura a tema religioso e quella a tema profano. Decido di no e cerco di operare una sintesi. Credo di trovare il modo nell’uso della luce come fatto competitivo e come suggestione. Mi riaffermo nel concetto che “tutto è sacro” quando ci sia sacralità in noi di fronte alle cose della vita. Ernani Costantini.
Chi era Ernani Costantini

Artista colto, evocativo, indipendente, tra i grandi protagonisti del flusso dinamico novecentesco. Il 2022 è l’anno del centenario di Ernani Costantini e Venezia, la città dove nacque il 12 febbraio 1922, gli dedica una grande retrospettiva. L’evento è inserito nel programma ufficiale delle celebrazioni per i 1600 anni dalla fondazione della città: “CENTO ANNI DI ERNANI” organizzata dalla Fondazione Bevilacqua La Masa. Venezia – Palazzetto Tito. 15 gennaio – 27 febbraio 2022.
Costantini curato da Francesca Brandes

L’esposizione, a cura di Francesca Brandes, si avvale di un prezioso catalogo con l’opera dell’artista. Testi della curatrice e del critico Stefano Cecchetto con approfondimenti storico – artistici e testimonianze molto importanti: Matteo Piccolo (Conservatore Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro), Piergiorgio Baroldi (Presidente Associazione culturale Paolo Rizzi), Christiano e Giovanni Costantini figli del Maestro. I contributi di Roberto Zamberlan e Stefano Romagna. Un percorso nella storia dei rapporti di Ernani con esponenti della cultura e dell’arte come Guido Perocco e Paolo Rizzi, viaggiando tra memorie e luoghi ormai scomparsi, frequentati dal pittore. Una rara occasione per ammirare opere provenienti da collezioni pubbliche e private non più esposte da decenni.
Palazzo Tito e Costantini

La mostra è allestita in un luogo simbolo di Venezia, Palazzetto Tito, sede degli uffici della Fondazione Bevilacqua La Masa, splendido edificio nei pressi di San Barnaba già dimora degli artisti Ettore e Luigi Tito a due passi dall’Accademia di Belle Arti. Ci troviamo nel luogo più iconico della storia dell’arte veneziana.
Nelle sale di Palazzetto Tito viene presentata una sintesi dell’intero percorso artistico di Ernani, dalle prime mostre della seconda metà degli anni Cinquanta, sino all’ultima grande tela dipinta nel 2005. Attività maturata nel florido momento culturale novecentesco di cui fu profondo conoscitore. Dal filone cubista attraverso un personalissimo astrattismo della figurazione, sino alla piena e originale maturità stilistica. Artista rigoroso e di grande qualità tecnica, capace di sorprendere per l’esito narrativo dei suoi lavori.
E’ possibile ammirare le opere di un maestro che ha segnato il percorso artistico della seconda metà del Novecento, grazie alla ricca produzione di quadri, unita all’attività espositiva nelle più prestigiose gallerie, alle grandi opere murali e gli affreschi a carattere religioso commissionati per molte chiese come a Sacca Fisola, Mestre, Padova, Asiago.
Costantini e la sua lettera

A questo proposito nel catalogo c’è una lettera personale e riservata, che il critico d’arte Paolo Rizzi gli scrisse. Tra loro c’era una profonda amicizia: “Caro Ernani… mi pare che un’epoca sia finita. Per tanti anni, decenni e decenni, ho lottato per una certa idea dell’arte. Tu lo sai quando vedo certe cose vuote e inutili, mi si rovescia lo stomaco… Cosa rimarrà? Almeno i tuoi affreschi, le tue grandi opere murali restano, resteranno. Ho qui davanti a me la foto della chiesetta di S. Domenico. È nel mio cuore. Non sparirà”.
Paolo Rizzi muore nel gennaio del 2007, Ernani Costantini a dicembre dello stesso anno, entrambi lasciano una profonda eredità culturale ed umana.
Una finestra su Venezia

Questa mostra apre una finestra sul mondo di una Venezia per la quale proviamo una grande nostalgia e non per romanticismo verso il passato, ma per una modernità perduta. Venezia è stata una città luminosa e innovativa, spazio culturale di grandi artisti, quotidianamente in armonia o in conflitto, era una città viva, apparteneva al mondo ma anche al talento dei veneziani.
Ai tavolini dei caffè si formavano le idee, del resto anche la Biennale è nata così. Un mondo colto e creativo per niente autoreferenziale dato che artisti, poeti e filosofi, si confrontavano quotidianamente con il tessuto cittadino. Le gallerie d’arte, numerosissime, erano i veri luoghi d’incontro. Basta sfogliare il catalogo per capire queste dinamiche, ci sono infatti delle splendide foto provenienti da numerosi Archivi: Ca’ Pesaro, Musei Civici, Ernani Costantini, Roberto Zamberlan, Miro Romagna, Stefano Romagna.
Il figlio Christiano ricorda Ernani Costantini

Christiano Costantini figlio del Maestro, illustra molto bene nel catalogo la vitalità culturale del tempo grazie a tre leggendarie gallerie: San Vidal, Santo Stefano, Sant’Angelo, avamposti dell’arte da sempre.
Alla base del campanile della chiesa di San Vidal, un portoncino dava l’accesso alla Galleria d’Arte gestita dall’UCAI, Unione Cattolica Artisti Italiani, (Ernani ne diventerà presidente), uno spazio privilegiato per la presentazione della pittura contemporanea, vero cenacolo di artisti.
La Galleria d’Arte Santo Stefano voluta da Giorgio Zamberlan e affidata poi alla straordinaria figlia Uccia, alla quale si affiancò poi il figlio Roberto, inaugurò alla grande con una personale di Giorgio de Chirico.
Oltre la chiesa di Santo Stefano, ai piedi del ponte che conduce a Campo Sant’Angelo c’era un altro luogo storico per l’arte: la Galleria Sant’Angelo aperta dal pittore Miro Romagna.
Brandes e Costantini

Il testo critico di Francesca Brandes “In pura vita”, emoziona e stupisce, come se un soffio di vento ci facesse volare tra le pennellate dell’artista: “Ho conosciuto Ernani Costantini negli ultimi anni della sua esistenza, quando – all’attività pittorica – alternava un rinnovato interesse per la scrittura. Un sorriso limpido, di salvezza. Tuttavia, l’ho conosciuto anche nello sguardo del bimbo che fissava, per incantamento, la volta stellata su fondo blu della sua Madonna dell’Orto. In certe Madonne serene, in altri azzurri di una sostanza intrepida. Oggi, nel costruire la mostra del centenario di Ernani nella sede della Bevilacqua La Masa, vengono alla mente interrogativi sostanziali: come rappresentarlo? Certo seguendo il filo della memoria, dell’esegesi, dello sviluppo costruttivo. Quel blu primigenio, però, ritorna insistente: è il Matisse che dipinge musica nei papiers collés, il Giacobbe e l’Angelo, un piccolo olio di Alberto Gianquinto degli anni Novanta; è il monocromo mistico di Ettore Spalletti o la tinta del manto nell’Annunciata di Antonello”.
Come definire l’arte di Costantini?

Interrogativi che sollecitano la curiosità dello spettatore di fronte all’opera d’arte, abbagliato dal forte desiderio di blu primigenio e di azzurri dalla sostanza intrepida. Francesca Brandes si chiede come definire la pittura di Ernani, oltre le scelte di campo che a volte perdono di vista l’assunto fondamentale: “ il suo fare pittura come in pura vita, secondo la definizione struggente ed autentica di Hölderlin; l’essere nel mondo, senza sottoporre l’atto ad alcuna verifica ideologica… La sua è una posizione in ascolto, come di chi osservi senza abbracciare nessuna avanguardia, ma ne comprenda gli intimi umori, le necessità. Spontaneo e complesso ad un tempo, con una materia vibrante da governare. Ernani si apre, da subito, alle voci, alle contraddizioni della realtà, senza bisogno di mediazioni. L’arte, se ci commuove, è spirituale. L’arte – secondo ogni declinazione, ogni dimensione possibile – è fonte e causa di assoluto”.
Il senso della religiosità di Ernani, che il professor Bruno Rosada aveva felicemente definito “il profondo senso della creaturalità delle cose”.
“Il lavoro di Ernani Costantini procede per contrasti e nella persistenza di una peculiarità che dichiara la controprova infallibile di una indubbia qualità stilistica” scrive nel suo approfondimento storico Stefano Cecchetto analizzando la presenza dell’artista alla Bevilacqua La Masa, in particolare alla 41a Mostra Collettiva.
Costantini e il secondo dopo guerra

L’evento è caratterizzato dalla presenza di figure che saranno poi determinanti nel percorso artistico del secondo dopoguerra: Edmondo Bacci, Saverio Barbaro, Ennio Finzi, Corrado Balest, Miro Romagna, Giorgio Dario Paolucci, “restano i protagonisti, scrive Cecchetto, di quella svolta epocale che ha segnato il compromesso tra il linguaggio figurativo e quello astratto. In questo contesto spicca la figura di Ernani Costantini, che proprio in quella specifica collettiva fa il suo esordio nel panorama espositivo istituzionale e nella quale presenta un dipinto intitolato: Venezia, decisamente un omaggio alla città che lo ha visto nascere e poi crescere nella sua formazione artistica”.
Le peculiarità

Il critico giustamente individua la peculiarità di Ernani, la ricerca di uno stile autonomo che lo mette al centro dell’attenzione come una voce fuori dal coro, pronto a confrontarsi con quel selezionato gruppo di artisti invitati alle mostre dell’Opera Bevilacqua La Masa. Già nel 1957, a soli trentacinque anni, la sua prima personale negli spazi della Galleria in Piazza San Marco con ben 24 opere. Il dipinto “Il jazz” resta, scrive Stefano Cecchetto, l’esempio straordinario di un perfetto equilibrio tra lo stile, il ritmo e la fantasia immaginativa che rende quest’opera degna di una vetrina internazionale.
Costantini rivive nelle sue opere

Ammirare queste opere e leggere il catalogo, è stato come rivivere momenti preziosi, per la fortuna di aver conosciuto alcuni degli indimenticabili protagonisti come Uccia Zamberlan, Paolo Rizzi, Edmondo Bacci e Giovanni Barbisan che furono miei professori al liceo artistico. Una sensazione di bellezza che ritrovo in un passaggio scritto dai figli di Ernani Costantini, Christiano e Giovanni, grazie alla descrizione del primo Studio/Atelier del maestro.
“Lo studio era un luogo dal fascino assoluto, soggetto ad una certa severa interdizione ai piccoli figli, pregno di aromi e di tinte, deposito di cavalletti e di tele, di scatoline di tubetti di colore, di variopinte tavolozze, di vasi e barattoli in cui si affollavano lunghi pennelli, di recipienti di varie sostanze diluenti dall’aroma pungente ed inebriante”. Se l’arte ha un profumo è sicuramente questo: pungente e inebriante.
CENTO ANNI DI ERNANI
Dal 14 gennaio al 27 febbraio 2022
Apertura da martedì a domenica
dalle 10.30 alle 17.30
Palazzetto Tito
Dorsoduro 2826, Venezia
Per informazioni
info@bevilacqualamasa.it
tel. 041 5208879
Ingresso libero
Per accedere agli spazi è d’obbligo l’uso della mascherina Ffp2 e il green pass rafforzato. Verrà misurata la temperatura.
Dott.ssa Elisabetta, quanto mi piace leggere i suoi articoli che mettono in evidenza non solo i fatti culturali che accadono nel Suo Nord Est, ma anche le cesure, la periodizzazione del centenario che serve sia a ricordare un personaggio, sia a fare il punto sulla produzione o azione di chi si celebra. Il Centenario è una convenzione storica, ma utile per fissare alcune conoscenze che si sono sviluppate, di solito, dopo la morte del celebrato. Per mia ignoranza non conosco l’arte, per nulla la contemporanea, pochissimo l’antica, però mi è piaciuta la Sua presentazione di questa importante mostra che si svolge in uno dei tanti straordinari palazzi veneziani. Il Palazzetto Tito, sede degli uffici della Fondazione Bevilacqua La Masa, sembra invitare ad entrare per vedere il bello. Non so se sia il caso di Ernani Costantini, ma in genere, anche nel passato, gli artisti non hanno mai guardato tra una pittura laica o religiosa, l’importante, credo, era avere una commessa. La piccola rassegna fotografica che illustra l’articolo è molto esplicativa e mi ha fatto comprendere che il pittore Ernani Costantini era in grado di passare da un “suo” genere figurato a rappresentazioni più astratte, ma comunque sempre comprensibili. Il quadro “Il jazz” è veramente ricco di colori e simboli, con questi tromboni a coulisse, il contrabbasso, la batteria immersi in un colore d’ambiente. Immagino che valga la pena vedere le opere di questo grande artista che la nostra giornalista Elisabetta ha presentato così bene.
Elisabetta… for President !!! ❤️
Per il tuo interessante articolo troverò certamente,cara Elisabetta, l’occasione di vedere la mostra di Ernani Costantini a Venezia. Dalla consultazione del catalogo, che il figlio Cristiano mi ha donato, ho potuto assaporare tutta l’arte del padre nei suoi stupendi lavori. Opere piene di una grande capacità artistica e di una profonda sensibilità. Non vedo l’ora di averle di fronte a me.