L’incipit della settimana in libreria questa volta è molto cinematografico. Nel delizioso film di Spielberg “The Terminal” l’hostess Catherine Zeta Jones, dopo aver acquistato una biografia di Napoleone, rivela a Tom Hanks: “Io leggo tantissimi libri di storia, sono lunghi, economici e parlano di uomini che si ammazzano”. E’ tra le citazioni del film che preferisco, in tema con le celebrazioni per il bicentenario della morte di Bonaparte, il 5 maggio 1821 durante l’esilio a Sant’Elena. Ma attenzione alla pausa caffè.
Napoleone amato
Da tempo la Francia dibatte sull’opportunità dei festeggiamenti: “ha ristabilito la tratta negriera dopo che la rivoluzione l’aveva abolita provocando la riduzione in schiavitù di almeno 200 mila africani e la morte di un milione di altri”, scrivono i detrattori. Tuttavia, nonostante molte polemiche, da un recente sondaggio emerge che Napoleone è tra i personaggi preferiti e amati dai francesi.
Maggio e la classifica
Maggio è anche il mese di Niccolò Machiavelli, l’autore de “Il Principe” nasce a Firenze il 3 maggio 1469. Tra un bicentenario contestato e un compleanno illustre, il nostro viaggio in libreria si apre in grande stile. Ecco la classifica elaborata come sempre dalla splendida Libreria Lovat con sede a Villorba (Treviso) e Trieste.
- Boniardi – Per tutto il resto dei miei sbagli – Mondadori
- Perrin – Cambiare l’acqua ai fiori – E/O
- Kawaguchi – Finché il caffè è caldo – Garzanti
- Barbero – Alabama – Sellerio
- De Luca – A grandezza naturale – Feltrinelli
- Skeslien – La biblioteca di Parigi – Garzanti
- Jonas – Pausa caffè con gatti – Garzanti
- Tarì – Precipizio dell’amore – Mondadori
- Lackberg – Il gioco della notte – Einaudi
- Nguyen – Quando le montagne chiamano – Nord
Mantengono salde le loro posizioni, Perrin e Kawaguchi, anche se tra un attimo scopriremo che il profumo di caffè non è solo giapponese, ma anche tedesco.
L’esordio di Camilla Boniardi
Il primo classificato ha un titolo davvero accattivante: “Per tutto il resto dei miei sbagli”- Mondadori. Romanzo d’esordio di Camilla Boniardi, scrittrice talentuosa che ha saputo in queste pagine trasformare l’intima esperienza di vita in messaggio universale. Un po’ di Jane Austen e un po’ di Sally Rooney scrivono i critici, un territorio da esplorare pieno d’amore, riflessioni, autoanalisi dei personaggi. Marta è una protagonista che si sente sempre inadeguata, in preda ogni giorno a sindrome da irrequietezza: mai abbastanza affascinante, mai sufficientemente intelligente, mai idonea a soddisfare le aspettative del partner. La sua vita si trasforma in uno slancio quasi agonistico verso la perfezione. Come lettori empatici chiediamo: forse Marta siamo noi?
Chi è
Nata a Monza nel 1990, Camilla Boniardi dopo la laurea in giurisprudenza decide di intraprendere la strada della comunicazione. Conosciuta come Camihawke, è riuscita a coniugare la sua presenza sul web con gli altri media, l’abbiamo vista e sentita in fortunati programmi televisivi e radiofonici.
Ecco un piccolo assaggio del suo romanzo: “Se c’è una cosa, nella mia vita, che credo di aver fatto veramente male, questa è stata il trasloco. E sì che me l’avevano detto chiaro e tondo che non si fanno scatoloni di soli libri, perché pesano troppo, che il nome del contenuto va scritto su tutti e quattro i lati del contenitore e non solo sopra, come ho fatto io, che infatti poi, quando ho impilato tutto, non son riuscita a leggere più niente”.
Arriva la pausa caffè tedesca
Come si diceva in apertura, ancora profumo di caffè, non dal Sol Levante, ma dall’Europa.
Entra in classifica della Libreria Lovat questa settimana un altro romanzo d’esordio: “Pausa caffè con gatti”- Garzanti.
Titolo originale: Katzencafé, il libro porta la firma di Charlie Jonas, pseudonimo di una famosa giornalista tedesca amante dei gatti.
La pausa caffè reale
Per questo libro l’autrice si è ispirata ad un luogo reale, in cui puoi comprare un libro, gustare una tazza di caffè con una fetta di torta, coccolare dei teneri gattini.
Ma dove si trova questo magico angolo letterario? Non possiamo svelarvi tutto, ma indubbiamente nell’animo della giornalista tedesca affiora la nostalgia e il desiderio di bellezza che il panorama italiano da sempre regala ai suoi visitatori, fascino universale che leggiamo tra le pagine del suo racconto: “E tutto d’un tratto fu presa dal desiderio di andarsene. Non nel senso di ritirarsi ma nel senso di andare via. Andare ancora una volta a Ischia…Camminare di nuovo nelle antiche stradine…bere un cappuccino all’ombra degli ulivi, godendosi la vista mozzafiato sul mare, che si estendeva fino al Vesuvio”.
La pausa caffè e Tom Hanks
Ed ora che abbiamo provato la meraviglia di un cappuccino tra gli ulivi, salutiamoci tornando in aeroporto con Tom Hanks. Ho visto “The Terminal” quando venne presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2004 all’Arena di Campo San Polo, straordinario spazio all’aperto che oggi in tempi di pandemia sarebbe una vera benedizione.
Steven Spielberg si ispirò a una storia vera, quella di un rifugiato iraniano al quale nel 1988 rifiutarono il visto d’ingresso in seguito al furto del passaporto e che visse per molto tempo nel terminale 1 dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi.
Il film prevedeva un finale diverso, la bella hostess Amelia andava a New York con Viktor. Ma il regista lo cambiò dopo le anteprime presso il pubblico. Splendido poter influenzare l’autore con la possibilità di cambiare la trama. Esiste anche una classifica letteraria di opere famose con finali non graditi o deludenti, ma questa è tutta un’altra storia e non si può modificare.
Buona lettura!