“Trovo la televisione molto educativa – diceva serio Groucho Marx – appena qualcuno la accende vado in un’altra stanza a leggere un libro”. Ma forse leggendo i giornali, quelli che profumano ancora di carta e di inchiostro, non è che il panorama sia molto diverso. Avrebbe continuato a dire il grande comico americano. Leggendo i servizi nazionali (caso Luca Morisi e caso Mimmo Lucano, per esempio) mi viene già il titolo di grido: metodo buffo. Luca Morisi, digital philosopher, docente universitario, grande guru della comunicazione della Lega e principale artefice del successo e delle strategie politiche di Luca Salvini, viene coinvolto in una storiaccia di droga ed escort. Nulla di penalmente perseguibile, si affretta a dire ai microfoni delle tv, il magistrato Angela Barbaglio da Verona. Si scatenano però i social, con una cattiveria e una velocità ultrasonica.
Il metodo buffo e la “Bestia”

Mia nonna, serafica, avrebbe sentenziato biblicamente: chi di spada ferisce, di spada perisce. Morisi è l’inventore della Bestia. Già il sostantivo è fortemente aggressivo. Si studia via web l’avversario politico per poi brutalizzarlo via Fb con meme e definizioni violente. E avere consenso, ovvero follower. Penso a Lapo Elkann (fa dichiarazioni stupefacenti), alla sorella di Cucchi (fa schifo), sulla droga (tolleranza zero). Un enorme ventilatore pieno di sterco travolge ora Matteo Salvini, quello che citofonava in diretta agli spacciatori. “Guardonismo di sinistra”, si difende il segretario. “Sono attacchi a reti unificate, vogliono fermarci perché siamo vincenti”. E ipotizza servizi segreti, complotti, collaboratori rom dei carabinieri. L’ex giudice Palamara, ora candidato politico, aggiunge velenoso: è il sistema ragazzi…
Metodo buffo o sistema marcio?

Credo di sì. Un sistema marcio che critica la giustizia a seconda del vento, che usa la politica con un metodo populista, che offende l’italiano e la democrazia, credendoli manipolabili. In fondo quello che conta è capire se il partito alle prossime amministrative perde o meno consensi. Successe con la scandalo Montesi, agli albori della Tv, con le calunnie al presidente Leone, con Craxi e la sua amica Alda d’Eusanio, fino ad arrivare a Matteo Renzi e ai viaggi arabi sospetti. Un ventilatore dunque storico.
Il caso Lucano

Secondo caso nazionale del Metodo Buffo è leggere i commenti e le critiche su una sentenza del Tribunale di Locri, che condanna in primo grado Mimmo Lucano, l’ex sindaco, diventato famoso per avere inventato a Riace (3 mila abitanti) il progetto sperimentale di una convivenza tra emigranti e calabresi. Fu messo addirittura nella rivista americana Fortune tra le 50 persone più encomiabili del pianeta. Dall’altare alle polveri, direbbe sempre la mia nonna. Leggendo i giornali (di carta) sorprende la vicinanza di due titoli accostati, forse in modo malizioso: “12 anni all’assassino dell’ex marito della compagna”, “13 anni per favoreggiamento all’immigrazione al sindaco di Riace”. Già i titoli, di per sé sbrigativi, fanno balzare agli occhi. Subito i commenti dei politici, Salvini: “La sinistra va a caccia dei gay nella Lega, e candida i condannati”. Letta: “Sono esterrefatto dalla sentenza”.
Non siamo un paese normale

Primo: due fatti giudiziari, cari politici, li avete immediatamente trasformati in caciara politica in pasto al cittadino e agli elettori. Non è elegante, né etico. Per Salvini può star bene difendere un amico, ma buttarla sui gay di destra e di sinistra proprio no. Per Enrico Letta: hai già letto le motivazioni del tribunale di Locri? Allora zitto e rispetta la Magistratura e la giustizia che ha già i suoi problemi. Poi, tra le righe, se leggo come mai è stato condannato in primo grado il serafico Lucano, mi si accappona la pelle. Associazione per delinquere, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, truffa, peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico, oltre si sospetti viaggi a Londra della sua compagna etiope Lemme Testahum e alla dovuta restituzione da parte del sindaco, di 702.410 euro, sottratti, dice il Tribunale di Locri, alle casse europee e italiane. Bruscolini. Fondi distratti, sempre si legge, per fini personali. È una sentenza politica, grida il Pd, Mimmo Lucano è candidato nella Regione Calabria. Rincara il missionario famoso Alex Zanotelli: “è una sentenza che grida vendetta al cospetto di Dio!”.
Ancora su mia nonna e il metodo buffo

Un bel tacer non fu mai scritto, ridirebbe sempre mia nonna. Lasciamo stare i santissimi per favore. Pontifica con la sua penna d’oro l’editorista di Repubblica, Francesco Merlo: giustizia alla rovescia….
“Non ho nemmeno i soldi per pagare l’avvocato”, si lamenta querulo Lucano. Ma come, da Milano viene difeso da Giuliano Pisapia, uno dei principi del foro italiani…Dulcis in fundo la piena solidarietà, sempre via Fb, di Fabio Fazio, la cantante Mannoia, Roberto Saviano. Ovvero il potere della tv. Avevi ragione caro Groucho Marx.
Il metodo buffo non solo per i “grandi casi”

Dai fatti nazionali passiamo, sempre manovrando il cartaceo, alla cronaca locale. Asilo Trilli di Mestre. Una mamma picchia la bidella (ops, scusate, ausiliaria Ames, lavoratrice, magari precaria…) perché le contesta che il green pass è falso, ovvero non è suo. Chiede la carta di identità per capire se racconta una bugia o no. Apriti cielo! La lavoratrice finisce in ospedale per percosse, da parte della mamma. Violenze di donna su donna. Sindacati e partiti di sinistra difendono la…mamma. Per un sindacalista, quasi una burla, ad Ames non sono poliziotti e la mamma del piccolo ha ragione. L’assessora ai servizi sociali, per fortuna, esprime solidarietà alla lavoratrice. Dichiarazione solenne della consigliera comunale Pd di turno che appoggia la mamma: per il Comune auspichiamo fatti concreti….Quali? La fucilazione?
Ancora cronaca

Il TAR del Veneto dà ragione a Veritas, al Comune e alla Regione, sulla incresciosa vicenda dell’inceneritore di Fusina, “reo” di bruciare la monnezza, inquinare, e non buttare tutto in discarica. L’impianto, che figura in regola con le normative Ue, viene boicottato e danneggiato durante una manifestazione ambientalista. Dovranno anche pagare i danni. Riportano i giornali: TAR, sentenza vergognosa, esito offensivo. Ricorreremo al Consiglio di Stato. TAR in malafede. Sono motivazioni non tecniche ma procedurali. Inutile spiegare al lettore che anche le procedure hanno la loro importanza.
Altra chicca, il Mose. Altro che metodo buffo

E te pareva. Considerazioni politiche sulla scelta di azionare le barriere a metri 1,30 invece che 1,10. Proteste di esercenti, cittadini e politici. Allora cosa serve il Mose? Proteste a sinistra contro il sindaco di destra. Sogghigni da destra contro le scelte di sinistra. Ma scusate, chi ha deciso in Parlamento che nella costruenda Autorità per la laguna, l’amministrazione comunale non ci mettesse becco? Lor signori. Solo Roma. In pratica un partito locale critica una decisione approvata dai suoi iscritti a livello nazionale, dando la colpa al sindaco. Siamo alla frutta.
Metodo buffo e fallimento

Permettetemi l’ultima ciliegina a proposito di lorsignori e di frutta. Nel 2009 con grancassa mediatica e assessore ai servizi sociali in giuggiole, in fascia tricolore, vengono inaugurate le casette per i sinti, vulgo zingari, in via Vallenari a Mestre. Un comitato di inquilini, contrario, viene accusato di razzismo e costretto con le buone e con le cattive maniere, a tacere. Avevano raccolto solo 13 mila firme. Il progetto non era stato nemmeno inserito nel Piano programma della giunta Cacciari. Si sa, il consenso politico è una brutta bestia. Perfino il Patriarcato si spinse a criticare chi non voleva l’integrazione. Il piano iniziale di 4 milioni, costò poi il triplo. Successivamente la lotta tra le famiglie rom, Levac, Braidic e Hudorovic per il controllo, “diciamo così”, del villaggio, condizionò pesantemente la scelta. Il Comune negli anni si dovette sobbarcare le spese delle bollette di luce, acqua, gas e un sacco di disagi per la mancata integrazione con i mestrini, vicini di casa. Oltre a quotidiane perquisizioni delle forze dell’ordine, in cerca di refurtiva. Oggi, 12 anni dopo, il villaggio, viene distrutto dalle ruspe. Integrazione fallita. Costo dei lavori di demolizione 9 milioni. Nessun mea culpa….

















































































