Vinicio Mascarello, l’”emotional planner” che non si ferma nemmeno con la pandemia. Noto in tutto il Veneto per la sua capacità di creare emozioni: “i ricordi rimangono impressi nella memoria grazie alle emozioni che generano. Voglio che dopo anni, quel ricordo abbia sempre lo stesso sapore… Da sempre mi ispiro alla dimensione del sogno…quello che voglio vedere negli occhi dei partecipanti è quello sguardo di meraviglia, che lascia a bocca aperta e che scatena l’immaginazione”. Questa la sua visione prima che la pandemia affondasse un duro colpo e un freno al mondo degli eventi.
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Vinicio e il Covid
Dal matrimonio fino al convegno, fino a inventarsi nuovi format come la smart conference, Vinicio Mascarello si ritrova a ripensare la sua professione e a interrogarsi su quello che sarà il futuro dell’evento come luogo di aggregazione, di celebrazione e di formazione. Dal settore della concia, fino al mondo dei preziosi, Vinicio Mascarello conta oltre 15 anni di esperienza dedicati agli eventi e alle persone. Ai tempi del Covid19 le attenzioni ma soprattutto le domande sono davvero tante, anche se le risposte sono difficili da dare. Mentre l’ultimo DPCM richiama all’ordine e alla responsabilità, i matrimoni calano con un massimo 30 invitati concessi e cene che contano attorno al tavolo massimo sei persone.
Vinicio, raccontaci un po’ di te: cosa ti manca di quello che era il mondo degli eventi?
“Ho iniziato per gioco e per fortuna…all’università mi ero avvicinato al mondo della formazione. Ma poi mi sono ritrovato a organizzare un importante evento per la famiglia Mastrotto, che ha riconosciuto subito la mia energia e da lì è partito tutto e non mi sono mai fermato. Traggo ispirazione da ogni cosa, se vado a teatro o se vedo una mostra o se visito una città, io stesso mi incanto di fronte ai giochi con i laser, le luci, gli acrobati…tutto viene elaborato e penso sempre: “come posso portare tutto questo in un evento?” Non ho smesso di pensarla in questo modo ma ci sono ovviamente tante cose che mi mancano rispetto a quella che era la situazione pre-pandemia… mi manca tutta la fisicità quindi gli abbracci, i baci, le strette di mano. La mascherina inoltre priva il nostro volto di quei tratti espressivi che caratterizzano le emozioni primarie, emozioni che io ricerco e che provo sempre a generare nell’altro. Penso a esempio ai matrimoni, dove sono spariti i rossetti e i sorrisi delle donne. Insomma, il mio non è l’unico settore che ne ha sofferto, anzi, l’intera economia è in ginocchio…non so se mi abituerò mai….”
Vinicio, come ti immagini gli eventi nel futuro?
“Mi sono sempre definito un “sarto” del mondo degli eventi. Ogni persona che si rivolge a me ha una sua storia e le sue priorità, quindi poi sta a me tradurre tutto questo in una performance che sia degna e che sia in grado di aggiungere valore. Lo stesso vale per gli eventi aziendali. Ancora di più di più si dovrà fare attenzione al dettaglio e ai particolari. Abbiamo ancora bisogno di vicinanza ora che siamo costretti alla distanza sociale, e la cura dei dettagli traduce proprio questo bisogno. Prendersi ancora più cura di chi abbiamo di fronte. Ovvio che saranno eventi più limitati, “esclusivi” ma per fortuna la tecnologia viene in nostro aiuto…Pensiamo ad esempio alla sfilate a porte chiuse che Dior ha realizzato in Puglia: ha voluto celebrare l’Italia, tra i primi paesi a rimanere in ginocchio di fronte al virus. Questi progetti e la trasmissione di questi valori, sono possibili, grazie agli imprenditori che si domandano sempre cosa possono fare di più e cosa possono fare meglio. Solo così si da il massimo: insieme. E tanti imprenditori veneti che conosco e con cui ho l’onore di lavorare sono davvero dei visionari….quando c’è questo pensiero comune, qualcosa si può fare sempre”.
Ecco infatti. La tecnologia è la risposta?
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“Dobbiamo sempre ricordarci che non siamo robot. La tecnologia è una valida alleata: ci ha permesso di rimanere “vicini” e per quanto riguarda gli eventi ha reso possibile e “legittimo” delle cose che prima non lo erano. Negli eventi aziendali ora è culturalmente accettato molto più di prima avere un importante relatore collegato in video dall’altra parte del mondo. Ora questi sono elementi che aggiungono qualità, mentre prima era solo la presenza a renderlo possibile. Paradossalmente ora è il tempo che ci dedichiamo ad aver acquisito nuovamente una sua centralità. Inoltre la tecnologia come le installazioni 3D, le tecniche di immagini, gli scenari virtuali, sono tutti elementi che garantiscono sicurezza e la loro immersività garantisce l’emozione che comunque rimane e rimarrà sempre il mio ingrediente segreto”.
Vinicio, qualche progetto che bolle in pentola?
“Già prima del Covid19 avevo iniziato a curare una mia rubrica, sia sulla carta stampata che una rubrica di video-interviste che continuo a portare avanti sui miei canali. Ma per qualche mese ho dovuto davvero affrontare uno stop totale e completo come tanti di noi. Moltissimi eventi sono stati nella migliore delle ipotesi rinviati e nella peggiore delle ipotesi completamente cancellati. Al di là di tutto, informarsi, informarsi, informarsi. Osservare, osservare, osservare. La creatività ha sempre bisogno comunque di disciplina.
Durante il lockdown, ho avuto tempo di leggere e studiare…e dato che non riesco a rimanere fermo, parlando di sogni, ho cercato di realizzare il mio sogno nel cassetto. Si tratta di un progetto editoriale che vedrà la luce spero entro l’anno ma su questo non voglio rivelare troppo….”
Tu stesso sei un marchio anche se hai un team alle spalle. Cosa dici per motivare le persone?
“Bella domanda. Non nego che sia dura, durissima. Ci sono stati giorni davvero in cui la speranza si è affievolita. Ma ho sempre avuto una grande energia dentro di me. Ma questo da sempre, pandemia o meno. Sono sempre stato un inguaribile ottimista. La negatività mi fa star male, non è generativa, non crea idee. Certo saper pensare e riflettere sui progetti e anche sui propri errori è una cosa, smettere di credere in quello che faccio è un’altra.
La bellezza salverà il mondo, ne sono convinto. Ma dobbiamo essere in grado di vederla, di valorizzarla e di prendercene cura. Questo è il mio ruolo. Gli sforzi non possono diventare sacrifici”.
Vinicio, quando c’è stata una parziale apertura dopo il lockdown tu come ti sei regolato?
“Ovviamente alle linee guida e ai decreti arrivati a livello centrale e regionale. Ma quando avevo dei dubbi, ho fatto sempre affidamento al mio buon senso (nel lavoro e nella vita) e alla responsabilità sociale a cui tutti siamo tenuti. Non voglio fermarmi ancora e solo se tutti facciamo attenzione allora continueremo a lavorare”.
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Vinicio, se vedessi un giovane che gli diresti per affrontare questa situazione?
“I sogni sono desideri…”