Ecco una mostra nella quale perdersi tra le sale illuminate dall’oro sfolgorante. Spiritualità e magia cromatica attraverso un percorso tra Oriente bizantino e Occidente latino nel quale Venezia è protagonista, meta prioritaria per gli artisti provenienti dal mondo greco: L’ORO DIPINTO. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia da poco inaugurata a Palazzo Ducale – Appartamento del Doge.

Bella sin dal titolo che campeggia sul magnifico logo scelto per l’esposizione: San Giorgio e il drago, tempera grassa e oro su tavola del XV secolo della Fondazione Giancarlo Ligabue. L’immagine attrae come le Sirene di Ulisse, non puoi farne a meno, devi scoprire tutto il resto, iniziare il viaggio e ammettere che oggi, tra nazionalismi esasperati e dazi selvaggi, siamo davvero molto cambiati.
Percorso espositivo sontuoso, oltre 150 opere di cui 30 provenienti dalla Grecia. Un prezioso allestimento scandito da sette sezioni, dalle origini nel XV secolo passando per un maturo Quattrocento ispirato ai modelli del grande rinascimento veneziano (Bellini e Vivarini). Evoluzione che si propaga nel Cinquecento con pregevoli ibridazioni tra istanze bizantine e suggestioni occidentali.
Un filo d’oro unisce le vicende storiche, artistiche e diplomatiche del Mediterraneo
Siamo sulla rotta tra Venezia e Creta, la Candia del XIII secolo, perla dello Stato da Mar della Serenissima. A Candia nel 1541 nasce lo stravagante e geniale protagonista di questo percorso: Dominikos Theotokopoulos universalmente noto come El Greco. La sua matrice cretese bizantina ha un carattere originale, è già un maestro e avvia la propria bottega di icone, ma sente molto presto il desiderio di dipingere all’occidentale. Così raggiunge Venezia, tappa imprescindibile per gli artisti dell’epoca. Gli anni vissuti nella città lagunare sono cruciali e determinanti, influenzati dall’opera sensazionale di Tintoretto e dal mostro sacro Tiziano già ottantenne. La strada di El Greco prosegue poi per Roma, sino alla Spagna, culla della sua impronta visionaria e cosmopolita.
Possiede un talento spregiudicato, durante il periodo romano propone a Papa Pio V di modificare interamente il Giudizio Universale della Cappella Sistina. Tra gli aneddoti, celebre la sua risposta alla domanda su cosa pensasse di Michelangelo: “era un brav’uomo, ma non sapeva dipingere”.

A Palazzo Ducale possiamo ammirare un piccolo gioiello come la Fuga in Egitto proveniente dal Museo del Prado di Madrid affiancata ad oltre opere preziose. Sempre da Madrid arriva la strepitosa Annunciazione realizzata intorno al 1576. Osservate l’angelo che sembra spazzato dal vento, luminescenza pittorica e stesura del colore hanno un’impronta tutta veneziana.

La Serenissima, un territorio inclusivo aperto alle identità culturali diverse

Creta, ponte e crocevia per le grandi civiltà. Con la caduta dell’Impero bizantino nel 1204, l’isola viene acquistata da Venezia che promuove la colonizzazione con una massiccia immigrazione veneta. Per la Serenissima è un luogo strategico – commerciale importantissimo, una base portuale e difensiva per il possente “Stato da mar” esteso tra Adriatico, medio Oriente e Mar Nero. L’identità ellenica è forte e i matrimoni tra Veneziani e Cretesi sono frequenti. L’economia si basa su esportazioni pregiate (vino, olio, cotone).
Nasce in questo ambiente la scuola pittorica che fonde l’eredità bizantina con la figurazione occidentale, ben quattro secoli sino alla fine del dominio veneziano sull’isola nel 1669. Una data fatidica legata alle Guerre di Morea e all’assedio degli ottomani, uno dei più lunghi della storia. Molti artisti sono costretti a trasferire le loro botteghe in altre isole venete come Corfù e Zante. Alcuni scelgono di stabilirsi proprio a Venezia. La Serenissima non era solo una potenza del mare, ma un territorio inclusivo, rispettoso delle identità culturali e religiose. Dopo la caduta di Costantinopoli la comunità greca nella città lagunare era cresciuta notevolmente diventando la più importante componente straniera. Il Consiglio dei Dieci l’autorizza a costituire la Confraternita dei Greci Ortodossi o Scuola Greca. Da visitare assolutamente la Chiesa di San Giorgio dei Greci ricca di tesori e con il classico campanile pendente.
“Venezia è sempre stata un ponte d’oro tra civiltà”

Ha sottolineato Mariacristina Gribaudi Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia,“un luogo dove si incontrano culture e linguaggi diversi: questa mostra ne è l’espressione più alta. È anche un invito a riscoprire il ruolo centrale della città lagunare nella storia dell’arte mediterranea, a riscoprire un’amicizia sincera e lungimirante tra Italia e Grecia”.
L’Oro dipinto è a cura di Chiara Squarcina Direttrice Scientifica di Fondazione Musei Civici, Andrea Bellieni responsabile del Museo Correr, Katerina Dellaporta Direttrice Generale Museo Bizantino e Cristiano di Atene. Essenziale è stato l’apporto del Ministero della Cultura della Repubblica di Grecia, assieme ad istituti come il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, maggiore prestatore di opere, la National Gallery di Atene e l’Istituto Ellenico di studi Bizantini e Postbizantini di Venezia. Uno speciale contributo è giunto dalla Città di Heraklion e dall’Arcidiocesi di Creta.

L’ORO DIPINTO.
El Greco e la pittura tra Creta e Venezia
Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
30 aprile – 29 settembre 2025
Dott.ssa Elisabetta ci sarà un motivo perchè i turisti di tutto il mondo, di ogni levatura culturale, scelgano di venire in visita a Venezia. Nonostante le varie tasse introdotte non si riesce a fermare questa sete di cultura, questa voglia di conoscere che Venezia alimenta non solo con i suoi edifici, ma anche con la sua storia che di volta in volta viene riscoperta e oggettivata con mostre e manifestazioni culturali. Nell’articolo viene spiegato bene come Venezia sia da sempre orientata verso l’Oriente, vicino e lontano, e come Candia o Creta si stata un’isola strategica perchè posta in mezzo a tre territori importanti: Italia, Grecia e Turchia. Candia rafforza la sua condizione strategica dopo la caduta di Costantinopoli, così Creta diventa anche un polo culturale che ha sempre il riferimento e collegamento con la capitale Venezia. L’oro dipinto allude al fondo che caratterizzano gran parte delle icone orientali e El Greco è un grande esponente di quest’arte che poi diffonde tra la madre patria, la Serenissima e la Spagna. Questo oro fatto immagine però era desiderato dalle famiglie aristocratiche veneziane che apprezzavano anche l’arte orientale e quindi questi capolavori quasi bizantini sono un altro legame tra la Serenissima e l’oriente incontrato dalle navi commerciali veneziane.
Bellissimo articolo, un invito a visitare questa prestigiosa mostra che unisce il centro del Mediterraneo con Venezia attraverso pennellate dorate.