La casa passiva è un edificio a basso consumo energetico molto diffuso in Europa e che si sta affacciando anche nel nostro Paese, principalmente nelle Regioni del Nord. Si tratta, in sostanza, di un modello abitativo che sposa la moderna edilizia ecosostenibile: maggiore sostenibilità e massima efficienza energetica. Una casa passiva soddisfa la maggior parte del suo fabbisogno di energia per riscaldamento e raffrescamento interno ricorrendo a dispositivi che non producono né caldo né fresco con sistemi tradizionali (caldaia, elementi radianti, pompa di calore split per l’aria condizionata, ecc.) ma che sfruttano l’irraggiamento solare trasmesso dalle finestre, il calore emesso dalle persone che vivono in casa e quello prodotto dagli elettrodomestici.
Un po’ di storia della casa passiva
Il termine “casa passiva” fu coniato in una pubblicazione del 1978 dal titolo “Regional guidelines for building passive energy conserving homes” dell’AIA Research Corporation americana, ma il protocollo “Passivhaus” (di chiara matrice tedesca) è nato invece nel maggio del 1988 dalla collaborazione tra Bo Adamson dell’università svedese di Lund e il tedesco Wolfgang Feist, che svilupparono il loro concetto di casa passiva attraverso una serie di progetti di ricerca, che portarono alla costruzione del primo edificio con queste caratteristiche nel 1991, realizzato proprio da Wolfgang Feist a Darmstadt in Germania. Pensate che il fabbisogno energetico delle quattro villette a schiera costruite con queste tecniche passive, appunto, ammonta in media a 10 kWh/m²anno e si mantiene stabile da allora.
In Italia, il primo edificio passivo è la sede dell’impresa Klas a Malles (Bolzano), realizzato nei primi anni 2000 e il primo edificio pubblico realizzato con criteri rispondenti a quelli richiesti dalla Passivhaus è l’ExPost di Bolzano, progettato nel 2004 dall’architetto Michael Tribus.
Attenzione alle differenze
Questo metodo costruttivo ha già cominciato a diffondersi e a espandersi, ma è necessario fare alcune precisazioni: Casa Passiva e Passivhaus non sono sinonimi.
Con il termine Passivhaus si indicano quegli edifici che rispondono a criteri costruttivi molto stringenti, comprensivi non solo di standard energetici per il riscaldamento, ma anche sulla qualità dei materiali impiegati nella costruzione.
La vera casa passiva
Con il termine Case Passive, invece, si indicano in maniera più generica tutti quegli edifici nei quali sono state parzialmente utilizzate alcune strategie tipiche della progettazione passiva ma che non necessariamente risultano conformi agli standard Passivhaus.
In ogni caso, grazie alle peculiarità che le contraddistinguono, le case passive sono considerate, con giusta ragione, edifici a elevata efficienza e ad alto risparmio energetico; per questi motivi, stanno diventando protagoniste indiscusse dell’edilizia sostenibile.
. . . E un po’ di tecnica
Una casa passiva è un edificio che assicura il benessere al suo interno con una minima fonte di riscaldamento interna all’edificio, senza alcun impianto di riscaldamento convenzionale. Si tratta dunque di una casa che massimizza l’efficienza energetica e che è detta “passiva” perché la somma degli apporti passivi di calore dell’irraggiamento solare trasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi del tutto sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda.
L’architettura passiva è un’architettura che soddisfa la maggiore quota del fabbisogno energetico utilizzando flussi di caldo e freddo attinti direttamente dall’esterno. Dato che il freddo e il caldo esterni all’edificio non sono sempre disponibili (mai quando servono!), si utilizzano quantità di materiali con elevata capacità termica e, considerato che i materiali edili presentano calori specifici poco diversi tra di loro, per ottenere efficaci accumuli termici fa sempre più ricorso a materiali di nuova concezione.
Dunque, l’energia necessaria è fornita con sistemi non convenzionali. L’impianto di riscaldamento tradizionale si può eliminare se il carico termico necessario per il riscaldamento invernale è molto basso, inferiore a 10 W/m². Queste prestazioni si ottengono con una progettazione molto attenta, specie nei riguardi dei ponti termici, con spessi strati di materiali isolanti termici su murature perimetrali, tetto e solai inferiori, e mediante l’adozione di sistemi di ventilazione controllata a recupero energetico per minimizzare le dispersioni di calore.
Un esempio virtuoso
È di immediata comprensione e di evidenza solare che la scelta di costruire e abitare in case passive contribuisce alla salvaguardia delle risorse non rinnovabili. In perfetto allineamento con questo concetto, nel nostro panorama locale delle imprese di costruzioni si affaccia ormai da qualche tempo un’azienda in particolare – FATA – che altro non è se non un acronimo che significa: Fuoco, Acqua, Terra, Aria. Le case passive realizzate da questa azienda sono progettate con la massima attenzione per garantire un comfort abitativo superiore. Grazie all’isolamento termico avanzato, ai sistemi di ventilazione controllata e all’utilizzo di materiali eco-sostenibili, le case FATA mantengono una temperatura interna stabile in tutte le stagioni, riducono al minimo la necessità di riscaldamento e raffreddamento aggiuntivi, diminuendo così quanto più possibile l’impatto sull’ambiente; in questo modo, inoltre, si massimizza il risparmio energetico.
L’avanguardia
Naturalmente, queste case sono dotate di impianti energetici all’avanguardia, tipo pannelli solari fotovoltaici e sistemi di recupero del calore; l’uso di questo tipo di impianti, com’è di immediata comprensione, comporta un grande risparmio sulle bollette energetiche e, la massima riduzione possibile delle emissioni di CO2. Pensate che, anche in pieno inverno, la potenza termica richiesta è talmente bassa da potere essere soddisfatta dal calore di 5 candele per ogni 20 mq. di superficie abitativa.
Hanno, di conseguenza, un livello di coibentazione termica ottimizzato in ogni stagione; sono munite di serramento coibentati con triplo vetro stratificato; la presenza di ponti termici è stata del tutto eliminata, così come l’involucro della casa è a tenuta d’aria; ultimo, ma non per ultimo, questa tipologia di case è dotata di un impianto VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), che fornisce aria sempre pulita e ridotte dispersioni termiche, utilizzando sistemi di filtraggio dell’aria e di recupero dl calore all’avanguardia.
L’acquisto di una casa passiva rappresenta una scelta consapevole che guarda anche al futuro nostro e dei nostri figli.
Si tratta anche di un impegno verso la sostenibilità ambientale e il benessere in generale, in un momento storico nel quale la salvaguardia del pianeta è una priorità e, quindi, investire in una casa passiva contribuisce a rendere il mondo un luogo più vivibile.