Beati gli uomini di buona volontà. Beati i visionari che sanno concretizzare i propri sogni, ostinati, capaci, perseveranti. Bruno Girardello, veneziano, un passato da antiquario, curatore di mostre, ma soprattutto grande restauratore di opere private e pubbliche, in Italia e all’estero, è uno di questi. Dell’amore, fattivo oltre che ideale, per la propria cultura, ha fatto progetto. Un progetto ambizioso, visionario appunto, ma che ha saputo coniugare le tracce della presenza veneziana in un contesto già europeo; ne è nata una Fondazione, la Ars et Labor, da lui diretta, che opera in uno stupendo borgo istriano, una decina di chilometri da Pola, in terra croata: Dignano, in croato Vodnjan, in veneto Dignan.
Dignano nella storia
Già nota in epoca romana come Praedium Athenianum, finì sotto il dominio del Patriarcato di Aquileia e poi seguì le sorti dell’Istria: prima veneziana, poi asburgica e, dal 1918, italiana. Dopo la seconda guerra mondiale, venne ceduta alla Jugoslavia. Nonostante l’esodo del dopoguerra, esiste – soprattutto nel capoluogo – una cospicua comunità di croati italiani e alcuni parlano ancora il dialetto istriota, così come risiedono in zona anche gruppi bosniaci, rom e montenegrini.
Terra ideale per Ars et Labor

Terra splendida e un po’ trascurata, tra uliveti e vigneti, con testimonianze storiche di oltre duemila anni – dagli Histri alla presenza veneziana – Dignano deve essere sembrata a Girardello e al suo manipolo di valorosi la sede ideale per Ars et Labor. L’hanno raccontato in una recente presentazione veneziana alle corti dell’Hotel Aquarius: la Fondazione è divenuta operativa nel 2017, soprattutto per promuovere la conservazione del patrimonio storico, artistico e culturale dell’Istria, e ha preso casa proprio lì, a Palazzo Fioranti, in via Pian 13.
L’idea

Non si è trattato, tuttavia, di una pura dichiarazione d’intenti, perché l’idea di Girardello & Company è molto concreta: fare del progetto una realtà anche economica, un volano di possibilità dal punto di vista turistico e merceologico; magari un museo diffuso che racconti il rapporto con Venezia e con le altre realtà del Mediterraneo.
Girardello e Ars et Labor
«Bisogna pensare in grande – sostiene Girardello – bisogna soprattutto mettere in pratica ciò che si pensa». Per esempio, in previsione, ci sono la messa in opera di un laboratorio per la fabbricazione di coppi fotovoltaici sostenibili nei centri storici tutelati; un centro di ricerca e sviluppo dei materiali legati all’efficientamento energetico, sempre per i centri storici; l’apertura, nella sede della Fondazione, di un Polo culturale internazionale (che interagisca realmente, e non solo sulla carta). «Valorizzare il territorio – sostiene il responsabile di Ars et Labor – significa creare economia e rapporti virtuosi».
Il lavoro

Nel frattempo, si lavora: un progetto ha già preso il via da una collaborazione internazionale tra Ars et Labor, il Museo Archeologico dell’Istria di Pola e l’Istituto Salesiano San Zeno di Verona. Nell’agosto di quest’anno, diciannove persone tra allievi dell’Istituto, insegnanti senior e soci della Fondazione sono stati ospitati nella Locanda San Martin, edificio salvato dal degrado grazie al Cantiere scuola di manutenzione conservativa di Ars et Labor, e trasformato in struttura d’accoglienza per i partecipanti ai progetti (ma aperto anche a tutti coloro che vogliano seguire gli itinerari turistici a tema che la Fondazione propone). Le statue dei Togati, che appartengono all’illustre passato romano della zona, assieme ad una decina di pezzi decorativi, sono stati in questa occasione restaurati dal Cantiere e potranno essere esposti nel rinnovato Museo.
Ars et labor alla scoperta delle città

Invece, l’idea di creare circuiti legati alla scoperta della città e alla sua valorizzazione è confluita nel progetto Open: a partire dagli stemmi sulle facciate dignanesi che – ripuliti e restaurati – verranno raccontati al turista attraverso un codice QR. Un modo agile, senza troppi filtri, per accedere alla storia e alle tradizioni di quest’angolo d’Istria. Per concretizzare il sistema, la Fondazione può contare su un piccolo contributo locale e ha anche messo in atto una campagna di crowfunding (per informazioni https://it.ulule.com/per-dignano-a-testa-in-su-/).
Il rapporto con Venezia

Bruno Girardello, a chi gli ha chiesto perché presentare Ars et Labor a Venezia proprio ora, ha risposto: «Perché ora abbiamo più che mai le idee chiare, ma abbiamo anche cominciato a realizzarle. Perché questo è fare Europa, lavorando con l’immenso patrimonio che già c’è. Tutelare la memoria, ma anche far fruttare i nostri tesori, farne circuiti culturali ed economici allo stesso tempo. È adesso, quindi, che abbiamo bisogno di sponsor, per fare un salto di qualità».
Beati i visionari che sanno fare rete. Il passato, del resto, ci conferma che in laguna, per secoli, si è sempre fatto così.