L’obesità non è solo una questione estetica o medica, ma una grave limitazione concreta nella vita e nei gesti quotidiani. Lo dice Irene Vella, giornalista e scrittrice, nel suo libro Un chilo alla volta. Viaggio andata e ritorno dalla prigione dell’obesità (Milano, Feltrinelli, 2023). Ha deciso di raccontare con estrema sincerità la sua esperienza, gli anni d‘inferno che ha attraversato prima di comprendere che non basta la buona volontà, non basta «chiudere la bocca e muovere il culo» per dimagrire, soprattutto quando i chili di troppo sono aumentati in tal misura da aver raggiunto un «punto di non ritorno».
Non basta mai
Guardarsi allo specchio e non riconoscersi più. Uscire da un negozio di abbigliamento a mani vuote perché nessuna taglia è abbastanza grande per noi. Fermarsi sulle scale perché il fiatone ci chiude la gola. Non riuscire ad allacciarsi le scarpe e dover chiedere aiuto ai figli. Rinunciare ad andare al cinema, a usare il treno o l’aereo perché le poltrone sono troppo strette per noi. Un poco alla volta rinunciare a uscire, a incontrare gli amici.
Non basta una dieta se la vita ti volta le spalle
La sua è una storia che parla di una bambina a cui per anni vengono negati i dolci a causa di una grave forma di acetone che ha messo in pericolo la sua vita. Parla di una adolescente magra, bella e brava a scuola, di una giovane donna molto esigente con se stessa, studiosa ma anche assetata di vita. Parla del grande amore per Luigi e di un matrimonio felice presto devastato da una grave patologia ai reni che rende necessaria, a soli ventinove anni, una decisione difficile eppure presa senza esitare: quella di donare un rene al marito. In un momento tanto doloroso, costellato di traslochi, perdita del lavoro, due figli piccoli da crescere, lo stress, la necessità di mettere a tacere le proprie fragilità, portano a poco a poco Irene a riversare sul cibo le sue ansie, ad anestetizzarsi mangiando, troppo.
Le tante domande
Diventa prima “tondetta”, poi “curvy”, come si usa dire oggi. Ci vuole del tempo per arrivare alla consapevolezza che no, lei è diventata decisamente “grassa”, anzi “obesa”. Parole che sembrano politicamente scorrette, che non bisogna usare più, proprio ora che anche certi romanzi (pensiamo a quelli di Roald Dahl, per esempio) sono oggetto di riscrittura al fine di non urtare la sensibilità di alcune fasce di popolazione. Eppure, perché non prendere atto della realtà? Perché, si chiede l’autrice, dobbiamo cancellare dal nostro vocabolario parole ricche di senso per usarne altre venate di ipocrisia? «Ben vengano i movimenti per la body positivity, ben venga la normalizzazione del corpo non conforme, ma perché chiamare curvy quello che di fatto è un corpo obeso? Perché cercare di normalizzare quella che di fatto viene indicata dai medici come una malattia? […] Perché non si può dire che il grasso fa male senza essere tacciati di body shaming?» (p.86).
Non basta soffermarsi sulle apparenze
In base alla sua esperienza Irene Vella rivendica il diritto di poter dire che un corpo grasso è pericoloso per la salute. Ma, badate bene, «non brutto, non osceno, tanto da dover essere coperto: solo una fucina di future complicazioni fisiche», che peraltro lei stessa ha vissuto in prima persona.
Ma a poco valgono i consigli del proprio medico, le preoccupazioni di chi ci sta vicino, marito, figli, parenti, amici, se non maturiamo da soli la decisione di prenderci cura di noi stessi e di chiedere aiuto. Se non abbiamo soprattutto il coraggio di cercare di comprendere le ragioni profonde che ci portano a mangiare troppo e quindi a ingrassare a dismisura. Perché la causa può essere, certo, dovuta a disfunzioni metaboliche, ma è anche vero che spesso sta nella nostra testa, dipende da questioni psicologiche, come ogni dipendenza. Perché quella dal cibo è una vera e propria dipendenza.
Cosa c’è dietro
La prima, grande consapevolezza raggiunta dall’autrice per invertire la rotta e decidere di trovare una soluzione al problema che le stata rovinando la vita è stata la correlazione stretta tra il cibo e la malattia di suo marito. «Era come se ingerissi cibo per tapparmi la bocca e non urlare tutto il mio dolore, la frustrazione per il lavoro perduto, l’impossibilità di poter esercitare un controllo sullo stato di salute dell’amore della mia vita. Più lui dimagriva, più io ingrassavo. Come per raccogliere i pezzi» (p. 109).
Un percorso difficile
Irene Vella ricostruisce con sincerità e coraggio il percorso che l’ha portata all’intervento chirurgico di sleeve gastrectomy, vale a dire la riduzione dell’ottanta per cento dello stomaco (chirurgia bariatrica), con la conseguente perdita, nel corso di alcuni mesi, di ben 42 chili, e di riprendersi in mano la sua vita.
Non basta la buona volontà senza la consapevolezza
Non è certo sua intenzione dare consigli a chi sta vivendo la sua stessa condizione, perché ognuno ha la sua storia, più semplicemente desidera rendere testimonianza della sua esperienza. Perché «bisogna prendere consapevolezza delle situazioni che ci circondano e che ci fanno male, perché l’infelicità non è mai la risposta». Irene Vella con questo libro desidera innescare il riscatto «di chi si è considerata troppo. Troppo grassa per essere appetibile; troppo anziana per qualsiasi lavoro; troppo vecchia per diventare madre».
L’autrice
Irene Vella, giornalista, scrive da sempre, raccoglie emozioni e le trasforma in storie. Oggi è editorialista di punta del magazine femminile online più letto d’Italia, “DiLei”, dividendosi tra articoli e interviste in streaming nella sua rubrica. Nel 2012 è inviata televisiva per il Cristina Parodi live a La7; da allora ha lavorato a lungo per tutte le reti nazionali, in programmi come Verissimo, Pomeriggio 5 e Mattino 5, e ha collaborato con le principali riviste femminili italiane (“TuStyle”, “Donna Moderna”, “Vanity Fair” e “Grazia”). A marzo del 2020 pubblica su Facebook la sua poesia La primavera non lo sapeva, diventata virale in rete, tradotta in 22 lingue. Dopo aver risalito la spirale dell’obesità, oggi pratica kick boxing e va alla scoperta di nuovi dolci, autodefinendosi con ironia “la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera”. Un chilo alla volta è il suo ultimo libro.
Irene Vella, Un chilo alla volta. Viaggio andata e ritorno dalla prigione dell’obesità. Prefazione di Giovanna Botteri. Illustrazioni di Carmelo Garofalo, Milano, Feltrinelli, 2023.
Grazie di cuore per la recensione ❤️ una delle più belle
Grazie per l’apprezzamento!
Due donne importanti,due donne che ho la fortuna di conoscere,Irene scrittrice ma anche moglie del mitter di mio figlio e Annalisa che conosco da una vita che fa la recensione al suo nuovo libro.un kilo alla volta.Auguri ragazze ,auguri per oggi che è la festa della mamma e a voi che sento così vicine.Anto
Grazie, Antonella!