C’è un palazzo veneziano affacciato sul Canal Grande che sembra uscito dalle favole, quasi una dimora principesca per fanciulle stregate, ma al posto delle principesse ci sono i dinosauri. È l’immagine ammaliante del Fontego dei Turchi, sede del Museo di Storia Naturale, patrimonio storico scientifico d’eccellenza della città lagunare. Conserva straordinarie raccolte zoologiche, botaniche, fossili e minerali, una pura immersione nel mondo perduto delle emozioni primitive. Vi ricorda nulla? Un certo Giancarlo Ligabue

Il mio ricordo di Ligabue
Esattamente un anno fa ero presente alla cerimonia di intitolazione del Museo a Giancarlo Ligabue leggendario imprenditore veneziano, paleontologo e illuminato esploratore scomparso nel 2015. Ligabue era nato il 30 ottobre del 1931 e quale migliore occasione di un compleanno per celebrare il suo amore per la ricerca scientifica e per la sua città.
Io e Ligabue
Ho avuto il privilegio di conoscerlo per un’intervista radiofonica della Rai. Per prima cosa gli portai i saluti del mio maestro, l’indimenticabile giornalista Mirko Petternella e così diventammo subito amici. Elegante, gentile, lo sguardo lungimirante di chi esplora il tempo e lo spazio. È stato anche mio ospite negli studi di Antenna Tre nel 1999, per raccontare in anteprima un’eccezionale scoperta fatta in Kazakistan: una tomba di 2300 anni fa, perfettamente conservata nel permafrost, di un principe scita, misterioso cavaliere della steppa, inumato con i suoi cavalli, “nella terra dove i grifoni custodiscono l’oro” scriveva Erodoto.
Dal terreno perfettamente ghiacciato del permafrost, agli abissi pieni di colori meravigliosi.

La mostra in omaggio a Ligabue
In questi giorni al Museo Ligabue possiamo ammirare una sorprendente rassegna fotografica: “ABISSI” Città di Venezia 2020 Mostra del XIII Concorso Internazionale di Fotografia Subacquea.
Allestita nella Galleria dei Cetacei offre l’opportunità di ammirare le foto vincitrici del Concorso organizzato da Abissi Underwater Photo Venice, giunto alla tredicesima edizione. Si tratta di un appuntamento con l’immagine subacquea di grande effetto, foto bellissime, istantanee che arrivano dagli abissi profondi dei mari di tutto il mondo, esplosioni di colore che ipnotizzano lo sguardo, sinergia tra espressione estetica e documentazione scientifica.
Gli artisti
Gli autori provengono da varie nazioni e continenti, Italia, Austria, Germania, Grecia, Belgio, Stati Uniti, Hawaii, Australia, Taiwan, Malesia e Filippine. Trenta scatti selezionati da una giuria composta da esperti del settore come Davide Lopresti, Fabio Iardino, Marcello di Francesco.
Questo 2020 così drammatico ha impedito a molti fotografi di immergersi nei fondali per catturare le loro immagini, ma nonostante Covid-19, c’è stata una nutrita partecipazione, oltre 50 fotosub, quasi 200 le immagini presentate.
La mostra e i social
ABISSI, interagisce con il pubblico, infatti fino all’8 novembre si può votare la foto preferita direttamente dalla pagina Facebook, voto che viene pubblicato nel sito e nei canali social del Museo.
È possibile anche ammirare un’opera in vetro creata dal maestro vetraio Stefano Dalla Valentina, sponsor e collaboratore di “Abissi” dalla prima edizione, e le preziose miniature in vetro a lume di Mauro Vianello. Strepitosa l’immagine della locandina di Paolo Bausani.
La passione di Ligabue

Visitare la mostra è l’occasione per ammirare interamente il museo che offre suggestioni alla Jurassic Park. Il primo incontro è infatti con lo scheletro gigantesco di un Ouranosaurus nigeriensis, lungo sette metri. Ligabue decise di donarlo alla città assieme ad altri fossili scoperti durante una missione da lui organizzata nel deserto del Ténéré, nel Niger orientale, in collaborazione con Philippe Taquet del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi. I reperti preziosi vennero esposti al pubblico nel 1975, dando rilancio al Museo che oggi attrae circa 80mila visitatori all’anno, con un target di giovanissimi molto nutrito e aprendo la bella avventura di Giancarlo Ligabue con il Museo veneziano.
Nelle varie sezioni del percorso, imperdibili le stanze dedicate a leggendari esploratori come Giovanni Miani e Giuseppe de Reali, racconti di viaggi, ricerche spedizioni.
Il Fondaco che ospita l’omaggio a Ligabue
Il Fondaco dei Turchi ha una storia antichissima, la prima descrizione basata su un contratto di vendita alla Serenissima, risale al 1381. In quel tempo appariva come grande dimora patrizia, doveva essere finemente decorata con fontane, colonne e scale di marmo. Luogo prezioso adatto ad ospitare principi stranieri e grandi feste.
La Repubblica Serenissima intorno al 1600 destinò il palazzo ai mercanti turchi che lo tennero fino al 1838. Una vera sede commerciale, davanti alla facciata venne eretto un muro con una porta per lo scarico delle merci. L’interno ospitava gli alloggi dei Turchi, al piano terra i magazzini e una grande stanza destinata a moschea. I turchi importavano a Venezia molti prodotti, cera, olio, lana grezza, pellami, tabacco.

Nel tour dei meravigliosi palazzi sul Canal Grande il Fontego dei Turchi è senz’altro il più caratteristico, con la sua facciata decorata da vari elementi architettonici come patere e formelle. Una di queste, raffigurante un uccello che cattura un pesce, è stata ripresa nel logotipo del Museo. È un’immagine così arcaica e misteriosa che fa pensare subito al mondo perduto dei dinosauri.
ABISSI
CITTA’ DI VENEZIA 2020
Mostra del XIII Concorso Internazionale di Fotografia Subacquea
Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue
16 ottobre – 8 novembre 2020